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Sidigas Avellino, è ancora “work in progress”

Ancora una volta dall’inizio della stagione, una partita della Sidigas Avellino è terminata con un punteggio molto alto; e ancora una volta, la seconda in questa manifestazione continentale, sono stati necessari 5 minuti extra per decretare lo stesso vincitore; come a Novgorod, i biancoverdi.

Centocinque a centodue il punteggio finale, ma che la partita sarebbe stata da over lo si era facilmente intuito già nei primi due quarti di gioco: 28-26 il parziale del primo quarto, 23 pari quello del secondo per un punteggio che al 20 minuto segnava 51-49. Non è stato disatteso, dunque, il canovaccio tecnico-tattico di questo primo scorcio di stagione: una squadra che le prende e le dà, ossia fa canestro con la stessa facilità con cui lo subisce.

I polacchi dell’Anwil, in ogni caso, sono una squadra ordinata e profonda, con alcuni riferimenti precisi( tra i quali l’ex Szymon Szewczyk, 36 anni e 14 punti messi a referto)  che è dunque in grado di dar fastidio a molte. E’ comunque stata evidente la differenza in termini di talento a favore di Avellino, che difatti ha avuto tanto dal suo giocatore che di esso ne ha di più: Norris Cole. Punti realizzati 33 , “tripla doppia” sfiorata con 8 rimbalzi e 9 assist; i quaranta minuti giocati, leader anche in questa statistica, ne testimoniano, qualora ce ne fosse bisogno, la leadership assoluta nelle gerarchie della squadra.

La Sidigas è ancora molto sbandata nella metà campo difensiva, in particolare oggi sembrava Caleb Green quello più in difficoltà in questo senso; l’ala di Tulsa, difatti, è uscita dal campo nel quarto quarto per aver commesso cinque falli. Per fortuna non è mancato il suo apporto in termini realizzativi, con il 50% dal campo e 18 punti realizzati, molti dei quali nel primo quarto. Egli , forse più di chiunque altro, è l’emblema della Sidigas attuale: un formidabile attaccante che però concede troppo in difesa, complice anche la stanchezza per i troppi minuti giocati.

Il fattore panchina resta e resterà comunque un problema per Vucinic, almeno fino a che non si svuoterà l’infermeria; ma almeno per la partita di ieri sera Avellino ha avuto un “sesto uomo” in palla, e dunque che ha consentito anche maggiori rotazioni: Lorenzo D’Ercole. Suoi 14 punti con 3/6 da tre, cercando (almeno lui) anche di difendere forte; una fiducia dell’allenatore dimostratagli nei 25 minuti concessi, e per giunta anche molti dei momenti cruciali dell’incontro. E proprio in quegli istanti, quelli “clou“,  che per la Sidigas è salito in cattedra Demetris Nichols, fino ad allora silente ma comunque presente. L’ala di Boston ha infatti giocato ben 35 minuti, sacrificandosi ancora spesso in uno “spot” non suo, e che comunque fa discretamente bene. Nove rimbalzi presi, ed il tap-in più importante, quello che poteva sancire la vittoria a 25 secondi dalla fine, seguito dalla tripla all’inizio dell’overtime che ha forse indirizzato definitivamente la contesa.

La sensazione è quella di una squadra ancora in cerca della sua vera identità; probabilmente non assomiglia tanto al suo allenatore, quel Vucinic che non è mai sembrato uno “Zeman della pallacanestro”. La matassa consiste nel fatto che, attualmente, stanno giocando solo in otto, e dunque per un allenatore meglio lasciar fare ai suoi giocatori, che tanto è costretto a tenere in campo per tanti minuti. La difesa verrà, insomma, contestualmente con i rientri degli infortunati, che daranno una mano nelle rotazioni e dunque in termini di freschezza atletica. Per quello che riguarda l’attacco, tuttavia, non sono tutte rose e fiori: essere troppo Cole-dipendente non è certo un merito, e difatti il gioco complessivo di squadra latita. Nonostante i 105 punti, il pubblico del Paladelmauro non si è divertito nell’assistere ad una pallacanestro spettacolare, tutt’altro: le giocate erano spesso estemporanee, la qualità dei passaggi non sempre buona e le palle perse troppe( 13, contro le 8 degli avversari)

Nel basket, si sa, attacco e difesa non sono variabili indipendenti anzi, l’uno influisce sull’altra e viceversa. Avellino dunque è ancora manchevole in entrambe le fasi del gioco, e Vucinic dovrà lavorare soprattutto sull’ affiatamento di gruppo, cosa che allo stato attuale è ancora in modalità “work in progress“.

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