Avellino indecoroso. Apatico. Grigio. Niente cuore, niente mordente. 3-0 a Latina. Ora bisogna stare attenti. Perché basta davvero poco per sprofondare. Bisogna compattarsi e risollevare la china. Venerdì sera col Pescara bisogna tirare fuori gli attributi.
[tps_title]La difesa[/tps_title]
Frattali 5: qualche responsabilità solo sulla punizione di Mariga. Per il resto, il portiere è davvero l’ultimo responsabile di una giornata davvero nera per i colori biancoverdi.
Pisano 4,5: Acosty è un brutto cliente e quando lo punta lo mette sempre in difficoltà grazie alla sua velocità. A ciò si aggiungono le sovrapposizioni di Calderoni. D’Angelo, poi, non lo aiuta e l’ex Cagliari sprofonda.
Jidayi s.v.: la sua partita dura soltanto 17 minuti. Esce per infortunio dopo uno scontro con Acosty a centrocampo. (dal 17′ Rea 4: entra a freddo per sostituire l’infortunato Jidayi. Rivede il campo dopo un bel po’ ma viene travolto dal grigiore generale).
Biraschi 4,5: un paio di chiusure intelligenti non bastano a salvare la sua prestazione. Viene letteralmente bruciato da Boakye sul gol del 2-0. E poi crolla definitivamente con tutto il resto del reparto.
Pucino 4: non giocava da un mese e questi sono i risultati. Ogni volta che il Latina attacca dalle sue parti i lupi rischiano. Viene saltato sempre con facilità e travolto in tutto e per tutto. Dal primo al novantesimo.
[tps_title]Il centrocampo[/tps_title]D’Angelo 4: prestazione anonima anche per il capitano biancoverde. Resta di sasso al 53′ su una triangolazione dei pontini. Quell’immagine è l’emblema di questo Avellino. Un Avellino inerme.
Paghera 4: da un suo fallo ingenuo e scomposto nasce la punizione del vantaggio nerazzurro. Anche oggi si becca l’ormai consueta ammonizione. Irruento. (dal 61′ Bastien 4: entra dopo il 3-0 di Scaglia e non ha colpe nella disfatta biancoverde. Prova a dare vivacità, ma da solo può fare davvero poco).
Arini 4: dopo la buona prova offerta contro il Crotone, il numero quattro biancoverde fa due passi indietro. Zero intensità, zero corsa. Se vengono meno gli uomini simbolo, allora diventa dura.
[tps_title]L’attacco[/tps_title]Insigne 4: chi l’ha visto? Si diceva che da esterno avrebbe potuto finalmente liberare tutto il suo talento. Diciamocelo: meglio da trequartista. Non vede palla. Abulico.
Castaldo 4: altra prestazione incolore per il numero 10. Manca l’animus pugnandi, il suo punto di forza. Un Castaldo irriconoscibile. Anche sotto il punto di vista della condizione fisica.
Gavazzi 5: prende una botta nei primi minuti che ne compromette il resto della gara. Prova a stringere i denti, ma si arrende al dolore e al 33′ viene sostituito. (dal 33′ Tavano 4,5: entra e prova a ravvivare la fase offensiva dei lupi. Ci prova con due buone giocate. Poi si eclissa, risucchiato dalla mediocrità generale).
[tps_title]Il tecnico[/tps_title]
Marcolin 4: sbaglia tutto. Il modulo, il 4-3-3, con cui quest’Avellino ha davvero poco a che fare. Gli interpreti. E l’approccio: quella di oggi era davvero una gara chiave e il tecnico l’ha giocata praticamente senza punte di ruolo. Che senso ha avuto?