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Serie B – Bisoli come Higuain e De Rossi “La barba? Non la taglio più finchè…”

“Finché non perdiamo tengo questa barba e voglio arrivare a giugno con il barbone”. Parola di Pierpaolo Bisoli. Il tecnico del Perugia, dopo aver dato le dimissioni un mese fa (poi rispedite al mittente), sta ottenendo risultati importanti con il suo Perugia. Merito della barba? Nel dubbio, meglio non tagliarla. Calcio e scaramanzia: un binomio sempre più forte. Gli sportivi sono “vittime” dei propri riti scaramantici. C’è chi indossa prima una scarpa dell’altra, c’è chi si porta l’acqua santa in panchina e chi va in tribuna rigorosamente con la cravatta gialla al seguito. Poi c’è chi, come Pele’, regala la maglia ad un tifoso per poi non fare più gol. Il brasiliano fu costretto a cercare il tifoso per farsi restituire la maglia fortunata! E poi c’è chi non taglia la barba. Bisoli è solo l’ultimo di questa tradizione che sta facendo numerosi proseliti. In principio fu la Nhl: durante i playoff è severamente vietato il taglio della barba. Si ci può radere solo quando la propria squadra viene eliminata o quando si vince il campionato. In Italia il primo a seguire questa “moda” fu Daniele De Rossi. Nel 2010 la Roma volava e “Capitan Futuro” decise di mettere da parte la lametta. Recentemente l’ha seguito Higuain: dietro ai suoi numeri pazzeschi c’è la crescita della barba. La taglierà al trentesimo centro in campionato. Almeno così pare. In barba alla superstizione. Questo non è proprio il caso di dirlo.

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