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Laverone è da “Libro Cuore”, Novellino sbaglia troppo: ma il processo fa paura

Pazzesco al Tombolato. Una partita stranissima. Con un Laverone che veste i panni di “Santo” goleador. E salva l’Avellino. Che torna a casa con un punto pesante che vale più per l’autostima che per la classifica.

Oramai la vittoria è solo un miraggio. Manca, se la memoria non ci inganna, dalla noiosissima partita con la Pro Vercelli. Quello di oggi, è stato ormai il solito Avellino di sempre. Quello svogliato, impaurito. Quello degli ultimi mesi. Cittadella facile. Gioca sul velluto, punta sulla velocità. Mette subito all’angolo gli irpini incapaci di reagire con Suagher e Kresic mandati a vuoto, quasi sempre, dagli avanti veneti.  Fioccano le azioni per i locali. Che sprecano ed imprecano in più di una occasione. Il vantaggio è un dettaglio. E arriva dopo un’ottima azione di contropiede coronata da Chiaretti . Fino al 38’ la porta dei veneti sembrava lontanissima, con i biancoverdi che mai erano arrivati fin dentro l’area di rigore avversaria, con un Ardemagni oramai spento, irriconoscibile, nervoso incapace di controllare molti palloni semplici. Poi la luce. O meglio, il lampo. Il goal di Laverone – il primo tiro porta al pareggio – che prova a tirare su gli animi degli irpini, il passaggio avvenuto precedentemente alla difesa a quattro. Il secondo tempo si apre con la stessa sceneggiatura del primo tempo. Forte pressing del Cittadella alla disperata ricerca del goal del vantaggio. L’espulsione di Suagher complica la situazione per Novellino, un espulsione stupida che non merita altri termini, cartellino rosso che arriva in seguito ad un fallo di reazione in fase difensiva dello stesso Suagher.

Un Avellino che rinasce nel momento in cui entra il giovane Asencio; una prestazione ottima per il giovane spagnolo biancoverde che fin da subito fa tutto ciò che non aveva fatto Ardemagni per metà gara. Salta su ogni palla, lotta senza cadere a terra creando spazi per i propri compagni, dimostrando di essere un giocatore che meriterebbe un po’ più di fiducia da parte di mister Novellino.

Il rigore, causato da Radu, che porta in vantaggio il Cittadella per 2-1, non avvilisce l’Avellino che nonostante lo svantaggio e l’uomo in meno mostra il desiderio ed il coraggio di agguantare il pareggio. Un colpo di testa di Asencio sembra illudere tutti, ma la parata prodigiosa di Paleari spegne ogni entusiasmo. A pochi minuti dalla fine il secondo rigore per il Cittadella sembra porre la parola fine sul match. Ma Radu intuisce il tiro di Litteri e respinge prontamente. Pochi minuti dopo, in pieno recupero la prodezza dalla distanza di Laverone che col secondo tiro della gara da parte del numero 27, conquista il pareggio tanto ricercato dall’Avellino in un finale di gara pazzesco.

Il match di oggi è stato basato su episodi e su un Laverone che ha indovinato due grandi tiri dalla distanza, per niente facili,  con un Avellino che fino all’ingresso di Asencio faticava a creare qualcosa d’importante in avanti, mostrandosi ben poco nella porta avversaria. Quanto visto oggi deve incentivare Novellino ad utilizzare al meglio il giovane spagnolo soprattutto in un momento dove il numero 9 Ardemagni non vede la porta, disputando da troppo tempo oramai delle gare sottotono.

Novellino si trova in una posizione complicatissima, con pochi giocatori a disposizione e il peso degli errori tecnici commessi nelle partite precedenti. Un pareggio che dà speranza in un’acquisizione di fiducia da parte della squadra, ma un punto che deve stimolare Novellino a comprendere quali siano i suoi errori nell’undici iniziale, con un Avellino ammalato di pareggi e sconfitte.

Un punto prezioso per la classifica degli Irpini, sempre più vicini alla zona play out e con il processo per il caso di presunte combine (Money Gate) del 15 dicembre sempre più vicino.

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