“Il miracolo dell’Avellino” ad Atripalda l’aria di serie A. Spagnuolo: “Dobbiamo molto a questa realtà ma sulle magliette…”

[tps_title]Il Sindaco Spagnuolo[/tps_title]

Al Comune di Atripalda grazie ad un’idea del sindaco Spagnuolo e dell’amministrazione comunale si è respirata aria di serie A, volti diventati miti e ricordi che hanno riempito il cuore sportivo e non di quanti erano presente nella sala consiliare del comune sabatino. All’evento “Il miracolo Avellino: dal Piazza D’Armi al…” hanno partecipato tutti i calciatori del passato glorioso dell’Avellino. Da Augusto Ive ai fratelli Piga, Mauro Pantani, Piero Fraccapani, Elio Grappone e tanti altri campioni che hanno vestito la maglia biancoverde fino al drago Gigi Molino. Un’iniziativa in cui si sono raccontati aneddoti e si è parlato anche del presente con il presidente dell’Us Avellino Walter Taccone. 

Un evento che dimostra il legame forte del territorio con lo sport e con i colori biancoverdi. A parlare di questo legame che la terra irpina averte da sempre con la stessa intensità è il sindaco Spagnuolo: “Credo che per la provincia di Avellino sia stata fondamentale. Celebriamo la storia di una squadra in un’aula consiliare. Può sembrare una contraddizione ma non lo è. La storia dell’Avellino va al di là del solo mero lato sportivo perché ha coinvolto un po’ tutti gli ambiti: dalla politica al costume, alla vita quotidiana di tutti noi. C’è stato un condizionamento reciproco tra calcio ed economia che ha favorito il riscatto di una provincia a livello nazionale. Se consideriamo che la storia del calcio è la cartina di tornasole del benessere di questa provincia, dobbiamo fare qualche ulteriore riflessione sulla situazione attuale. Dobbiamo molto alla famiglia Taccone che ha voluto salvare una realtà che non è immaginabile pernsare alla sua scomparsa. Questa società, che non ha nemmeno uno sponsor ufficiale, è sola ma ci permette di vedere il calcio ad un certo livello. Dobbiamo un po’ tutti, a cominciare dalle istituzioni, società e stampa ricreare un entusiasmo vincente”.

Spagnuolo un sindaco giovane e tifoso dell’Avellino che ha vissuto come tanti le geste degli eroi ospitati oggi dai racconti dei genitori: “Ricordo tanti aneddoti del passato anche dagli stessi calciatori del passato con cui sono riuscito a stringere un rapporto di amicizia. Mi hanno raccontato di una provincia sana dove si viveva di calcio a 360° e questo ha creato quell’entusiasmo che dava la spinta a mantenerla in serie A. Ricordo le domeniche allo stadio con mio padre che mi portava in curva Nord e mia madre arrabbiata per il pranzo domenicale puntualmente fatto in modo veloce perchè dopo c’era la partita, c’era l’Avellino. Mi fa enormemente piacere ospitare nella mia città un evento simile al di là che io sia un gran tifoso dell’Avellino. I tempi della serie A sono stati vissuti anche ad Atripalda con tanti personaggi della nostra comunità che hanno abbinato il proprio nome a quello dell’Us Avellino a cominciare dal ragioniere Carlo Spina, i calciatori vivevano qui. L’attuale proprietà possiede il fulcro delle sue attività imprenditoriali proprio qui con la clinica Santa Rita e quindi c’è anche molto di Atripalda nei colori biancoverdi del passato e del presente”.

Poi dai ricordi esce incitato viene fuori anche il lato tifoso del sindaco di Atripalda: “Pecchiamo un pochino in difesa ma se la squadra soffre ogni tanto è anche per il rendimento del centrocampo: siamo eccessivamente dipendenti da Arini e D’Angelo in fase di non possesso. Si dovrebbe insistere sul rinforzare questo reparto. Ma non voglio parlare del lato tecnico di questa squadra che da tanto al nostro territorio e ci sta dando grandi emozioni come quelli dello scorso anno”.

[tps_title]Le altrre dichiarazioni[/tps_title]

Anche l’arcigno difensore dell’Avellino Fraccpani parla de suo ricordo di Avellino: Troviamo una città molto diversa ogni volta che veniamo ad Avellino ma quello che non cambia è il cuore, una vagonata di cuore che è la realtà avellinese. Una città che ha vissuto negli anni di difficoltà del terremoto e quando torniamo dal punto di vista umano non è cambiato nulla. Siamo amici di questa città perchè questa città ci vuole ancora bene e ogni volta che arriviamo si sprecano i caffè e i ricordi che riviviamo nei racconti di chi ci incontra dopo 42 anni. Una cosa straordinaria il cuore di questa genete che tratta noi giocatori come loro familiari. Un piacere passeggiare in questa terra dove ho trovato tanto amore e tanto affetto”.

I fratelli Piga portano con un loro il dolce ricordo della promozione e di quei gol che hanno portato l’Avellino in serie A: “Tornare ad Avellino è sempre un colpo al cuore, un’emozione fortissima. Questa terra ci ha dato tanto e non possiamo dimenticare tutto quello che è accaduto nell’anno della promozione e di quel miracolo che ogni irpino porta nei suoi ricordi. Era un anno difficile quello in cui sbarcammo in Irpinia e la paura di non essere nel posto giusto spari dalla forza di una popolazione che ci trasmetteva in ogni match grandi emozioni. Cinque anno stupendi e intensi in un’altalena di emozioni dalla tragedia del terremoto alla promozione. La gente ha avuto la forza di resuscitare aspettando la partita, un connubio eccezionale che ti resta nell’anima e non andrà mai più via”.

Alla manifestazione presente anche il presidente Walter Taccone che ha espresso la sua ammirazione verso i campioni del passato: “Questi sono uomini che hanno fatto la storia dell’Avellino, è chiaro che a loro va il nostro ringraziamento per tutto quello che hanno fatto. Rispetto a loro siamo dei piccoli artefici di una rivincita perchè abbiamo ottenuto risultati importantissimi. Siamo ancora di più responsabilizzati nel tentar di raggiungere obiettivi non dico comparabili perchè sarà difficilissimo, ma perlomeno avvicinabili alle grandi gesta di questi uomini straordinari che hanno fatto la storia dell’Avellino. Io ero sugli spalti da ragazzino a fare il tifo per loro e quindi conosco bene cosa hanno dato all’Avellino e la loro importanza per la storia di questo club e per questo possiamo solo ringraziarli”.

 

 

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