Avellino – Certezze, promesse, scommesse e un voto finale: sei d’accordo?

Anche per questa sessione il calciomercato ha chiuso i battenti. Dopo mesi passati a scrivere di sondaggi, trattative e offerte è giunto il momento di tirare le somme sul mercato dell’Avellino. Un mercato fatto di accelerate (inizio luglio, metà agosto) e che si è chiuso senza il botto finale, ma che ha visto la società biancoverde molto attiva sia in entrata (12 sono i nuovi arrivi) che in uscita. Andiamo dunque ora ad analizzare e a valutare nello specifico quello che è stato l’operato della dirigenza, osservando quali sono stati i colpi migliori e cosa è mancato nei vari reparti.

VAI AI PORTIERI

[tps_title]La porta[/tps_title]

La prima sostanziale novità riguarda la porta. Dopo aver salutato l’ottimo Radunovic, accasatosi a Salerno, l’Avellino ha deciso di puntare su una coppia di giovani portieri: Ionut Radu e Luca Lezzerini. Il primo è stato prelevato dall’Inter con la formula del prestito con diritto di riscatto e controriscatto a favore dei nerazzurri, mentre Lezzerini arriva in Irpinia a titolo definitivo dopo l’esperienza in prestito della scorsa stagione. Dopo diversi anni, dunque, i biancoverdi hanno deciso verosimilmente di puntare sull’alternanza tra due giovani piuttosto che su un solo portiere sicuro del posto da titolare. Una scelta coraggiosa, dal momento che si tratta di due ragazzi alla prima vera esperienza da professionisti, ma che potrebbe anche rivelarsi vincente. L’inizio di campionato ha premiato Lezzerini, che ha stupito contro il Brescia ergendosi a protagonista assoluto con quattro interventi miracolosi. Una rondine non fa primavera, ma se l’ex Fiorentina dovesse continuare su questa falsariga a quel punto l’Avellino potrebbe ritrovarsi con un portiere affidabile di proprietà (Lezzerini si è legato ai lupi con un contratto quadriennale) dopo svariati anni.

VAI ALLA DIFESA

[tps_title]La difesa[/tps_title]

Per quanto riguarda il capitolo difensori appare evidente come l’Avellino abbia fatto registrare un deciso salto di qualità sulle fasce. Nelle ultime due stagioni i biancoverdi si erano ritrovati a dover adattare dei centrali a causa della scarsa qualità dei terzini di ruolo, mentre stavolta il pacchetto appare affidabile e ben assortito. Laverone è stato riscattato ad una cifra irrisoria dopo l’ottima seconda parte di stagione scorsa, Rizzato è un elemento esperto e capace di garantire prestazioni di livello con continuità. Anche le alternative (Pecorini e Falasco) sembrano dare le giuste garanzie per quello che sarà il loro compito e per lo spazio che troveranno. Come sugli esterni, l’Avellino ha attuato una rivoluzione anche al centro della difesa. Persi Djimsiti, Jidayi e Perrotta sono arrivati in quattro a dar manforte al confermato Migliorini. Il colpo grosso è senza dubbio Marchizza, voluto fortemente dal ds De Vito e strappato alla concorrenza di numerosi club cadetti. Suagher è un calciatore importante, intelligente sotto il punto di vista tattico, ma sul quale pende un grande interrogativo. Dopo la serie sfortunata di infortuni subiti (3 lesioni del legamento crociato anteriore) qual è la sua tenuta fisica sul lungo periodo? Completano il reparto dei centrali il belga Ngawa, pescato a sorpresa dalla Jupiler Pro League e sul quale non ci sono grosse aspettative, e il giovane croato Kresic (in prestito dall’Atalanta, 11 presenze a Trapani nella passata stagione).

 

VAI AL CENTROCAMPO

[tps_title]La mediana[/tps_title]

Se sulla difesa c’è stato un notevole intervento di restyling, non si può dire lo stesso per il centrocampo. In mezzo l’Avellino ha chiuso soltanto due colpi, anche se si tratta di due potenziali titolari. L’arrivo di Di Tacchio permette ai lupi di rimpolpare la mediana. Una mediana che appare quadrata, con una soluzione in più in termini di qualità di palleggio grazie all’ex Pisa, ma fin troppo scolastica. Manca un centrocampista dinamico capace di garantire il cambio di passo e di dare imprevedibilità e accelerazioni alla manovra. Se si fosse riusciti a vendere Paghera, sgravandosi così anche del suo ingaggio, rimpiazzandolo con un giocatore dalle caratteristiche diverse, allora il reparto sarebbe stato davvero completo. In uscita la cessione di Omeonga ha tutto sommato permesso di fare una buona plusvalenza e, soprattutto, di portare a casa Morosini dal Genoa (ne diremo a breve). Sugli esterni il folgorante inizio di stagione premia la scelta della società e di Novellino di dare un’altra chance a Molina. I problemi fisici sono davvero solo un brutto ricordo. Un giocatore come il classe ’92 con corsa, piedi buoni ed esperienza può garantire il salto di qualità al gioco dei lupi che si sviluppa prevalentemente sulle corsie laterali. Con Gavazzi ancora ai box, toccherà a Camarà dare una mano sulle fasce. L’inizio di stagione è stato positivo anche per il giovane guineense. Certo è che un calciatore più esperto e magari capace di giocare su entrambi i binari (Melara?) avrebbe permesso a Novellino di alzare ancor di più l’asticella.

VAI ALL’ATTACCO

[tps_title]L’attacco[/tps_title]

Si diceva di Omeonga e del suo passaggio al Genoa. Un passaggio che ha permesso all’Avellino di avere una corsia preferenziale con il Grifone e di portare a casa gli unici due rinforzi del reparto offensivo: Leonardo Morosini e Raul Asencio. Il trequartista ex Brescia è stato sin da subito la prima scelta per rinforzare l’attacco e il suo arrivo consente a Novellino di giocare nel modo che preferisce (4-4-1-1) senza perdere incisività in zona gol. Asencio è alla prima esperienza in un campionato professionistico ed è da valutare sotto il profilo tattico. Il talento c’è e si vede, ma sembra che Novellino non lo veda come punta centrale visto che lo preferisce quando attacca fronte alla porta. In tal senso, forse un altro attaccante di peso avrebbe fatto comodo. Un vice-Ardemagni capace di garantire qualche gol e di giocare anche al fianco del numero nove. Un calciatore alla Eusepi, per intenderci.

VAI AL GIUDIZIO FINALE

[tps_title]Il giudizio[/tps_title]

Nel complesso, la rosa appare più forte di quella dello scorso anno. Anche e soprattutto perché fa capo ad un allenatore capace e scaltro come Novellino, che ha inciso in maniera netta sul mercato. Nonostante il budget limitato (l’Avellino ha praticamente fatto un mercato a costo zero, ndr) la società è comunque riuscita ad accontentare il mister in quasi tutte le sue richieste. Anche il mercato in uscita è stato positivo con le cessioni di chi era fuori dal progetto del tecnico (Sbaffo, Mokulu, Soumarè). In conclusione, dunque, è mancato qualcosina per poter puntare ancora più in alto, ma di sicuro il mercato dell’Avellino merita un voto più che sufficiente. È un mercato da 7,5. A parlare ora sarà il campo.

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