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Avellino, che ti succede? Ecco i 5 motivi della crisi biancoverde

Game over. La sconfitta con la Ternana ha segnato ormai definitivamente la stagione dei lupi: niente playoff. Una sconfitta che nasce da diversi motivi. Una sconfitta che brucia e che scatena l’ira della Sud. I fischi a fine gara valgono più di mille parole. Ma andiamo ad analizzare quelle che sono le ragioni di questa debacle.

1) ATTEGGIAMENTO In passato era stato sempre il punto di forza dei lupi. La fame agonistica, la voglia di vincere e di onorare la maglia. Quella voglia sembra essere sparita in questo girone di ritorno. Ieri i biancoverdi avevano l’occasione di avvicinarsi alla zona playoff e di dare un senso a questo finale di campionato. Queste partite si caricano da sole, generalmente. E invece l’Avellino si è abbandonato alla mediocrità e all’anonimato. E alla prima difficoltà si è abbattuto, come più volte successo in questo periodo. Il secondo tempo è stato indecente: la squadra ha incassato l’1-0 e non ha più reagito. Zero voglia, zero cattiveria. Perché? La Sud ha provato a saperne di più con un colloquio a fine gara.

2) TESSER Dispiace dirlo, ma se la squadra non ha grinta e non ha ancora trovato un equilibrio, inevitabilmente la responsabilità va al mister. Il tecnico sembra essere in chiara difficoltà nella gestione di una squadra stanca (qui sul banco degli imputati ci finisce la preparazione) e vuota mentalmente. Nel secondo tempo di ieri il cambio di modulo di Breda lo ha letteralmente disorientato: è lì che la Ternana ha vinto la partita. Buon tecnico e bravissima persona, ma non è l’ideale per questa piazza. Serve un sanguigno, serve un sergente capace di strigliare la squadra e di farsi sentire di più.

3) CONDIZIONE FISICA Da un paio di partite a questa parte i centrocampisti biancoverdi stanno vivendo un calo sempre più preoccupante. Non è un caso che la crisi abbia avuto inizio proprio con il momento no di Arini e Gavazzi. Il problema è che il mister li tiene dentro nonostante le loro evidenti difficoltà. La squadra corre poco e male e non riesce ad avere intensità nelle due fasi. Evidentemente il richiamo di preparazione non ha portato i suoi frutti. L’anno scorso, per gli stessi motivi, si sollevò un polverone mediatico che fu tra le cause dell’addio di Rastelli.

4) IL CALO DI CASTALDO Cosa è successo a Gigi? L’uomo chiave dei lupi non riesce più ad incidere. Due rigori sbagliati e prestazioni incolore per un giocatore dalla sua classe. L’Avellino ha vissuto il miglior periodo della propria stagione (6 vittorie consecutive) con Castaldo al top. Con il calo fisico del numero 10 c’è stato il crollo di tutta la squadra. Non può essere un caso. Più che il calo fisico, però, preoccupa il resto: Castaldo non ha più gli occhi della tigre. Non ha più quella voglia di mangiarsi l’erba. Perché, Gigi? Smentiscici subito con il Crotone.

5) SCELTE SOCIETARIE Si parla di playoff ma il mercato invernale, col senno di poi, si è rivelato un clamoroso flop. Partito Trotta (davvero non lo si poteva più trattenere?) bisognava sostituirlo con un elemento di qualità. E invece è arrivato Joao Silva, poco utilizzato sinora da Tesser. Pucino e Sbaffo subito bocciati. Pisano in ritardo di condizione. Se si vuole puntare a qualcosa di importante i migliori calciatori vanno trattenuti. E invece puntualmente vengono ceduti, anche con fretta. A questo proposito, Bastien e Biraschi sono già sulla lista dei partenti. Come non detto. Ripartire subito ed ottenere quei pochi punti che mancano per mettersi al sicuro è troppo importante. I lupi devono ritrovare la propria identità. Lo devono ai tifosi, come sempre encomiabili nel supportare la squadra durante la gara, e a sé stessi.

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