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Sognare, volare, entusiasmare: Avellino, puoi farcela

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Sognare non costa nulla. E nemmeno volare. Magari con la fantasia. Quello si sa, fa parte dell’inconscio. E il cuore. Quello lo abbiamo già sentito. Batteva forte nel secondo tempo contro il Brescia. Batteva a mille. Perchè l’Avellino non voleva perdere e voleva dimostrare a tutti che poteva farcela. Un rigore sbagliato prima dei due gol. Ed è cominciata come è finita la scorsa stagione. Una rete di Castaldo a sancire una salvezza contro il Latina. Un altro gol, stavolta contro il Brescia all’esordio, per cominciare col piede giusto. Con entusiasmo. Si. entusiasmo. E’ quello di cui ha bisogno questa piazza, questa città, questa provincia. E poi si torna indietro nel sogno. Quello magari di rivedere il Partenio-Lombardi prima nei limiti di una capienza ferma da anni a 10mila. Ma quei 10mila sono tanti, per ora. Quasi irraggiungibili. Si ma per chi? Per l’Avellino, per l’Irpinia? Ma dai. Quel Partenio-Lombardi nei tempi andati era strapieno di sogni. Di gente che non aspettava altro per volare. E per entusiasmarsi. Ed ancora innamorarsi. E sorridere, magari anche nella sofferenza. E allora, la squadra, faccia di nuovo innamorare questa gente. E la conduca per mano di nuovo allo stadio. Perchè Avellino è conosciuta nel mondo come la “provinciale” più bella. E lasciamo stare gli amarcord. Lasciamo stare anche gli anni della Serie A. Lasciamo stare tutto e confidiamo ora nei risultati di una squadra allenata da un condottiero che ha dimostrato e mostrato di tenerci più di tutti a questi colori. Ai calciatori chiediamo di prendere esempio da lui. E dalla gente d’Irpinia. Non si molla di un centimetro, allora. Insieme si può vincere. Con tutti i limiti che può avere ancora questa squadra, si può lottare per qualcosa di importante. Anzi, si deve. #unitisivince era lo slogan coniato ai tempi di Rastelli. Erano i tempi in cui una traversa di Castaldo, a Bologna, ci svegliò dal sogno. Come un pugno nello stomaco, uno schiaffo in pieno volto, ci svegliammo piangendo. Ma in quella gara l’Irpinia conquistò la stima dei bolognesi. E scusate se è poco. Ai calciatori chiediamo sudore e amore. Magari anche vittorie. Per svegliarci magari alla fine. Senza pugni nè schiaffi. Ma con il sorriso. Che potremmo trovare stampato sul viso domenica sera. Continuità, gioco, sudore, amore, vittoria. E allora proviamoci ancora. E il Partenio-Lombardi pian piano si ripopolerà in ogni settore di bandiere e colori. Bianco e verde. Già. Bianco e verde. Proviamoci.

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