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Basket Avellino – Sidigas, tre quarti osceni e ingiustificabili: col Ventspils primo vero spartiacque stagionale

Vincere non è un obbligo ma perdere in queste modalità non è plausibile. Nel pomeriggio la Scandone ha collezionato la sesta sconfitta consecutiva tra Italia e Basketball Champions League perdendo per 88-66 sul parquet della Virtus Segafredo Bologna (leggi qui). Una prestazione inguardabile dal secondo quarto fino al 40′ che hanno annullato l’ottimo approccio alla sfida. Avellino in sette giorni ha collezionato un altro ko contro una diretta concorrente per l’accesso ai playoff dopo lo stop casalingo contro la Vanoli Cremona. Vucinic ha evidenziato come il 2° quarto sia stato deleterio per la sua squadra (qui le parole nel post partita) ma è difficilmente spiegabile il perché di un atteggiamento e un modo di giocare che ha pagato caro la poca lucidità in molte situazioni come il perseverare la statistica del tiro da tre punti che ha condannato i lupi insieme ad un atteggiamento difensivo che ha esaltato i tiratori e i contropiedisti della Virtus oltre alla capacità di agire nel pitturato come nel caso di Kravic. Quattro i dati emblematici di questa partita: valutazione (111 contro 60), assist (22 contro 10), rimbalzi (44-36) oltre al  tanto celebrato 13/22 dalla lunga distanza (59%). E’ davvero un peccato perdere così in una situazione in cui c’erano tutte le condizioni per giocare una gara alla pari ma nemmeno l’esordio in serie A di Harper ha dato quella scossa uscendo dalla panchina. Si ancora il solito problema delle seconde linee che hanno garantito due punti (Ndiaye) in una gara dove vincere avrebbe dato una scossa sul piano mentale ad un gruppo che rischia di gettare alle ortiche l’ottimo lavoro svolto nelle settimane che hanno seguito l’addio di Norris Cole. Non strapperemo applausi nell’affermare che con questo modo di giocare non si va da nessuna parte. Nel lungo viaggio che porterà la Sidigas in Lettonia ci sarà il dovere di riflettere e capire che martedì col Ventspils ci si gioca tanto: un’uscita anticipata dalla Champions League rappresenterebbe un’altra macchia nell’ultimo triennio di chi gestisce la Sidigas sia dentro che fuori dal campo, proprietà e management compresi.

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