Avellino, da provinciale a culla di talenti: voi li ricordate tutti?

Dici Avellino e il pensiero vola subito, immediato, al calcio. I dieci anni di Serie A, la legge del Partenio, il tifo caloroso. È una storia di grande tradizione, di amore e passione. Fatta di grandi campioni, che da Avellino sono partiti per poi spiccare il volo verso il grande calcio. Una costante che ha fatto e fa della piazza irpina una delle fucine di talenti più apprezzate in Italia. Il motivo? Avellino è una piazza importante, capace di temprare sia l’uomo che il calciatore. È una piazza che chiede tanto, ma al tempo stesso dà tanto. Ed è per questo che è diventata spesso culla di campioni. Quello di Zappacosta, passato in estate al Chelsea a tre anni dal suo addio ai lupi, è soltanto l’ultimo esempio. I prossimi? Bastien, Biraschi e Omeonga sono già pronti a seguire le orme del terzino dei Blues. Intanto, ecco una lista dei calciatori che partiti da Avellino sono riusciti, nel giro di 5 anni dal termine della loro esperienza in Irpinia, ad arrivare in una big.

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[tps_title]Angelo Alessio[/tps_title]

Dal Solofra all’Avellino fino alla Juventus. Alessio, polivalente centrocampista classe ’65, è stato uno dei più grandi talenti lanciati dall’Avellino. Tre le stagioni vissute con il biancoverde addosso prima del grande salto in bianconero. Sposato con una avellinese, Alessio ha saputo poi lasciare il segno nel cuore dei tifosi juventini. Senza tuttavia mai dimenticare chi lo lanciò, come dimostra il saluto sotto la curva irpina nel 2013 in occasione di Juventus-Avellino. Oggi Alessio fa da vice a Conte e lavora al Chelsea. Chissà se avrà avuto modo di parlare con Zappacosta del suo passato ad Avellino…

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[tps_title]Andrea Carnevale[/tps_title] È il 1979 quando l’Avellino decide di puntare su Carnevale, all’epoca promettente attaccante, prelevandolo dal Latina. Nel biennio in Irpinia Carnevale non troverà molto spazio (11 presenze e 1 gol, il primo in massima serie contro l’Ascoli), ma sarà poi il protagonista del primo scudetto del Napoli siglando il gol decisivo.

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[tps_title]Pasquale Casale[/tps_title]

Originario di Cervinara, Casale cresce nelle giovanili del Napoli prima di trasferirsi all’Avellino nel 1978. È la prima stagione dei lupi in Serie A ed è proprio Casale a realizzare il gol che vale la prima salvezza in massima serie dei biancoverdi. Nel 1983 torna a Napoli per poi indossare ancora la maglia dell’Avellino in due occasioni.

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[tps_title]Giovanni Cervone[/tps_title]

Quella del portiere classe 1962 è l’unica eccezione presente nella nostra lista. Dal suo addio ai lupi all’arrivo alla Roma passano infatti 6 anni. In Irpinia gioca appena 6 partite dall’80 all’83 ma diventa poi un punto fermo della Roma, con cui disputa quasi 200 gare.

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[tps_title]Angelo Colombo[/tps_title]

L’Angelo biondo del calcio italiano spicca il suo volo proprio ad Avellino. Nel 1984 è Pierpaolo Marino a spingere fortemente per il suo arrivo. Colombo resta in Irpinia per una sola stagione, quella che lui stesso ha recentemente definito come la migliore della sua carriera. Poi va all’Udinese e nel 1987 al Milan. Diventa un titolarissimo nel Milan degli Immortali e viene definito da Sacchi come “più importante di Maradona”. Senza mai dimenticare il “suo” Avellino.

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[tps_title]Fernando De Napoli[/tps_title] Da Chiusano San Domenico con furore. “Rambo” De Napoli resta ad oggi l’unico calciatore biancoverde ad aver disputato un Mondiale con la nazionale italiana, quello in Messico del 1986. 73 i gettoni collezionati in Irpinia prima del passaggio al Napoli, dove De Napoli vince trofei nazionali e continentali prima di passare al Milan nel 1994.

