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L’Amedspor, la squadra Curda che infastidisce Erdogan

Diyarbakır, capitale del Kurdistan turco sulle sponde del fiume Tigri.

L’Amedspor è una squadra di terza serie, squadra dalla forte identità curda, resasi già protagonista lo scorso 31 gennaio eliminando il Buraspor dalla coppa nazionale.

Dopo questa vittoria inizia il calvario per questa società. photo

In primis l’irruzione della polizia all’interno della sede de club per un tweet sospetto, in realtà emesso da un giocatore dell’Amedspor, il capitano Deniz Naki, assolto dall’accusa di propaganda terroristica.

Il tweet in questione, dedicava l’incredibile vittoria contro il Bursaspor, a chi combatte nelle città di Şırnak e Diyarbakır e a tutto il popolo curdo. Parole in cui riecheggiano i cori da stadio che sono costati caro ai tifosi dell’Amedspor.

«Siamo fieri di essere un piccolo spiraglio di luce per la nostra gente in difficoltà. Come Amedspor, non ci siamo sottomessi e non ci sottometteremo. Lunga vita alla libertà!»

Infatti i rossoverdi, durante la precedente partita di coppa, giocata a Istanbul contro il Başakşehirspor, avevano intonato canti a favore dei combattenti curdi e contro le stragi di bambini.

Ancor più eclatante è stato l’arresto a Istanbul di decine di tifosi – più di trenta per Kurdish Question, di cento per Today’s Zaman – colpevoli di aver intonato i cori sgraditi al governo turco.

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Non è la prima volta che questa squadra si rende scomoda al regime di Erdoğan. Nell’ottobre del 2014 il club, che portava il nome turco della città di Diyarbakır, rimediò una multa dalla Federazione turca per aver cambiato nome in Amedspor, utilizzando la denominazione curda della città. Contemporaneamente, un cambio nello stemma permise ai tifosi di sventolare i colori della bandiera del Kurdistan, vietata in Turchia.

Nei mesi passati, soprattutto a seguito del rinnovato interventismo turco contro i militanti curdi, si è assistito, anche all’interno degli stadi, ad una netta presa di posizione di tifosi e giocatori a sostegno della resistenza curda.

La questione calcistica, per quanto sembri di secondo piano rispetto agli eventi che stanno attraversando l’area, potrebbe essere, quindi, utilizzata come lente interpretativa per leggere le politiche messe in atto dallo Stato turco in Kurdistan e provare a comprendere meglio le reazioni messe in campo dalla popolazione curda nel suo complesso.

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