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Sidigas, espugnata Trento con una prova di grande maturità; Rich e Scrubb sugli scudi

Il primo posto in classifica, obiettivo raggiunto da nemmeno una settimana, non ha fatto certo venire le vertigini alla Sidigas Avellino; la vittoria di ieri conquistata contro la Dolomiti Energia Trento, infatti, è stata ottenuta grazie ad una prova di maturità, da squadra esperta insomma: una formazione che ha dimostrato di non cedere anche in una partita dove gli avversari hanno fatto di tutto per vincere. Dunque, complimenti alla Sidigas, già matematicamente prima al termine di questo girone d’andata, ma complimenti anche a Trento, che ha tenuto testa, rischiando più volte di vincere questa partita, ma che alla fine ha dovuto cedere di fronte alla superiorità, tecnica e fisica, della squadra irpina. Quest’ultima ha dimostrato di saper soffrire nel terzo quarto, quello senza dubbio più favorevole ai padroni di casa:  l’abnegazione difensiva di Trento era difatti al massimo livello, Avellino non riusciva a segnare e addirittura subiva un parziale di 10-0 in soli due minuti (dal 62-61 al 72-61), che rischiava seriamente di compromettere l’esito della gara; la reazione da grande squadra che i biancoverdi hanno saputo mettere in campo è testimoniata dal 9-25 dell’ultimo quarto, dimostrazione di attributi e valori non comuni a tutte le squadre. Per questa, ed anche per altre ragioni, la Sidigas entra di diritto nel gruppo di squadre seriamente candidate alla vittoria delle Final Eight di Coppa Italia, che si giocheranno al “Mandela Forum” di Firenze tra il 15 ed il 18 febbraio.

Una gara piena di insidie per il roster guidato da Pino Sacripanti: l’atipicità della formazione trentina, che ha un sistema di gioco con molti esterni e senza un centro vero e proprio, è una caratteristica che ha messo in difficoltà gli avellinesi, soprattutto quelli meno duttili; Dominique Sutton (27 punti in 31 minuti con 4 rimbalzi e 25 di valutazione, autentico trascinatore dei suoi) , architrave di questo sistema, ha infatti ripetutamente messo in difficoltà Fesenko, che non aveva il passo per difendere su di lui, e nemmeno la forza per attaccarlo, specie se il numero 2 trentino veniva aiutato in difesa da Dustin Hogue, il giocatore più lungo a disposizione di coach Buscaglia. Parimenti, gli esterni Fitipaldo e Wells soffrivano la difesa aggressiva messa in atto da Trento; il primo metteva a referto soli 2 punti in 14 minuti, mentre il secondo, con soli 8 minuti di gioco, è riuscito a perdere ben 3 palloni e non ha segnato nemmeno un punto.

I biancoverdi, dunque, dovevano affidarsi al solito Jason Rich, che ieri ha sfoderato una prova da autentico campione quale è: 33 punti in 36 minuti, con 4/6 da tre, 3 assist ed un galattico 35 di valutazione, il miglior modo per suggellare un altro primato, quello individuale come miglior realizzatore della Lega. Di questo giocatore, stupisce la facilità con cui compie giocate estremamente difficili; degni di nota, a questo proposito, un triplo cross-over per battere il suo difensore Gutierrez ed arrivare a due comodi punti a tabellone nel secondo quarto, e la tripla sparata allo scadere del terzo quarto, che riportava i suoi al -5 (74-69) dando loro una carica psicologica notevole. Oltre al cestista nativo della Florida, è stato Thomas Scrubb il giocatore che ha segnato più punti in casa Sidigas: sono stati in totale 22 in 25 minuti, con 4 su 4 da tre punti, 5 rimbalzi, un difficile canestro allo scadere del secondo quarto, e la sensazione di trovarci di fronte un cestista già pronto per i massimi palcoscenici europei della pallacanestro: uno che sbaglia così poco sarebbe una risorsa preziosissima per qualsiasi squadra, ragion per cui andrebbe “blindato” con un contratto pluriennale, vista anche la giovane età.

 

CatturaSCA

Anche il duo di “ProfessoriLeunen-Filloy ha dato il suo contributo: il Capitano ha dato una grossa mano soprattutto in difesa, nel contenere l’agilità dei lunghi avversari, pur facendosi comunque trovare pronto quando chiamato al tiro (8 punti totali per lui), mentre Arielito, con la sua consueta freddezza, ha spaccato la partita nei momenti cruciali con i suoi soliti tiri “ignoranti“: 18 punti in 28 minuti per il playmaker della Nazionale Italiana. La nota di merito per Hamady N’diaye, merita un capitolo a parte: il senegalese anche ieri ha ruggito sotto i tabelloni alla sua maniera ( 5 rimbalzi, 3 stoppate e 10 punti di cui 6 in schiacciate). Egli dimostra di migliorarsi ad ogni gara, applicandosi in difesa e cercando sempre di superare i suoi limiti in attacco: ieri sera è stato un’arma tattica fondamentale per Sacripanti, che lo ha utilizzato per 23 minuti (contro i 19 del suo pari-ruolo Fesenko) con l’obiettivo di arginare Hogue e Sutton, e di consentire una maggiore varietà di rotazioni difensive all’intera squadra. Non è stato un caso che il suo plus-minus abbia fatto registrare un bel +10, contro lo 0 del numero 44: questo dato, più di ogni altro, fa capire come ieri sera sia stato fondamentale il lavoro del numero 55 per aiutare tutta la squadra.  Oggi come oggi, è lui il centro titolare, avendo scavalcato Fes nelle gerarchie interne; al rientro di Lawal, insomma, a nessuno verrebbe in mente di privarsi di Hamadone, dunque Sacripanti, quando si troverà a scegliere chi, tra questi due centri, lasciare fuori dai 12 convocati, avrà più di un dubbio. Problemi di abbondanza, che ogni allenatore vorrebbe avere, e che dovrebbero creare anche un po’ di sana competizione tra compagni di squadra, con evidente beneficio per il rendimento di tutto il gruppo.

Ieri sera, dunque, è stata una di quelle serate che fanno sognare la platea di appassionati della Scandone, che possono essere soddisfatti, oltre che del primo posto, di una squadra che ha delle indubbie qualità tecniche, e soprattutto umane, caratteriali. L’obiettivo di vincere qualcosa, sempre sfuggito per poco in questi due anni di gestione-Sacripanti, ora è concretamente fattibile e alla portata; la speranza dunque, è che da qui ad un mese possa perdurare questo “stato di grazia” nel quale attualmente si trova la Sidigas Scandone Avellino.

 

 

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