Nel corso di una stagione ci sono partite che valgono più di ogni altra. Partite che determinano il tuo destino. Partite in cui non esistono mezze misure: vincere o morire. Sabato al Partenio arriverà lo Spezia e l’Avellino giocherà una di queste partite. La sconfitta rimediata martedì con il Brescia ha lasciato il segno. La zona playoff dista ora quattro punti. Entella, Bari e Spezia sono tutte e tre a 44. Perdere sabato ridurrebbe ulteriormente le pretese playoff dei biancoverdi. Pretese che, nonostante le dichiarazioni di facciata, c’erano e ci sono sempre state. Basti pensare al mercato estivo quando la società ha offerto un ingaggio pesante a Ciccio Tavano, ha strappato Gavazzi a molte squadre di Serie A ed ha trattenuto Trotta. Segno che le ambizioni c’erano ed erano pure forti. D’altronde quando nella stagione precedente raggiungi la semifinale playoff, quale può essere poi l’obiettivo? I lupi per questo hanno costruito una squadra più forte rispetto allo scorso anno, più completa e più lunga. E l’hanno affidata a Tesser, l’artefice del miracolo Novara. Non gli si chiedeva la promozione diretta, ma l’accesso ai playoff sembrava alla portata e doveroso.
Dopo la partenza ad handicap, i biancoverdi sono stati capaci di trovare la forza per reagire ottenendo sei vittorie consecutive e presentandosi prepotentemente in zona playoff. Là dove l’Avellino doveva stare e dove tutti si aspettavano che fosse. Il mercato di gennaio ha portato via Trotta, ma ha complessivamente irrobustito la rosa agli ordini di Tesser. Già, ma fino a che punto i rinforzi sono stati condivisivi dal tecnico di Montebelluna? A giudicare dall’impiego forse solo Paghera e Pisano sono stati acquisti ben accetti. Pucino sta pagando le prestazioni poco positive offerte nelle prime uscite, Sbaffo l’abbiamo visto col contagocce, Migliorini, l’investimento più importante della società, è stato quasi inutilizzato. Fino a sabato scorso ci interrogavamo su Joao Silva. Se sta bene, perché non gioca? Se farà bene come Trotta, perché non gioca? Mistero. O forse no. Per raggiungere i playoff ci vuole innanzitutto unità d’intenti e chiarezza. Poi ci vuole continuità di risultati. Quella continuità che l’Avellino sta perdendo in questo girone di ritorno (due sole vittorie). Così si fa dura. Così quello che è il vero obiettivo dei lupi può sfumare. E se dovesse sfumare, non ci meraviglieremmo se a pagarne le conseguenze fosse lo stesso Tesser. Sia chiaro, non era un Santo dopo le sei vittorie consecutive né è un incapace adesso. Però adesso bisogna osare. Bisogna essere cattivi in campo. Il vero Avellino partite come quelle con Vicenza e Brescia le avrebbe azzannate. E invece la squadra ha tenuto bene il campo ma ha peccato in aggressività e furore agonistico. Chiediamo questo. Chiediamo una vittoria sabato con lo Spezia per rimetterci in scia e per tornare a sognare. L’Avellino è una squadra da playoff e allora deve conquistarli. Altrimenti, si potrebbe parlare di obiettivo fallito. Sarebbe la prima vera volta.