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Basket Avellino – Sidigas, cosa ti insegna il ko con Venezia…

La sconfitta di ieri mattina contro l’Umana Reyer Venezia porta con sè un dato: la Sidigas Avellino è 0 vinte e 3 perse contro le squadre che la precedono in classifica. Se l’EA7 fa un campionato a parte per il tipo di roster allestito, la Grissin Bon Reggio Emilia e l’Umana Reyer Venezia sono le dirette competitors con cui i biancoverdi dovranno confrontarsi nell’arco di questo campionato. Il dato non farà felici i diretti interessati e i tifosi ma è la realtà dei fatti. Essere quarti in graduatoria è un traguardo da riconoscere alla squadra e allo staff tecnico ma non deve rappresentare una giustificazione o distogliere l’attenzione da quello che è il processo di crescita della formazione avellinese.

Il post gara contro gli orogranata è stato maggiormente segnato dall’analizzare e commentare i malumori manifestati da una parte del pubblico del PaladelMauro nel corso della stessa partita oltre a quanto sentenziato dal parquet. Supportare la squadra dal primo al quarantesimo minuto deve essere un gesto propedeutico a lanciare un messaggio di fiducia verso chi va in campo.

Il dato dei 2700 presenti (per un incasso di 36.000 euro) non ha rispettato le aspettative pronosticata dal club. Sacripanti ancora una volta ha ricordato con un velo di nostalgia l’atmosfera respiratasi nelle serie playoff contro Pistoia e Reggio Emilia dello scorso maggio. E’ giusto, però,  ricordare che Avellino ed il suo pubblico non hanno fatto mai mancare il proprio supporto quando la posta in palio contava (la curva biancoverde al Forum di Milano nell’ultima Final Eight  ne è una testimonianza) o quando si è trattato di mettersi in fila e attendere il proprio turno nel sottoscrivere l’abbonamento alla Scandone anche a tarda notte.

Esprimere critiche dopo il suono della sirena finale fa parte del gioco sia che esse arrivino dagli addetti ai lavori sia dal semplice tifoso. La partita contro la Reyer conferma come ad Avellino manchi quel pizzico di esperienza in partite simili, una qualità sapientamente sfruttata dagli uomini di De Raffaele. Il passo indietro di Adonis Thomas, apparso un pesce fuor d’acqua e poco incisivo nelle due metà campo, non gli ha permesso di brillare nel confronto diretto contro Bramos.  Ci si attendeva un’altra conferma da Obasohan dopo le prove positive contro Brindisi ed Utena ma nei cinque minuti sul parquet l’ex Alabama non è riuscito a lasciare il segno. In crescendo, invece, Levi Randolph che ha confermato di essere un giocatore capace di uscire alla distanza e metterci il proprio zampino quando la situazione lo richiedeva. I due tiri liberi sbagliati da Leunen nelle battute conclusive rappresentano quel concetto di “umanità” di cui ha fatto menzione Sacripanti nel post partita: anche un elemento come l’ex canturino può commettere un errore quando meno te lo aspetti.

E parlando di ex brianzoli il match coi  veneti certifica ancora una volta come questa sia la squadra di Joe Ragland con l’ex Pinar che ha segnato trenta dei settantotto punti iscritti  a referto dalla Scandone. Le sue doti di attaccante sono indiscutibili. La sensazione che sta emergendo è una squadra che in più di una circostanza tende ad affidarsi all’estro del classe ’89 costretto a sfidare le difese avversarie o col tiro dalla distanza o con la sua mano mancina ed il suo cambio di passo nell’attaccare il ferro.

Non c’è solo Ragland come elemento di garanzia di questa Scandone quanto lo stesso Kyrylo Fesenko. Nel primo tempo di ieri l’ucraino ha realizzato 11 punti con 7 rimbalzi e ben cinque falli conquistati (saranno 15 punti con 8 carambole e nove falli a suo favore). Nella ripresa il diretto interessato ha giocato solo dieci minuti, dovendo dividere la scena con un Marco Cusin da cinque punti (2/3 al tiro) conditi da 1 rimbalzo e quattro penalità commesse. Le critiche al pivot azzurro (al pari di quelle per Obasohan) non sono gradite a Sacripanti ma una cosa è certa: la discontinuità dell’ex Cremona è sotto l’occhio di tutti. Che sia un difensore di primo livello sul pick and roll e di energia lo era noto al pari della professionalità negli allenamenti. La sua esperienza sin qui è  stata segnata da alti e bassi.  Ci piacerebbe apprezzare il tipo di giocatore visto contro Brindisi.

Mercoledì, intanto, si torna in campo, miglior occasione per riscattarsi e dar vita ad un nuovo filotto di risultati in Champions League.

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