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Irpinia Trekking – 4 escursioni per 4 stagioni

[tps_title]Cos’è Irpinia Trekking[/tps_title]

Irpinia Trekking ci fa immergere in una disciplina volta a migliorare la persona sia nel corpo che nella mente, Vito Rago ci spiega cosa vuol dire Irpinia Trekking illustrandoci il progetto -“4 escursioni per 4 stagioni” in programma dall’associazione irpina.

Il termine trekking (passeggiando) è un vocabolo inglese sinonimo di “escursionismo”. Infatti il trekking è una forma di escursionismo a piedi che consiste nel camminare in  ambienti naturali su percorsi, spesso poco agevoli, ma sicuri, pernottando eventualmente in tenda o in rifugio.

Di solito si pratica in montagna, ma anche al mare, in collina, sul litorale, sul fiume, sul lago.I percorsi possono essere lunghi, ripidi, faticosi ma anche facili e rilassanti. Non presenta particolari difficoltà tecniche e  può essere praticato a tutte le età, tenendo sempre conto della difficoltà dell’itinerario ed adottando ovviamente le dovute accortezze.

Il trekking è un’attività benefica per la salute, è il modo migliore per mantenersi in forma camminando per ore senza fretta, in un ambiente sano, naturale piacevole, senza fastidiosi rumori e in un’atmosfera non inquinata. Una passeggiata di 45 minuti tre volte a settimana e per un periodo di quattro mesi aiuta a perdere peso, riduce gli ‘acciacchi’ e rende le donne in menopausa più vitali e attive. Il trekking, del resto, influisce positivamente su tutte le funzioni dell’organismo, poiché muscoli e legamenti si rinforzano, le articolazioni diventano più mobili e il tessuto osseo si mantiene compatto.

«Star seduti il meno possibile; non fidarsi dei pensieri che non sono nati all’aria aperta e in movimento, che non sono una festa anche per i muscoli».

 

Non è il consiglio di un guru del benessere, ma la tesi di un grande filosofo, quel Friedrich Nietzsche per cui la marcia è soprattutto salire, innalzarsi.

Per noi di Irpinia Trekking questa disciplina è da intendersi cosi:

Energia. La prima energia che si percepisce camminando è quella del proprio corpo in movimento: non si tratta di un’esplosione di forza, è piuttosto un irraggiamento continuo e sensibile. Quindi c’è l’energia della terra, che, «a furia di sentire la sua gravità, di tornare a posarsi su di essa ad ogni passo», è una sorta d’inspirazione di energia continua. Poi c’è il cuore, che batte più forte, il suo moto si amplifica, il sangue circola più veloce, con più forza. E infine, c’è il paesaggio, fonte di un’energia che «sostiene, trasporta, nutre».

Non è uno sport. Lo sport è prestazione; camminare invece è mettere un piede davanti all’altro, è un gioco da bambini. Si è provato a creare un nuovo mercato di accessori: non si cammina più, si fa “trekking”. Ma per camminare occorrono anzitutto due gambe. Il resto è inutile.

Esser fuori. Camminare significa essere all’aperto, abitare il fuori che diventa il “nostro elemento”.

Libertà. Liberarsi del fardello delle preoccupazioni, dimenticare per un momento gli impegni: questa è la “libertà sospensiva” della marcia. Camminare, però, libera in noi anche la parte ribelle, arcaica: i nostri appetiti diventano scabri e intransigenti. Il terzo stadio è infine la libertà di chi rinuncia: per il filosofo Gros è la massima libertà, quella del “distacco perfetto”.

Lentezza. Non s’impara a camminare, tutti lo sanno fare. Ma si deve re-imparare la regolarità del passo, la sua uniformità. Le giornata passate a camminare lentamente sono lunghissime: «fanno vivere di più, perché si è lasciata la libertà di respirare, di approfondirsi». Come disse un maestro all’autore mentre salivano un monte, «solo chi ha paura di non arrivare corre forte!».

Solitudine. Camminando, è necessario trovare il proprio ritmo fondamentale, e mantenerlo. La solitudine assoluta non è indispensabile. Fino a tre-quattro persone si può ancora camminare. Oltre, dice Gros, si ha «una colonia, un esercito in marcia… Un inferno… La società trasferita in montagna ». Essere immersi nella Natura, invece, è una sollecitazione permanente. Tutto ci parla, ci saluta: le piante, i fiori, il colore dei sentieri, il soffio del vento, il ronzio degli insetti. Anche la pioggia.

Silenzio. Il silenzio non è altro che la fine del chiacchiericcio, di «quel rumore permanente che fa da schermo, confonde tutto e invade come la gramigna i vasti prati della nostra presenza ».

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