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Sidigas, troppe feste ti fanno male; Zielona passa al Paladelmauro

Dopo settimane di autentica esaltazione, culminate con il raggiungimento del primo posto in Campionato al termine del girone d’andata, la Sidigas Avellino ieri sera è tornata con i piedi per terra, perdendo in casa contro la cenerentola del girone D della Champions League. Lo Zielona Gora, che aveva battuto gli irpini già nella gara di andata, ha infatti vinto con il punteggio di 57-64, dopo 40 minuti nei quali è stata sempre avanti nel punteggio; decisivo è stato il parziale iniziale dei polacchi, che hanno iniziato subito il match con uno 0-11, svantaggio mai del tutto recuperato dagli avellinesi.

L’inizio della partita, dunque, è stato un traumatico risveglio dopo la sbornia dei giorni passati, per gli uomini di Sacripanti; i biancoverdi di Polonia riuscivano a fare canestro, ma gli avellinesi, pur costruendo buoni tiri, non riuscivano ad insaccarli; in particolare era Filloy che, pur con spazio, sbagliava tiri che normalmente mette a segno (0/3 da tre nei primissimi minuti). L’assenza all’ultimo minuto di Zerini, pesante per il reparto-lunghi costretto a ruotare solo in tre, non può giustificare la serata-no al rimbalzo degli atleti della Sidigas; il computo finale dei rimbalzi dice 28-41 per i polacchi, e ciò è dovuto, oltre che all’assenza del lungo fiorentino, anche alla voglia, alla determinazione, alla grinta, che ieri sera alla Sidigas è mancata; sarà stato anche per un pizzico di “sazietà” dopo la “grande abbuffata” dei giorni scorsi, ma fatto sta che concedere così tanti secondi tiri agli avversari è un errore che si paga, a questi livelli.

Secondi tiri, appunto; è lì che si ritrova la chiave di lettura di questa sconfitta interna, perchè, pur se con le stesse percentuali, lo Zielona ha effettuato molti più tiri dal campo, che  hanno consentito di mettere a segno quei punti in più che alla fine si sono rivelati decisivi per la vittoria della gara; Dragicevic e compagni hanno tirato con il 39,4% dal campo effettuando ben 66 tiri, mentre i Lupi, pur attestandosi su una percentuale del 40%, hanno tirato “solo” 55 volte; come già affermato in precedenza, Ariel Filloy ha sbagliato diversi tiri nel primo quarto, ma anche Leunen (2/6) e il top scorer ( insieme a Dragicevic, con 16 punti) Rich si sono fermati al 50% di percentuale tiri realizzati dal campo.

L’iniziale imprecisione al tiro ha creato un vuoto di fiducia nei cestisti biancoverdi, che infatti non sono riusciti a recuperare lo svantaggio iniziale, pur arrivando al -2 al minuto 22 (34-36); è infatti mancato quell’abituale “sprint” nei momenti decisivi della gara, quello che normalmente consente di portare l’inerzia della partita dalla propria parte; la Sidigas, pur riuscendo a non perdere gli ultimi tre quarti di gara (21-17,  13-13 e 16-15 i rispettivi parziali), ha pagato caro il 7-19 con il quale ha concluso il primo quarto. Zielona si è dimostrata una squadra ben organizzata, forse anche galvanizzata dal cambio di allenatore ed anche dalla serata imprecisa di Avellino. I polacchi hanno difeso a zona per ampi tratti di partita, chiudendo bene l’area e dimostrando di avere risorse importanti anche in panchina; oltre ai soliti Dragicevic e Gecevicius, si sono mostrati in palla anche i lunghi Hrykaniuk e Muric (11 rimbalzi complessivi tra i due), mentre nei frangenti più “caldi” del match si sono esaltati gli esterni Kelati (6 punti tutti negli ultimi minuti) e Zamojski (11 punti, con due realizzate triple dal peso specifico altissimo); Avellino ha avuto poco da molti dei suoi giocatori, con il solo Scrubb, costretto peraltro anche a sacrificarsi nello spot di “quattro“, a salvarsi (7 punti e 11 rimbalzi con 16 di valutazione). Fesenko, andato in doppia cifra, non si è rivelato così devastante come forse Sacripanti si attendeva, e nemmeno N’diaye è riuscito a rimediare alle difficoltà nel gioco interno dei suoi, avendo segnato solo 3 punti; in ogni caso, il dato delle 6 palle perse complessive tra i due pivot della Scandone (4 l’ucraino, 2 il senegalese) dimostra in maniera abbastanza evidente le difficoltà avute sotto le plance dai lunghi della Sidigas.

Alla fine dei conti, nulla è ancora compromesso per quel che riguarda il discorso qualificazione della truppa di Sacripanti; la volata con Oostenda, Bonn e Aris Salonicco per un posto nei sedicesimi di finale è ancora aperta ed incertissima; resta comunque il rammarico per un obiettivo alla portata della Sidigas che rischia di sfuggire di mano. Ma, in tutta onestà, possiamo anche giustificare un andamento così altalenante, soprattutto se pensiamo che esso è ampiamente compensato dal primo posto in campionato. Quello che, francamente, ci lascia di stucco, è la scarsa affluenza di pubblico al Paladelmauro per le partite di Coppa; gli avellinesi, che sanno essere sempre calorosi, sembra abbiano deciso di “battezzare” questa competizione, cosa alquanto sbagliata dato che è un obiettivo sicuramente fattibile per i Lupi d’Irpinia. Ci si aspetta, dunque, una massiccia affluenza di pubblico per il prossimo match interno di Champions, che profuma già di spareggio, contro i greci dell’Aris Salonicco.

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