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Sidigas Avellino con l’amaro in bocca: gestione sbagliata, tanti rimpianti per una sconfitta inattesa

Una sconfitta amara ed inattesa quella maturata per la Sidigas Avellino ieri pomeriggio al Palapentassuglia di Brindisi; i pugliesi hanno ottenuto così la loro prima vittoria stagionale dopo 5 minuti di overtime, battendo gli irpini per 92-88. Una gara come questa era sicuramente alla portata degli uomini allenati da Pino Sacripanti, ma è stata persa a causa anche di scelte sbagliate dalla panchina.

I biancoverdi sono comunque arrivati un po’ incerottati a questa partita, le condizioni fisiche di Zerini e N’diaye non erano certo ottimali, tant’è vero che al salto della alla palla a due delle ore 17 si è presentato Ben Ortner; il centro austriaco nel corso della gara ha dimostrato di soffrire la corsa e l’atletismo dei lunghi avversari, in particolare Lalanne, centro completo che tira anche da tre punti (3/6 da oltre l’arco, 24 punti totali con 9 rimbalzi);

Brindisi è squadra di corsa, con il play Barber che si mostrava sempre propenso ad attaccare il ferro dal palleggio mentre gli altri si spaziavano ordinatamente sul fronte d’attacco: spesso comunque, il “treccioluto” numero 3 brindisino riusciva ad arrivare alla conclusione da sotto con troppa facilità, sembrando a tratti Kyrie Irving, il più forte “ball handler” del pianeta; chiaro sintomo, dunque, di un’area scarsamente protetta dalla difesa di Avellino. I biancoverdi riuscivano comunque a rimanere aggrappati alla partita grazie alla vena realizzativa di Jason Rich, autore di 10 punti nel solo primo quarto; risulterà essere il miglior realizzatore della partita con 28 punti.  Ma per rimontare lo svantaggio iniziale bisognava trovare efficaci accorgimenti in difesa: ed ecco allora entrava Hamady N’diaye per fungere da centro accanto a Zerini da 4, mentre Filloy sostituiva un Fitipaldo a dir poco evanescente (solo 2 punti in 16 minuti ieri per il play uruguayano); con questo quintetto votato alla difesa, completato da Scrubb e  D’Ercole, i biancoverdi realizzanvano un parziale di 14-0 ribaltando completamente l’inerzia della gara.  Dal 29-24 al 29-38 in meno di 2′, dunque, grazie ad un “bombardamento” da tre firmato Scrubb e Filloy ed alla sostanza di “Hamadone” N’diaye sotto le plance in difesa, dove piazzava tre stoppate e prendeva altrettanti rimbalzi, annullando così ogni velleità di “arrivo in terzo tempo”  di Barber e compagni.

A questo punto della partita, però, Sacripanti ha commesso il grave errore di sostituire il centro senegalese nel miglior momento suo e dell’intera squadra; mossa non giustificabile, nemmeno col senno di poi, con un tentativo di preservare il giocatore reduce da un infortunio, perchè alla fine il suo tabellino personale ha fatto registrare ben 28 minuti di utilizzo, che per l’appunto potevano e dovevano essere distribuiti meglio nell’arco della gara. Come volevasi appunto dimostrare, la Sidigas senza il suo centro iniziava di nuovo a prestare il fianco alle scorribande avversarie, con Brindisi che tornava presto in fiducia e riequilibrava la partita, tornando avanti a +4 al 20′. Fatto sta che, dopo un terzo quarto chiusosi con Brindisi in vantaggio di 10, c’è stata una bella reazione d’orgoglio degli avellinesi, spinti dal duo Filloy-Leunen (13 punti in due su 25 totali di squadra nell’ultimo quarto dei tempi regolamentari)  e da alcune giocate che vedevano protagonisti Rich e N’daye: 4 dei 6 punti totali del centro senegalese sono arrivati in schiacciata da assist “lob” di Sweet Jason. A meno di un minuto dalla fine, il capitano Leunen ha infilato la tripla del +3 ospite, illudendo i suoi di aver vinto; ma Brindisi non mollava, e, aiutata anche da Filloy che “tradiva” dalla lunetta facendo 1 su 2, chiudeva con un canestro da sotto di Tepic, dimenticato in marcatura da Wells. L’insperato 79 pari dava così nuova linfa alla Happy Casa, che nei supplementari trovava prima Barber poi Lalanne sul perimetro che infilavano da tre, mentre in casa Avellino solo Rich riusciva a segnare, sbagliando poi la tripla che avrebbe potuto pareggiare nuovamente i conti.

Si può lecitamente supporre che con una migliore gestione nei minuti finali del secondo quarto, la Scandone avrebbe potuto mettersi “in controllo” della partita, dominando un avversario sicuramente inferiore dal punto di vista tecnico. Certo, con i “se” e con i “ma” non si fanno punti, ma è stata netta l’impressione di superiorità che si è avuta con N’diaye in campo. Quel parziale di 14-0, costruito con un quintetto “difensivo” nel secondo quarto è stato un chiaro segnale di un’identità di squadra: la Scandone, insomma, trae dalla difesa energia e fiducia per l’attacco; le due fasi, dunque, sono strettamente connesse tra di loro, dunque non si può pensare ad una squadra “offensiva” o “difensiva”, ma ad un equilibrio più generale su tutti e due i lati del campo. Questo equilibrio, ieri, è stato trovato ma è venuto meno quasi subito; il coach Sacripanti dovrà insistere sui meccanismi difensivi, che sono stati già efficaci in alcune partite, e probabilmente cercare di compiere scelte non solo sulla base delle gerarchie di squadra, ma anche considerando l’andamento della specifica gara; sotto questo punto di vista, infatti, ieri il coach canturino si è rivelato inefficace, soprattutto, e ribadiamo, nella gestione del secondo quarto, dove si potevano seriamente gettare le basi per la vittoria della partita.

 

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