La storia del Modena calcio è terminata dopo 105 anni di storia, ieri a Santarcangelo di Romagna è arrivata la fine tanto annunciata.
Ieri l’ennesima rinuncia a presentarsi sul rettangolo di gioco. La quarta partita consecutiva senza presentarsi sul rettangolo di gioco e come il regolamento prevede, è arrivata l’esclusione della società modenese. Non sono bastate le pressioni del neo presidente Aldo Taddeo, che cercava una mediazione con le Lega per poter far scendere in campo la squadra Berretti in attesa del pagamento degli stipendi della prima squadra, in sciopero da varie settimane proprio per via di questa situazione catastrofica.
Alle 19.15 l’arbitro Andrea Colombo ha dichiarato la non presenza del Modena calcio e quindi ha sancito la sconfitta a tavolino e ha fischiato la fine dei giallo-blu. Il giudice sportivo potrebbe anticipare a oggi le sue decisioni, data che la prossima giornata sarà mercoledì e stabilire la radiazione del Modena, mentre sempre oggi Taddeo dovrebbe presentare istanza di fallimento della società.
Si prospetta il ritorno al calcio giocato per il Modena dalla Serie D, senza il debito di 5mln, senza il logo storico, senza la denominazione storica.
Ma a Modena in molti spingono per una proposta innovativa per il calcio italiano, meno per quello estero, cioè la proposta dell’Azionariato popolare di Andrea Gigliotti: «La nostra idea era seria e concreta, avremmo fatto sacrifici in prima persona ma almeno avremmo garantito al club di tenere alta la testa. Ma in Italia progetti come il nostro sono destinati a fallire sempre, e invece, come accade in Spagna e in mille altri posti al mondo, è questo l’unico futuro del calcio».