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[tps_title]Ramon Diaz[/tps_title]

Basta un dato: il miglior marcatore biancoverde in Serie A. L’impatto della punta argentina sul mondo Avellino è stato di quelli importanti, di quelli capaci di creare un legame indissolubile. Dalla sua cessione alla Fiorentina la dirigenza irpina ricava 10 miliardi di lire. L’esplosione definitiva del Pelado arriva poi all’Inter, con cui conquista da protagonista assoluto lo scudetto dei record (1988-89).

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[tps_title]Rodrigo Ely[/tps_title]

Nell’estate del 2014 il ds De Vito con una corte serrata convince il giovane centrale brasiliano a trasferirsi in Irpinia. Sotto la guida di mister Rastelli Ely disputa una stagione molto importante che convince il Milan, che lo aveva scaricato anzitempo, a puntare nuovamente su di lui. Mihajlovic decide in estate di affidargli una maglia da titolare, ma dopo qualche brutta prestazione Ely finisce nel dimenticatoio. Oggi gioca all’Alaves, alla ricerca del rilancio.

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[tps_title]Luciano Favero[/tps_title]

La coppia Favero-Di Somma è uno dei miti del decennio dei lupi in Serie A. Fare gol al Partenio diventa una missione quasi impossibile. Dopo tre anni Favero saluta Avellino e si trasferisce alla Juventus. Sembrava di passaggio e invece diventa un punto fermo della retroguardia bianconera. L’erede di Gentile, per la precisione. A Torino diventa campione d’Europa e del mondo.

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[tps_title]Jorge Juary[/tps_title]

Nell’immaginario del tifo biancoverde, probabilmente Juary rappresenta il non plus ultra della storia del lupo. I suoi gol, accompagnati dalla celebre danza intorno alla bandierina, vivono ancora negli occhi dei tifosi. Dopo due anni da stella in Irpinia sceglie l’Inter. La fortuna non lo assiste, ma l’asso brasiliano ha modo di rifarsi nel 1987 con la maglia del Porto. Un suo gol al Bayern Monaco, infatti, permette ai lusitani di conquistare la Coppa dei Campioni.

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[tps_title]Giuliano Musiello[/tps_title]

Il primo campioncino sfornato ad Avellino è stato proprio Musiello, attaccante classe ’54 che nella stagione ’75-76 (l’unica disputata in Irpinia) realizza 18 gol conquistando così il titolo di capocannoniere in Serie B a pari merito con Pruzzo. L’ottima stagione disputata agli ordini di Giammarinaro prima e Viciani poi gli vale il passaggio alla Roma, dove gioca per due stagioni siglando in totale 10 marcature.

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[tps_title]Antonio Nocerino[/tps_title]

A 18 anni Nocerino si trasferisce dalla Berretti della Juventus all’Avellino. In Serie B. Nonostante la giovane età, Zeman lo schiera titolare praticamente per tutta la stagione. La grinta e la tempra da mediano vecchio stampo già si intravedono. Nel 2008 il rientro alla Juventus. Non l’unica esperienza in una big, visto che nel 2011 si trasferisce al
Milan con cui disputa una stagione da record (11 reti).

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[tps_title]Fabio Pecchia[/tps_title]

Come Nocerino, anche l’attuale tecnico del Verona fa il suo esordio tra i professionisti tra le fila dei lupi biancoverdi. Cresciuto nel settore giovanile, Pecchia disputa ad Avellino due stagioni (dal ’91 al ’93) totalizzando 33 presenze e 1 gol. Nell’estate del 1993 passa al Napoli, dove disputa quattro grandi annate prima di passare alla Juventus.

