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I misteri sul mercato della Sidigas Avellino

La  netta sconfitta di mercoledì scorso contro i campioni d’Italia della Umana Reyer Venezia ha ridimensionato le illusioni della  Sidigas Avellino, apparsa non a livello degli avversari oro-granata. Questi ultimi, infatti, possono contare su un roster completo e pieno di talento, con 12 giocatori effettivi che possono giocare diversi minuti e ben figurare anche in partite di alto livello come la finale di ieri sera, ma anche nei playoff del campionato italiano. Il coach dei veneti De Raffaele, dunque, ha a disposizione una panchina lunga, e sa dunque che può pescare da lì diversi giocatori che, di volta in volta, possono consentirgli di vincere qualsiasi partita.

Situazione leggermente diversa, invece, quella del roster avellinese allenato da Pino Sacripanti: i giocatori effettivi sono solo 10, e spesso sono sempre i soliti che “tirano la carretta”, dato lo squilibrio che c’è tra il valore del quintetto e quello della panchina; ed allora non c’è da meravigliarsi se, come capitato ieri, una serata storta di Jason Rich possa avere conseguenze così catastrofiche per la Sidigas. La guardia di Pensacola è senza dubbio il perno sul quale è stata costruita la squadra; contrariamente a quanto si pensava all’inizio di questa stagione, ossia che senza uno come Joe Ragland la Sidigas avrebbe potuto esprimere un gioco più corale, Sacripanti è tuttora costretto a far fare gli straordinari ai suoi elementi di maggior valore (nello specifico, oltre a Rich, è il caso di Maarten Leunen e Kyrylo Fesenko). Discostarsi troppo dallo starting five, dunque, è rischioso per il tecnico nativo di Cantù; Zerini, D’Ercole e Lawal, per varie ragioni, non hanno lo stesso rendimento di Leunen, Rich e Fesenko. Il roster è dunque squilibrato, e se a ciò si aggiungono anche dei piccoli errori di valutazione (come quello su Filloy, ideale da sesto uomo ma inadatto a ricoprire un ruolo di leadership) ecco che il risultato non può che essere una manifesta inferiorità rispetto a Venezia, emersa tutta ieri sera.

Viene così da interrogarsi sulle risposte che la dirigenza della Sidigas potrebbero dare a questo handicap; il primo pensiero, ovviamente, è quello di intervenire sul mercato, cosa che colpevolmente non è stata fatta fino ad ora. I vertici della società, probabilmente con l’avallo di Sacripanti, non hanno ritenuto necessario intervenire per colmare le lacune del roster Sidigas. Il patron De Cesare, forse memore dell’esperienza tutt’altro che indimenticabile con David Logan dello scorso anno, ha preferito non lasciare il via-libera al direttore Alberani per l’acquisto di un giocatore.

 

 

logan

Questo immobilismo, però, si è rivelato un errori, ma non è solo il senno di poi che ce lo suggerisce; le altre pretendenti al titolo, difatti, si sono rinforzate già da diverso tempo, e per giunta con giocatori di primo livello; Venezia ha preso Daye e Sosa all’inizio di marzo, Milano ancor prima ha fatto lo stesso con Kuzmiskas dall’NBA, e perfino Brescia(società che ha un budget simile, se non inferiore, a quello della Sidigas) ha tesserato, all’inizio del mese di aprile, il forte americano Cotton per rinforzare il suo reparto esterni. La Sidigas, pur conoscendo le mosse delle sue dirette concorrenti, non si è mai mossa sul mercato, eccezion fatta per qualche timido tentativo intrapreso più per far fronte all’emergenza infortuni che non per esigenze di effettivo rinforzo. Le motivazioni di questa strategia di mercato della Sidigas sono avvolte nel mistero più fitto; escludiamo, tuttavia, motivazioni economiche, per due ragioni. La prima riguarda lo stato delle casse societarie, rimpinguate dai premi e dalle partecipazioni alle coppe e comunque sempre puntuali nel pagare gli stipendi ai giocatori. La seconda è datata 25 marzo, e riguarda il post-match contro l’EA7 Milano: in quell’occasione l’ingegnere-patron ebbe un dialogo con Alberani, nel quale pare che ci sia stato l’avallo ad un’operazione di mercato in entrata. Il manager di Forlì, per giunta, pochi giorni dopo avrebbe intrapreso un viaggio negli States, dal quale tuttavia è tornato a mani vuote.

Dunque, Avellino compra o non compra? E’ una domanda che ormai ci si sta ponendo da diversi mesi, senza che la piazza capisse realmente a che gioco i vertici societari stanno giocando. La Sidigas aveva intenzione di acquistare un lungo, ma dopo la notizia del recupero di N’diaye sembra che quest’ipotesi sia tramontata. A questo punto, dunque, sembra tornare in auge l’esigenza di tesserare un esterno, nello specifico un playmaker, così come si rumoreggiava nel periodo più buio di Fitipaldo. La mossa avrebbe certamente il suo perchè, dato che con un buon play di ruolo si potrebbe sgravare Rich da molte responsabilità e molti possessi, consentendo così di tenerlo più lucido e fresco, e limitando anche l’impatto di una sua eventuale serata storta. Allo stesso modo, non sarebbe da biasimare nemmeno l’acquisto di un lungo mobile, capace di ricoprire lo spot di “quattro” e così in grado di far rifiatare un Leunen che a quasi 33 anni inizia ad accusare un fisiologico calo di brillantezza fisica.

Le regole per i nuovi tesseramenti (da campionati esteri) della Legabasket lasciano tempo fino alle ore 11 del giorno 7 maggio, ossia il lunedì antecedente l’ultima giornata di regular season, in programma il 9 maggio contro Trento in casa. A conti fatti, sono rimaste meno di due settimane ad Alberani per poter concludere l’acquisto di un giocatore, che ovviamente dovrebbe rappresentare quell’innesto capace di fare la differenza fin da subito, nei playoff. Un atleta già pronto, non certo uno di quelli da inserire gradualmente in un sistema; presumibilmente, a prescindere dal ruolo, dovrà essere un cestista dotato di talento ed energia, cosa che lo stesso Alberani ebbe a dire ai nostri microfoni ( per approfondire vedere qui:  http://www.sportavellino.it/scandone/alberani-cerchiamo-un-lungo-per-rimediare-allemergenza-infortuni/ ).

Solo così la Scandone potrebbe dire la sua anche nella post-season; in caso contrario, dunque se non arriverà nessuno, si andrà incontro ad un’eliminazione in semifinale, come accade già da due anni a questa parte; questo perchè il piazzamento in campionato farà sì che i Lupi incontreranno una tra Venezia e Milano in semifinale, e dunque in quel caso le possibilità di passare il turno, lasciando il roster così come sta, saranno prossime allo zero.

 

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