Voi sarete già tornati. Bus prima classe, comfort su comfort. Magari vi sarà scappato pure qualche sorriso. Ma si. Ma che ci frega. In fondo abbiamo perso solo una partita… Lui è Francesco Bicchetti. Ha 72 anni e una sciarpa al collo. È di Nusco, cari calciatori. Ha un’età. Ha una passione. E una dignità da lupo che gli ha dato la nostra terra. Mentre voi rincasate con le cuffie sulle orecchie, lui è ancora in stazione. Ad aspettare il treno che lo riporterà in Irpinia. Tornerà a notte inoltrata, lui. Mentre voi sarete già a nanna.
Francesco è uno dei tanti tifosi biancoverdi partiti stamattina per raggiungere Civita Castellana. Carico di entusiasmo e di amore, come ai tempi della Serie A, “Nonno Ciccio” si è messo in viaggio per la sua squadra del cuore. In treno, incurante delle ore di attesa e dei tanti chilometri da macinare. Cosa volete che sia per chi ama incondizionatamente? Cosa volete che sia per chi del tifo per la squadra della propria provincia ne ha fatto un motivo di orgoglio e vanto? A Francesco bastava vedere la maglia biancoverde per emozionarsi. Ma un amore simile meritava altro. Francesco non meritava di veder perdere la sua squadra in questo modo. Perché se è vero che il risultato non scalfisce il sentimento, è vero anche che lo spirito – quello no – non può e non deve mai mancare. Si può vincere, pareggiare o perdere, ma ciò che conta è che si onori la maglia e si rispetti la passione della gente. Ad Avellino conta essere lupi, prima di tutto e più di tutto. E oggi, cari calciatori, non lo siete stati. Guardate questa foto. Guardate con quanto amore Francesco stringe la sua sciarpa. Forse capirete cosa significano questi colori per questa terra. E li onorerete.