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[tps_title]Ottorino Piotti[/tps_title]

Uno dei grandi simboli dell’Avellino promosso in A nel ’77-78 è sicuramente il portiere nativo di Gallarate. Dopo la storica giornata di Marassi, Piotti resta ancora per due anni in biancoverde ottenendo anche la convocazione nella Nazionale olimpica (primo calciatore dell’Avellino ad esserci riuscito). In tre anni Piotti non salta nemmeno una gara prima di salutare i lupi e di trasferirsi al Milan, dove resta per quattro stagioni.

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[tps_title]Fabrizio Ravanelli[/tps_title]

Premessa: Penna Bianca ad Avellino non ha avuto particolare fortuna (appena 7 apparizioni nella stagione ’89-90). Tutto sommato, dopo il suo addio ai lupi Ravanelli è stato capace di lasciare il segno in tutte le piazze in cui ha giocato fino ad arrivare alla Juventus, con cui vince tutto da vice-capitano. Recentemente, Ravanelli ha dichiarato di sognare di poter dare alla piazza irpina da allenatore quanto non è riuscito a dare da centravanti.

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[tps_title]Vincenzo Romano[/tps_title]

Due buoni anni ad Avellino (’78-80) portano il difensore alla Roma. In giallorosso Romano rimane per una sola stagione, nella quale conquista il successo in Coppa Italia. Dopo qualche altra esperienza (Genoa, Bologna) arriva poi il ritorno alla casa madre fino alla retrocessione in B del 1988.

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[tps_title]Stefano Tacconi[/tps_title]

L’asse Avellino-Juventus è sempre stato molto caldo e quello di Tacconi è forse il caso più emblematico. Il portiere, protagonista di un fantastico triennio in massima serie con i lupi, diventa un simbolo anche in bianconero raccogliendo l’eredità di Zoff e vestendo la maglia numero uno per 10 anni. Ancora oggi, a distanza di anni, Tacconi non perde occasione per ricordare i suoi inizi in Irpinia e per ringraziare una piazza che lo ha amato tantissimo.

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[tps_title]Giuseppe Taglialatela[/tps_title]

All’età di 20 anni l’Avellino punta su di lui e gli affida la maglia da titolare in Serie B. Il portiere è il più utilizzato dei suoi e a fine stagione si guadagna la possibilità di tornare a casa, al Napoli, dove disputa una stagione da dodicesimo. Dal ’93 difende poi la porta azzurra da titolare e diventa per tutti “Batman”. Chiude la carriera proprio nell’Avellino, nella sfortunata stagione ’05-06.

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[tps_title]Beniamino Vignola[/tps_title]

Centrocampista dalla tecnica sopraffina, Vignola dispensa la sua classe al Partenio per 3 anni prima di trasferirsi alla Juventus per ricoprire il ruolo di vice-Platini. Nonostante l’ingombrante presenza del francese, in bianconero Vignola vince da protagonista la Coppa delle Coppe nel 1984. Senza mai dimenticare Avellino e quei litigi con il commendatore Sibilia che lo invitava sempre a dare di più.

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[tps_title]Davide Zappacosta[/tps_title] L’ultima perla. Arrivato dall’Isola Liri come esterno di centrocampo, Zappacosta si trasforma in esterno basso proprio durante la sua avventura avellinese. Prima Bucaro e poi Rastelli plasmano le sue doti. Doti che Zappacosta mette in mostra in Irpinia fino al 2014 prima di passare all’Atalanta prima e al Torino poi. In estate, l’avvento al Chelsea per 25 milioni di euro. L’esordio in Champions con un eurogol e una corsa che sembra non volersi fermare mai. Con un pezzo di Avellino tatuato sempre sulla pelle. E nel cuore.

AVELLINO, ITALY – AUGUST 24: Davide Xappacosta celebrates with his teammate Fabio Pisacane after he scored a goal during the Serie B match between AS Avellino and Novara at Partenio-Adriano Lombardi Stadium on August 24, 2013 in Avellino, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

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