Caro direttore,
se devo essere sincero, questa poule scudetto quando è iniziata mi lasciava piuttosto indifferente. Ho provato un pizzico di sadico piacere per l’1-0 al Bari, vero, ma ero ed in fondo rimango convinto che importante fosse esclusivamente la promozione. Il resto è solo un corollario. Quando però ieri ho visto il gruppo premiato, felice orgoglioso e saltellante in mezzo allo stadio di Perugia, beh, ho provato una sensazione molto piacevole. Sarà solo serie D, ma la parola scudetto fa il suo effetto. Noi poi mica siamo abituati a mettere titoli in bacheca!
L’Avellino merita un plauso insomma, da quando è scivolato sull’orlo del baratro la squadra ha saputo ricompattarsi e ripartire. A mille all’ora, finalmente conscia di cosa significhi indossare questa maglia. Anche nell’appendice conclusiva credo che questa consapevolezza abbia avuto un ruolo ed un peso, perché nonostante la fatica nessuno si è tirato indietro.
Mi auguro in ogni caso che nel frattempo chi di dovere abbia iniziato il lavoro di costruzione dell’Avellino che verrà. Per una C da protagonisti servono molti innesti di qualità. Non vanno confusi razionalità e programmazione con riconoscenza e sentimenti. Il professionismo è un’altra cosa. E chi ieri ha vinto non necessariamente dovrà restare.