Michele Marcolini è il nuovo allenatore dell’Avellino. Dopo aver incassato il no di Foscarini sul rinnovo, il club di Taccone ha deciso di puntare su un emergente proveniente dalla categoria inferiore e del tutto privo di esperienza in B. Una scelta coraggiosa, di cui però la società sembra essere convinta. Dopo tante delusioni, si riparte da un tecnico giovane e desideroso di affermarsi. Sulla scia di quanto fatto nel 2012 all’arrivo di Rastelli, dal cui addio la panchina biancoverde non ha più trovato pace. La speranza è che Marcolini possa porre fine alla serie di interregni. Si tratta di una scommessa che, come tale, si può vincere o si può perdere. A decretarlo sarà il rettangolo verde. [tps_title]Carriera[/tps_title]
Il tecnico di Savona ha 42 anni (classe 1975) e può vantare già diverse esperienze in terza serie. Dopo aver concluso la sua carriera da calciatore con il Lumezzane nel 2013, come successo a Davide Nicola qualche anno prima, Marcolini passa direttamente dal campo alla panchina della società bresciana. Il suo primo anno da allenatore non è affatto entusiasmante. Alcuni problemi personali lo costringono a stare lontano dal campo per circa un mese. Poi la voglia di tornare e il quattordicesimo posto finale (terzultimo) in una stagione in cui in Lega Pro vigeva il blocco delle retrocessioni. Chiusa l’esperienza con il Lumezzane, Marcolini si accasa al Real Vicenza. L’impatto con la nuova realtà è positivo, poi qualcosa si inceppa e a gennaio arriva l’esonero. A febbraio viene richiamato e, pur senza ritrovare lo smalto iniziale, chiude il torneo di Lega Pro al settimo posto. Nell’estate del 2015, l’ex capitano del Chievo saluta il Real Vicenza e si accomoda sulla panchina del Pavia (Lega Pro). Dopo appena 21 partite in Lombardia arriva l’esonero in seguito ad una serie di risultati negativi e a causa di un feeling mai nato con l’allora società cinese dei lombardi. Incassato l’esonero, nel giugno del 2016 Marcolini si rimette in carreggiata e firma per il Santarcangelo (Lega Pro). È la piazza del rilancio. La squadra chiude all’undicesimo posto, si salva tranquillamente e per qualche giornata accarezza persino il sogno playoff. In estate molti club si fanno avanti per il neo tecnico biancoverde, su tutte la Pro Vercelli, ma alla fine Marcolini resta senza sistemazione. Si tratta di una situazione solo momentanea, visto che nel novembre dello scorso anno raccoglie l’eredità di Stellini ad Alessandria (Serie C). Quella in Piemonte è probabilmente la miglior stagione della giovane carriera di Marcolini. La squadra risale dal penultimo posto fino al quarto. È il frutto di una rincorsa incredibile (12 vittorie, 8 pareggi e 2 sole sconfitte con i grigi in campionato; 26 risultati utili consecutivi tra campionato e Coppa), avvalorata ulteriormente dalla vittoria della Coppa Italia di C contro la Viterbese, che si interrompe però al terzo turno preliminare dei playoff. Ad eliminarlo è una vecchia conoscenza biancoverde, Mimmo Toscano, che ad Alessandria vince 3-1 ribaltando il 3-2 dell’andata. Un ko che sancisce l’addio.[tps_title]Tattica[/tps_title]
In ambito tecnico e tattico, Marcolini è un allenatore moderno a tutti gli effetti. Possesso palla, verticalizzazioni, pressione alta e gioco offensivo sono le linee guida del suo modo di fare calcio. Idee più che schemi. Marcolini predilige la difesa a 3 (nelle varianti del 3 5-2 e del 3-4-1-2), ma nell’ultima esperienza ad Alessandria ha dimostrato una duttilità tattica notevole passando soprattutto al 4-3-3 e al 4-1-4-1. Marcolini ama avere laterali che spingono molto e giocatori di qualità nella parte centrale del campo. Le sue squadre giocano veloce, in verticale, e tendono a portare molti giocatori in fase offensiva. Il pressing alto è un’altra delle costanti delle squadre di Marcolini, che così possono difendere con la linea schierata. Non a caso, è difficile fare gol su azione alle formazioni del tecnico ligure. Mentre le palle inattive, invece, rappresentano il punto debole della sua fase difensiva. Al netto di quella che sarà la sua evoluzione tattica in un campionato nuovo come la B, è certo che Marcolini lavorerà per dare una chiara impronta e un chiaro stile di gioco all’Avellino, che nelle ultime stagioni troppo spesso ha fatto fatica a mostrare una manovra degna di questo nome. Se basterà, non è ancora lecito saperlo. Intanto Marcolini è pronto a prendersi l’Avellino.