ALTRI SPORTBASKETNEWSRUBRICHESCANDONE

Troppi errori dal campo e dalla panchina; la Sidigas fallisce la qualificazione

Non poteva avere peggior epilogo l’avventura in Champions League della Sidigas Avellino: con la sconfitta per 79-74, infatti, i Lupi sono stati definitivamente eliminati dalla maggiore competizione della FIBA; il quinto posto nel girone D, tuttavia, permette alla formazione irpina di accedere agli ottavi di finale della FIBA Europe Cup, la “sorella minore” della BCL.

Magra consolazione, quella di conservare una speranza di vincere un titolo europeo; la truppa di Sacripanti aveva, infatti, fino a 6 minuti dalla fine, la partita in pugno, essendo in vantaggio di 8 punti (60-68); inoltre, ciò che stava accadendo a Nymburk, nell’altra partita decisiva ai fini della qualificazione, aiutava di molto il compito al quale erano chiamati gli atleti in canotta verde; con i cechi in vantaggio di quasi 20 punti sui polacchi dello Zielona , alla Sidigas bastava infatti condurre in porto una vittoria che stava giungendo in maniera nemmeno troppo sofferta.  Ed invece, è successo che i tedeschi hanno realizzato un parziale di 7-0 nei seguenti due minuti, riportandosi sotto, ed a quel punto gli avellinesi hanno accusato la pressione, iniziando a sbagliare moltissimi tiri ed a subire canestri evitabili. La gestione delle rotazioni, probabilmente, è stato il più grave errore del coach avellinese, che ha lasciato in panchina i giocatori che stasera avevano meglio figurato, ossia Fitipaldo e Zerini, non sostituendo invece un evanescente Rich, autore di molti tiri sbagliati ed a tratti dannoso per la squadra.

L’assenza dell’ultim’ora di Kyrylo Fesenko, per problemi fisici, ha di fatto consegnato ad Hamady N’diaye il ruolo di centro titolare; con un lungo in meno a disposizione, la squadra biancoverde ha cercato di più il gioco perimetrale, cercando di muovere velocemente la palla per trovare l’uomo libero al tiro da tre punti. Sfortunatamente, i migliori tiratori avellinesi hanno avuto una serata storta: Filloy ha chiuso con 2/9,Leunen 1/3, Rich addirittura con un clamoroso 0/6, mentre lo specialista D’Ercole è stato ben chiuso ed ha tirato solo una volta (sbagliando); pertanto, è stato il redivivo Fitipaldo (10 punti e quattro assist con 3/7 da oltre l’arco) ad assumersi le maggiori responsabilità nelle conclusioni dalla distanza. Positiva è stata anche la prestazione di Zerini, anch’egli preciso nelle conclusioni (80% dal campo con 2/3 da tre), nonostante fosse chiamato, a causa dell’assenza di Fesenko, a giocare diversi minuti da “cinque“, per far rifiatare N’diaye. Una conferma, invece, è giunta da Thomas Scrubb: l’ala canadese ormai è un protagonista di questa squadra, dimostrando di saper essere utile in ogni tipo di partita: i 16 punti e 7 rimbalzi messi a referto sono la prova che il cestista con il numero 11 è un vero all around player, ossia un giocatore capace di giocare sia in ruoli da interno che in ruoli da esterno.

Bonn, squadra discreta ma senza nulla di eccezionale, si è affidata principalmente al talento di Tomislav Zubcic (17 punti realizzati), un lungo capace di palleggiare e tirare da tre; il croato, degno interprete della prestigiosa “scuola slava“, ha infilato la difesa biancoverde per 3 volte negli ultimi minuti, realizzando 7 punti pesantissimi e mandando letteralmente in confusione anche un difensore navigato come N’diaye. Proprio il senegalese, che tra l’altro non stava nemmeno sfigurando fino a quel momento, si è reso protagonista in negativo anche in attacco, dove ha clamorosamente fallito due schiacciate delle sue, a pochi centimetri dal canestro. Errori pesanti, che in partite come queste andrebbero assolutamente evitati.

La partita in Germania ha rispecchiato un po’ tutto il cammino della Sidigas in questa edizione della Champions League: alti e bassi, sprazzi di bel gioco alternati a momenti di black out, una miriade di occasioni sprecate.  Nella ex capitale della Repubblica Federale Tedesca, la Sidigas Avellino ha giocato una partita nel quale ha mostrato limiti già noti, come per esempio quello della mentalità; la Sidigas di quest’anno, per l’appunto, manca sempre il salto di qualità, e non riesce a vincere le partite-spareggio, quelle in cui è obbligata ad ottenere il risultato, come appunto quest’ultima contro la Telekom; in questo aspetto, si denota dunque una mentalità che sembra ancora troppo “provinciale” e poco “da grande squadra”.  La mancata gestione del vantaggio,poi, è un’altra costante di questa stagione; partite già vinte, in coppa come in campionato, sono state perse per non aver saputo contenere i tentativi di rimonta di avversari spesso inferiori per caratura tecnica. Correggere questo limite è un compito che spetta sicuramente alla panchina, quindi sotto accusa finisce inevitabilmente un Sacripanti che dovrà lavorare molto su questo aspetto, soprattutto in vista dell’appuntamento con la Coppa Italia la prossima settimana.

 

Articoli correlati

Un commento

  1. dove verosimilmente faremo la stessa fine e conseguente figura di emme. …… così sarebbe dovuto finire l’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio