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Sudan: lo striscione su Hitler e quel sentimento anti israeliano in Africa

Nei scorsi giorni è circolato online un video, che ha lasciato perplessi molti lettori, raffigurante i tifosi dell’ Al Hilal, squadra di Omdurman, la città più grande del Sudan. Infatti, durante il derby fra Al Hilal e Al Merreikh, giocatosi il 25 novembre e valevole per la vittoria del campionato sudanese, il gruppo ultras Blue Lions, sponda Al Hilal, ha srotolato una gigantografia del volto di Adolf Hitler, il tutto accompagnato da cori pro Olocausto.

Qui è da focalizzare l’attenzione. Per quanto riguarda la stampa italiana e internazionale, infatti, in molti si sono limitati a sottolineare lo sdegno per aver inneggiato all’olocausto, il The Mirror, noto quotidiano britannico, riconduceva il tutto al brutale sterminio ebraico intitolando: “A gruesome first’: Football fans probed after ‘celebrating the Holocaust’ with huge Adolf Hitler banner. Supporters appeared to celebrate Adolf Hitler’s campaign of genocide which saw around 17 million innocent victims, including six million Jews, slaughtered in World War Two death camps.”

La società africana dell’ Al Halil,  ha condannato duramente quanto avvenuto all’interno dello stadio, prendendo le distanze dal gesto dei propri supporters; pronta anche la risposta del gruppo Ultras Blue Lions, i quali hanno difeso le proprie azioni, affermando che l’intenzione era “quella di inviare un messaggio sarcastico al club rivale” in occasione di un match cosi importante.

In una dichiarazione rilasciata  sulla loro pagina Facebook, il gruppo ha sottolineato che lo striscione  era destinato a “inviare un messaggio sarcastico al club avversario … e ha svolto il suo ruolo perfettamente”.

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Da sottolineare la presenza, nelle numerose immagine messe a disposizione dallo stesso gruppo ultras, della bandiera raffigurante lo Stato Palestinese,  il tutto accompagnato da una cornice di commenti anti sionisti ed antisemiti da parte dei sostenitori dell’ Al Hilal, il tutto riconducibile alla situazione politica che si respira internamente al paese africano ed alla politica svolta dal presidente sudanese Bashir, accusato di genocidio.

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Dopo aver preso il potere con un colpo di stato militare nel 1989, Omar Bashir ha lanciato una sanguinosa guerra civile contro le popolazioni non musulmane in quello che ora è denominato il Sud Sudan, perseguito una implacabile guerra genocida contro le popolazioni musulmane non africane del Darfur e schiacciato le proteste pacifiche dei sudanesi cittadini che cercano riforme politiche ed elezioni giuste. La Corte internazionale di giustizia (ICC) ha accusato Bashir di crimini contro l’umanità e crimini di guerra nel Darfur e ha emesso un mandato di arresto nel 2009.  L’indipendenza del 2011 del Sudan del Sud, la conseguente perdita di una zona ricchissima di giacimenti di petrolio e minerali, ha portato lo stato del Sudan in una gravissima condizione economica, il tutto riconducibile, secondo le parole e le azioni del Presidente sudanese Omar Bashir, agli interessi israeliani nella regione.

Ed ecco che quindi quello striscione esposto durante una partita di calcio, assume un significato profondo, volto a sottolineare l’aria tesa che si respira nello stato africano, oramai da decenni nell’occhio di una sanguinosa guerra civile.

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