Poche ore fa è stato ufficializzato il nuovo allenatore della Juventus. Come ormai quasi noto da settimane, si tratta del toscano Maurizio Sarri. Un tecnico che ha fatto tantissima gavetta, è partito dai campi polverosi di provincia, per prendersi poi le sue rivincite in Italia prima, quando col suo calcio ha dato spettacolo a Empoli e a Napoli e poi in Premier League, dove col suo Chelsea ha appena vinto l’Europa League. Il suo percorso, ora, lo vede approdare, a 60 anni, da Madama, alla Juventus, nel club più prestigioso in Italia.
Un allenatore che ha dimostrato di avere anche tanto carattere, carisma, determinazione, e ce ne vuole davvero tanta per arrivare da così lontano, ai vertici del calcio in pochi anni.
Con Sarri, si ripercorre quella linea Avellino – Juventus che tante volte abbiamo visto negli anni ’80, con tantissimi calciatori sbocciati al Partenioe passati poi alla Vecchia Signora. Ma oggi parliamo di allenatori. Oltre Sarri, ci sono altri casi di allenatori che hanno fatto tanta gavetta, passando dall’Avellino e per finire poi alla Juventus, ma attenzione, anche viceversa. Andiamo a scoprirli insieme partendo proprio dal neo tecnico della Juventus.
[tps_title]Maurizio Sarri[/tps_title]Nativo di Napoli (per chi non lo sapesse), da piccolo con la famiglia si trasferisce in Toscana, divenendo poi un toscanaccio doc. Sarri è il classico esempio di quegli allenatori che hanno avuto una “carriera” da giocatore solo come dilettanti, infatti, prima di diventare un allenatore professionista, lavorava in una banca e nel tempo libero si dilettava ad allenare. Ricorda per certi versi la storia di Arrigo Sacchi, anche lui senza esperienza da calciatore, ma capace poi di rivoluzionare la storia del calcio al Milan. Sarri parte da lontanissimo, dalla Seconda Categoria, negli anni ’90, poi il suo approdo in Serie D, con il Sansovino in 3 anni dall’Eccellenza arriva alla C2 nel 2003. Poi l’approdo alla Sangiovannese che porta in C1.
Nel 2005 arriva la chiamata di un club importante come il Pescara, in Serie B. Sarri salva gli abruzzesi con 3 giornate di anticipo, dopo che li aveva presi ultimi molto staccati dalla zona salvezza. Poi passa all’Arezzo nella stagione 2006-07, sostituendo il dimissionario Antonio Conte. Con i toscani arriva ai quarti di finale di Coppa Italia ma in campionato balbetta, venendo esonerato, non senza aver strappato però un 2-2 storico contro la Juventus all’Olimpico (primo suo incrocio con Madama) nell’anno della Serie B dei bianconeri.
E fu così che nell’estate 2007 viene chiamato dai fratelli Pugliese per la guida dell’Avellino che era appena tornato in Serie B. Il 18 luglio 2007 inizia la brevissima esperienza con l’Avellino: si dimette il 23 agosto, dopo la gara di Coppa Italia persa con l’Ascoli 0-2, senza cominciare il campionato di Serie B, ritenendo di non poter lavorare in quella che viene da lui descritta come «una situazione priva di programmazione e organizzazione». E il buon Maurizio c’aveva visto bene, con l’Avellino che nel giro di una stagione, fallì.
Sarri ripartì dal Verona, sempre in B, e ottenne un esonero. Poi Grosseto, Alessandria e Sorrento in Serie C, in una carriera che sembrava, nel 2011, ormai in declino dopo aver toccato la Serie B. Ma ecco che arriva il colpo di coda del tecnico che firma nell’estate 2012 con l’Empoli in Serie B, in quella che sarà la svolta della sua carriera. Il primo anno i toscani chiudono quarti in B, ma l’anno successivo Sarri porta l’Empoli in Serie A. E’ il 2014-15, quando Sarri debutta in Serie A con l’Empoli, impressionando tutti per il suo gioco offensivo, portando l’Empoli ad essere una provinciale rispettata e temuta da tutti, arrivando a salvarsi diverse giornate prima della fine, con una rosa, considerata da tutti, spacciata in partenza. Non male per un esordio in Serie A. E quell’esordio fu notato da De Laurentiis, che si innamorò di quella squadra e prese Sarri per il suo Napoli nell’estate 2015. In 3 stagioni all’ombra del Vesuvio, Sarri, conquista tutti, record su record, un gioco spettacolare, viene definito “comandante” dai suoi tifosi, mette paura alla Juve, con la quale ingaggia un duello per lo scudetto nella stagione 2015/16 prima, e 2017/18 poi, risolti entrambi a favore dei bianconeri. Non sono mancate polemiche, punzecchiate, ma il tecnico toscano in pochi anni, dalla periferia ha sfiorato il tetto d’Italia. Lasciato Napoli al termine di quella stagione, si avventura al Chelsea, in Premier, dove ha dinanzi due corazzate come M. City e Liverpool. Chiude terzo, non stimato fino in fondo dalla piazza, ma chiude con la vittoria dell’Europa League.
