CALCIONEWS

Il Marcio del Calcio: La clausola ammazza-talenti

Esiste un mostro spietato nel calcio giovanile che si chiama “Vincolo Sportivo”.
Per chi non sapesse di cosa si tratta, possiamo elaborare un esempio adeguato:
Mettiamo caso che abbiate 14-15 anni e foste dei geni calcistici, i nuovi Ronaldo o Messi, ma anche giocatori degni di Lega Pro. Ora supponiamo che giochiate e vi alleniate, come è giusto che sia, nella vostra squadra dilettantistica di paese. Un giorno fortunello della vostra vita un osservatore di una squadra professionistica vi nota ed esprime il desiderio di avervi in squadra.
Un sogno che si realizza, giusto? Diciamo di no. O meglio, non se la società dilettantistica, che detiene il vostro cartellino, non è concorde.
Come è possibile?, direte voi.
Lo è.
Lo è per il semplice passaggio burocratico che vincola un giocatore dilettante alla propria società fino ai 25, ripeto venticinque, anni compiuti, lasciando solo ed esclusivamente alla società stessa, il potere di scegliere il futuro del proprio campioncino. Una pazzia, che resta legata alla firma dei genitori, che sottoscrivono il cartellino del minorenne.
“Sicuramente è fuor di dubbio che la firma del “cartellino” rimane un atto necessario e propedeutico per poter praticare un’attività sportiva individuale o di squadra comunque organizzata dalle federazioni sportive (FIGC, FIGH, FIP… ), ma i limiti imposti ovvero che ne scaturiscono in capo all’atleta divengono molto spesso esageratamente inibitori.” [Avv. Paolo Moro]
Ciò significa che una società dilettantistica è libera di avviare, ma talvolta distruggere, il futuro di un proprio tesserato.
Molte sono le battaglie per l’abolizione del Vincolo Sportivo, in primis quella di Damiano Tommasi, attualmente presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori), che un anno fa è riuscito addirittura a portare il tema in Parlamento, senza però ottenere grossi risultati.
Il paradosso è che questo vincolo è stato abolito per quel che riguarda i tesserati professionisti, che hanno potere decisionale su un eventuale contratto con un’altra squadra, ma non per i dilettanti. Perché?
Molto probabilmente troviamo la risposta nel fatto che il vincolo tuteli le società dilettantistiche, che non si priverebbero di un eventuale incasso per la cessione del piccolo campione. Accettabile. Ma perché utilizzare una forma così drastica? Perché legare un ragazzo ad una società fino ai 25 anni di età?
Diversi sono i casi in cui club dilettantistici hanno negato il passaggio di un proprio calciatore ad una squadra di A, B o Lega Pro. I motivi, nella maggior parte dei casi, sono legati ovviamente alle somme richieste dagli stessi club per la cessione del ragazzo, spesso considerate alte dalle società professionistiche. Altre volte accade che attorno al campione di turno, le società associno improbabili procuratori che, per incompetenza, fanno sfumare accordi e sogni del ragazzo.

“Vogliamo riformare il calcio? Cominciamo allora a “liberare” i calciatori. Cominciamo a togliere business, mercanti (improbabili procuratori) e dirigenti affaristi che gravitano intorno alle scuole calcio e ai settori giovanili di tutti i livelli. Eliminiamo il vincolo dilettantistico che imprigiona un giovane calciatore dilettante sino ai 25 anni con una società facendo di ragazzini dai 14 ai 16 anni assegni circolari per procuratori. Proviamo a rimettere al centro del campo lo sport, il divertimento, i sogni di un ragazzo, la gioia e l’orgoglio di aver contribuito alla crescita di un campione. O la voglia di giocare ancora a 23 o 24 anni solo per passione.” [M. Mazzitelli]

ESISTE UN MODO PER SVINCOLARSI?
Esitono diverse modalità, ma per la maggior parte dipendono comunque da scelte societarie o fattori esterni, non al potere decisionale del calciatore. Andiamo ad elencarli:

Svincolo per inattività del calciatore (Art. 109 NOIF)

Se un calciatore vuole essere svincolato al termine della stagione in corso, deve inviare domanda scritta con raccomandata AR alla società di appartenenza, inviando copia sempre con raccomandata AR, al Comitato Regionale competente ed allegando la ricevuta postale alla domanda inviata alla società. Il tutto deve pervenire entro il 15 giugno dell’anno in corso. Ma per poter essere svincolato il calciatore deve essere a disposizione della società entro il 30 novembre e non deve aver preso parte, per motivi ad esso non imputabili, ad almeno quattro gare ufficiali nella stagione in corso, a meno che l’impedimento non sia stato dovuto dal servizio militare o servizio obbligatorio equiparato (ad es. obiettori, ecc. ) oppure che il calciatore non abbia presentato il certificato obbligatorio di visita medica e sia stato invitato dalla società a presentarlo per almeno due volte.

Svincolo per rinuncia da parte della società (art. 107 NOIF)

La società che intende svincolare un proprio tesserato può farlo nei periodi fissati dalle Leghe, normalmente in luglio e dicembre, compilando l’apposito modulo inviato dai Comitati regionali competenti denominato “lista di svincolo”

Svincolo per decadenza dei termini e durata del vincolo di tesseramento (Art. 32 bis)

I calciatori che, entro il termine della stagione sportiva in corso, abbiano anagraficamente compiuto ovvero compiranno il 25° anno di età, possono chiedere ai Comitati ed alle Divisioni di appartenenza, lo svincolo per decadenza del tesseramento.

Inattività per rinuncia od esclusione dal campionato di una società (art. 110 NOIF)

Se una società non prende parte al campionato o ne venga esclusa o si ritiri, tutti i calciatori sono svincolati d’autorità dalla data di comunicazione della FIGC.

Svincolo per accordo tra società e calciatore (art. 108 NOIF)

In sostanza alla firma della lista di trasferimento, o anche successivamente, il calciatore può chiedere alla società che a fine stagione venga inserito in liste di svincolo. Per fare ciò deve sottoscrivere una richiesta, controfirmata dalla società, la quale deve venir depositata presso il Comitato competente, a cura della società, entro 20 giorni dalla sottoscrizione, pena la nullità dell’atto. In questo caso il calciatore verrà messo in lista di svincolo d’autorità da parte della FIGC nel periodo previsto (luglio).

Svincolo per cambiamento di residenza del calciatore (art. 111 NOIF)

Se un calciatore trasferisce la propria residenza in comune di altra regione o provincia non limitrofa a quella della precedente dichiarata all’atto dell’ultimo tesseramento, ha la possibilità di chiedere lo svincolo solo dopo un anno dall’effettivo cambio di residenza oppure dopo 90 giorni se si tratta di calciatore minorenne ed il trasferimento riguardi l’intero nucleo familiare.

Il diritto fondamentale dell’atleta di svolgere liberamente in Italia l’attività  agonistica in forma non professionistica è tuttora gravemente compromesso dal vincolo sportivo, al quale egli si assoggetta tuttora per  un tempo indeterminato o, comunque, irragionevole con la famigerata sottoscrizione del «cartellino» che ne certifica la relazione con una società. (Cf. Paolo Moro)

Nonostante, dunque, il Vincolo Sportivo non esista nei regolamenti calcistici del resto d’Europa, l’Italia continua a stroncare il futuro di giovani talenti, con una clausola paradossale e che impone limiti talvolta assurdi.
Un’altra sconfitta per uno sport che sta distruggendo il proprio futuro.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio