“Hanno ferito i miei sentimenti. I miei e di quelli come me che sono arrivati a Novara per vedere la propria squadra del cuore lottare e magari vincere. Non abbiamo visto nè la prima, nè la seconda. E non è la prima volta che capita. Provo vergogna per i calciatori, vergogna per l’allenatore e la dirigenza. Non ci hanno onorato nemmeno stavolta. Non abbiamo fatto un tiro in porta per 90 minuti. Non ci meritano, questa squadra non ci merita. Abito a Canegrate, provincia di Milano. Sono originario di Aquilonia. Un lupo esiliato al Nord per ragioni di vita. Volete sapere quale è la mia emozione? Osservare il calendario all’inizio. Capire quali gare poter vedere da vicino. Questa partita l’aspettavo da luglio. E stanotte non ho chiuso occhio. Perchè? Perchè sarei stato al campo, in mezzo alla mia gente, ai miei tifosi, insieme alle mie bandiere. Un senso di appartenenza che calciatori, allenatori e dirigenti non potrebbero mai e dico mai capire. Un’ansia che ti assale e che ti fa mancare il respiro. Che ti rende nervoso anche. Fino a quando non sei allo stadio e sei con la tua gente. Poi vedi prestazioni così e ti piange il cuore. Sono orgoglioso di essere un irpino. Ma voi oggi, come tante altre volte quest’anno, non mi avete rappresentato. Ho pianto alla fine della partita. Non mi vergogno a dirlo. E piangerò ancora, forse. E non mi vergognerò di amare la mia terra. Ma voi ora non mi rappresentate. Io ci sarò sempre quando l’Avellino sarà al Nord. E continuerò a guardarvi negli occhi. Perchè chi non lotta non merita il mio rispetto. Nel calcio come nella vita, chi non lotta è un perdente. E noi, cari calciatori, cari dirigenti e caro allenatore, non lo siamo. Perchè noi vinciamo sempre. Anche nella sconfitta”
di Daniele Parini
Caro Avellino ti scrivo – “Oggi avete ferito i miei sentimenti. Provo vergogna per voi stessi”