Lascia da vincente dunque, per approdare dal 16 giugno 2019 alla Juventus.
[tps_title]Rino Marchesi[/tps_title]L’unico allenatore che di fatto, oltre Sarri, passato dall’Avellino è poi finito alla Juventus è Rino Marchesi. Fu il primo allenatore dell’Avellino in Serie A, rimanendo per le prime due stagioni dei lupi in massima serie, dal 1978 al 1980. E’ l’allenatore della salvezza con la Juve il primo anno, quel 3-3 del Comunale, restato leggenda. E proprio Avellino lo consacra definitivamente, diventando negli anni ’80, uno dei migliori tecnici italiani, alle spalle forse solo di Trapattoni, Passa al Napoli, dove diventa il primo allenatore italiano di Maradona, anche se in azzurro non vincerà nulla, venendo poi sostituito. Nel 1986 passa alla Juventus per sostituire Giovanni Trapattoni. Rimase sotto la Mole per soli 2 anni, avari di successi.
[tps_title]Cuccureddu e Bucaro[/tps_title]Oltre Sarri e Rino Marchesi, veri e propri casi di allenatori passati da Avellino e arrivati poi alla Juventus non ce ne sono. Ma ci sono i casi di giocatori, poi diventati allenatori. In due casi, ex giocatori della Juventus, che hanno iniziato come allenatori della Primavera bianconera, passati poi per l’Avellino. Sono i casi di Cuccureddu e Giovanni Bucaro, attuale tecnico dei lupi.
Iniziando da Antonello Cuccureddu, il tamburello sardo smette di giocare nel 1989 e dal 1990 al 1995 è il tecnico della Juventus Primavera. Nel 2004-05, viene chiamato dall’Avellino nella stagione che vede il Napoli in Serie C. Partenza buona, poi il Rimini di Acori prende il largo. Cuccureddu vincerà lo scontro diretto con i partenopei del febbraio 2005, ma venne esonerato un mese dopo, alla vigilia dei playoff. Fu Francesco Oddo a guidare poi l’Avellino in Serie B, nella storica finale con il Napoli.
Arriviamo a Giovanni Bucaro. L’attuale tecnico dei lupi anche lui è partito dalla Primavera della Juventus. Aveva chiuso la carriera proprio ad Avellino nel 2003, da calciatore. Era già stato in Irpinia da allenatore nella stagione 2011/2012. E’ tornato poi lo scorso dicembre per riportare l’Avellino in Serie C, riuscendoci ampiamente. Il resto è storia recente, in attesa di sapere se sarà ancora lui sulla panchina biancoverde anche la prossima stagione.
[tps_title]Boniek e Galderisi[/tps_title]Altri due casi, che da giocatori della Juventus sono poi arrivati ad allenare l’Avellino sono Boniek e Galderisi.
Partendo da Boniek. L’attuale presidente della Federcalcio Polacca, è passato per Avellino nel 1995, a cavallo di due stagioni. Viene assunto in corsa da Sibilia, nella stagione 1994-95, e Boniek porterà l’Avellino a vincere ai playoff quel campionato, nella finale con il Gualdo. L’Avellino tornava così in Serie B, ma la stagione successiva, tra i cadetti, Boniek viene esonerato dopo poche giornate.
Infine arriviamo a Giuseppe “Nanu” Galderisi. L’ex attaccante della Juventus intraprese la carriera da allenatore nel 2000 e tutt’ora allena, chiudendo la scorsa stagione al Gubbio. Galderisi è passato per il Partenio nella stagione 2006-07, la stagione che vide i lupi lottare per la promozione in Serie B. L’Avellino fu battuto al fotofinish dal Ravenna, e Galderisi fu esonerato. Fu Giovanni Vavassori poi a guidare i lupi in Serie B, vincendo i playoff con il Foggia (e dopo Vavassori arrivò Sarri).
[tps_title]Gli altri casi[/tps_title]Infine analizziamo altri due casi di calciatori stavolta dell’Avellino, arrivati alla Juventus non proprio come allenatori ma come vice. Sono i due casi più recenti sulla panchina bianconera, ovvero i vice di Antonio Conte e Massimiliano Allegri e rispettivamente Angelo Alessio e Marco Landucci.
Di Alessio sappiamo tutto, anche da calciatore aveva fatto la strada da Avellino alla Juventus. Una volta ritiratosi, ha iniziato come allenatore in seconda al Napoli, per poi legarsi con Antonio Conte, divenendone vice dal 2010 al Siena, poi Arezzo, Juventus, Nazionale Italiana e infine Chelsea. E’ notizia di poche ore fa che è il nuovo allenatore del Kilmarnock, in Scozia, decidendo di lasciare Conte, finito all’Inter.
E chiudiamo con Marco Landucci. Il vice di Massimiliano Allegri dai tempi del Cagliari, passando poi per Milan e Juventus, è stato il portiere dell’Avellino nella stagione 1994-95, quella della promozione in Serie B nella finale con il Gualdo, quando fu decisivo nel rigore finale spingendo i lupi in Serie B.