Eziolino Capuano, ex allenatore dell’Avellino e ora neo tecnico del Giugliano, si è concesso in un’intervista a Il Mattino: una lunga chiacchierata in cui ha ripercorso le tappe della sua carriera, collegando tutti i pezzi del puzzle delle sue esperienze passate. Non sono, in questo senso, mancate alcune battute sul suo recente trascorso a Trapani, che il mister dei gialloblù ha definito: “Un’esperienza che non auguro a nessun collega”.
Capuano si racconta: un viaggio nella carriera del tecnico
Il racconto parte dalle fondamenta: Capuano ha spiegato l’importanza che il calcio ha per lui, il valore che attribuisce a questo sport. Queste le sue parole: “Il calcio è passione, trasporto, sentimento, emozione e sacrificio: non è un lavoro per tanti. Come il prete, serve vocazione. Bisogna avere entusiasmo, per poterlo trasmettere a squadra, pubblico e città”.
Spiegando la valenza personale di questa professione, Capuano, ha anche parlato di quanto accaduto a Trapani: un vissuto che lo ha segnato nel profondo. Il tecnico si è espresso così: “Deciderò io quando smettere di esser parte di questo mondo, non sarà qualcuno a farlo per me. Non auguro a nessuno ciò che è capitato a me nel recentissimo passato. Lì avevo deciso di farmi da parte, perché avevo schifato questo panorama. Poi ho pensato che non fosse giusto, per me, darla vinta agli altri”.
L’allenatore ha spiegato anche il suo rapporto con i social: il mezzo che, secondo lui, ha distolto l’attenzione sul suo lavoro. Ne ha parlato così: “Io non utilizzo i social, ma dico che questo aspetto mediatico, che mi ha fatto conoscere, non ha messo in evidenza il valore intrinseco delle qualità di allenatore. Io sono contento di quanto fatto”.
