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Lobby, corruzione e suicidi nascosti: gli occhi dell’Fbi su Fifagate

E’ in corso a New York il processo relativo ad alcuni esponenti del calcio sudamericano per quanto riguarda l’inchiesta partita nel 2015, gestita da FBI e magistratura svizzera, per un giro di tangenti volto a corrompere gli alti vertici della CONCACAF (COnfederation of North, and Central America and Caribbean Association Football).  Le accuse mosse dalle autorità americane, nell’inchiesta Fifagate, riguardano gli ultimi venti anni e si focalizzano sui modi in cui furono  aggiudicate le varie manifestazioni calcistiche, molte in Sud America ma anche degli stessi Mondiali, così come gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Per anni la Fifa è stata indagata dall’Fbi, e l’organizzazione ha sempre respinto le accuse di corruzione relative all’assegnazione dei Mondiali, non ultime quelle sulle competizioni del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar, già nel mirino della stampa mondiale per presunti dubbi sulle assegnazioni.

Quanto evidenziato da Pippo Russo sulle colonne di calciomercato.com, ci lascia perplessi. Il noto giornalista italiano evidenzia come, in Italia, il tutto passi in sordina soprattutto adesso che vi è stato un apparente suicidio di uno dei massimi esponenti del calcio sud americano, Jorge Delhòn, argentino, sotto inchiesta dal 2015 per i casi di corruzione.

La vittima è l’avvocato argentino Jorge Delhòn che, nella sera fra il 13 e 14 novembre, si è tolto la vita lanciandosi sotto un treno nella periferia di Lanus. La testimonianza di tale atto suicida arriva direttamente dalla bocca del macchinista che ha descritto chiaramente gli ultimi istanti di vita dell’avvocato prima di lanciarsi sotto il treno.

Delhòn non era un personaggio da poco conto, data la sua presenza vicino ai governi dell’ex presidente Néstor Kirchner, dopo un’iniziale incarico alla sanità del Governo argentino, i suoi interessi si sono lanciati nel mondo del calcio arrivando a ricoprire la carica di funzionario nel progetto attuato dal governo argentino “Futbol para todos” insieme, all’uomo di partito kirchnerista, Pablo Paladino. L’intento di questo programma statale era quello di rendere pubblico il calcio argentino, utilizzando fondi pubblici, cosi da poter dare alla popolazione le dirette di tutte le partite del campionato in maniera totalmente gratuita.

I motivi che hanno spinto Delhòn a compiere tale gesto risiedono in quello che sarebbe avvenuto di lì a breve nel processo Fifagate. Alejandro Burzaco, un altro personaggio-chiave del sistema che in Argentina si muove sul confine tra calcio, politica e affari, sarebbe stato ascoltato a breve dagli inquirenti. Questo nuovo personaggio, classe 1964, ex rugbista, con doppio passaporto argentino e italiano,  è stato per anni il CEO di Torneos y Competencias una società argentina specializzata nell’organizzazione di eventi e produzione audiovisiva.

Burzaco ha rivelato il giro di tangenti versate ai due dirigenti del programma statale Futbol para Todos, cioè il suicida Jorge Delhòn ed il collega Pablo Paladino, si tratterebbe di una cifra vicina ai 4 milioni di dollari, pagati in piu trance tra il 2011 ed il 2014, e sarebbe questo il motivo che ha portato al suicidio dell’avvocato argentino.

Notizie che dovrebbero fare il giro del mondo per evidenziare la gravità ai vertici del calcio sudamericano e delle possibli soluzioni da attuare onde evitare tali dinamiche di corruzione.

 

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