Ogni allenatore ha il suo modulo preferito. Non è solo una questione di organizzazione in campo ma è la propria idea di concepire il calcio. Offensivo o difensivo, ragionato o di ripartenza ogni squadra viene plasmata dal proprio allenatore per assumere le sue sembianze. Quando arrivi a stagione in corso diventa complesso cambiare l’atteggiamento dei giocatori che per mesi hanno assunto una determinata idea di calcio. Finisce che dovrà essere l’allenatore a cambiare i propri ritmi di gioco. Quando poi sono le caratteristiche stesse di goni pedina a non poterti dare la possibilità di esprimere il tuo calcio bisogna essere bravo a sapersi adattare. Marcolin molto probabilmente tornerà sui suoi passi e dopo aver abbandonato il suo 4-3-3 e aver constatato che il 4-4-2 non è nelle corde dei suoi ragazzi potrebbe ritornare al modulo proposto da Attilio Tesser da inizio stagione. Non sarebbe affatto una sconfitta ma soltanto un saper cambiare pelle a secondo di quello che hai trovato sul campo.
Ma quanto conta il modulo? E’ davvero l’anima della squadra oppure se si hanno giocatori di categoria superiore si può costruire qualsiasi cosa al di la dello schieramento in campo? E’ possibile cambiare modulo per un allenatore che arriva in corsa?
Analizziamo la serie B dal punto di vista dei moduli e cercheremo di dare una risposta a questi quesiti
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[tps_title]4-3-3[/tps_title]Ad oggi il 4-3-3 appena abbandonato da Marcolin è utilizzato in cadetteria da sei formazioni tre delle quali lottano per i posti nobili della classifica e tre che cercano disperamente di allontanarsi dalla retrocessione. Spezia, Bari e Cesena volano con tre attaccanti di ruolo mentre Lanciano, Livorno e Modena hanno spesso difficoltà e soffrono l’avversario. Un modulo tra i più difficili da gestire con la maggioranza dei giocatori che devono avere una condizione atletica al top e dare sempre il massimo sotto il punto di vista dell’attenzione. Modulo che si trasforma in molti casi anche in un 4-3-1-2 grazie ai movimenti dei giocatori in campo e soprattutto alle loro caratteristiche.
[tps_title]3-4-3[/tps_title]Altro modulo da “testa-coda” è il 3-4-3. Crotone e Latina non hanno avuto di sicuro gli stessi risultati. Uno schieramento che ti permette di far davvero male agli avversari se tutto funziona sempre alla perfezione. Copertura e attacco diventano un pendolo che stordisce gli avversari ma bisogna trovare la quadratura perfetta del cerchio come ha fatto Juric. Tanto lavoro e uomini giusti per risultati di grande livello.
[tps_title]4-3-1-2[/tps_title]L’Avellino ha utilizzato il modulo cosiddetto a rombo per tutta l’avventura Tesser. Un modulo utilizzato anche da Pescara, Cagliari e Entella. Considerando le squadre che utilizzano questo modulo si potrebbe dire che è sicuramente vincente. Tutte squadre che lottano per le parti alte della classifica con un uomo impiegato a fare da raccordo tra centrocampo e attacco e che spesso decide i ritmi della squadra. I biancoverdi hanno puntato a gennaio su Sbaffo per rinforzare un ruolo composto da Insigne e Bastien e la squadra è stata costruita per adottare questo schieramento.
[tps_title]3-5-2[/tps_title]Como, Pro Vercelli e Ascoli con il 3-5-2 hanno fortune alterne turno dopo turno. Molto dipende anche dallo schema della squadra avversaria che consente a chi adotta questo ruolo di aver più peso a centrocampo e ripartire molte volte con gli attaccanti pronti a fare male. La squadra che ha trovato la miglior quadratura per questo atteggiamento è il Trapani dove Cosmi con il tempo è riuscita ad oliare alla perfezione tutti i meccanismi. Un modulo che ha bisogno di tempo per essere realizzato al meglio.
[tps_title]4-2-3-1[/tps_title]Il 4-2-3-1 è un modulo che ha bisogno di uomini precisi per essere attuato al meglio. Le caratteristiche dei giocatori in questo caso sono molto importanti. Due uomini a schermo della difesa con polmoni e piedi buoni per dare il via alle ripartenze dei giocatori più spostati verso l’attacco. Brescia, Novara, Vicenza e Ternana hanno fortune alterne ma molto dipende anche dal fattore fisico, da tutti gli uomini a disposizione e soprattutto dalla vena realizzativa del bomber di ogni squadra turno dopo turno.
[tps_title]4-4-2[/tps_title]Uno dei moduli più classici e facili per organizzazione in campo. Qui importanti sono i movimenti sincronizzati de reparti dove ogni uomo deve tenere la linea dei propri compagni. Salernitana e Perugia le due squadre che ne hanno fatto più uso in questa stagione ma con i grifoni che cambiano spesso pelle affidandosi a un più complesso 4-2-3-1. La Salernitana di Menichini invece sembra aver trovato la quadratura del cerchio con Coda-Donnarumma a cercare di salvare il salvabile in questo finale di stagione.
In conclusione non potrà essere una divisione per moduli a dire quale adottare per vincere. Ogni allenatore conosce bene i propri uomini e molto dipende anche dalla salute fisica e mentale degli stessi. Quando le cose non vanno bisogna saper cambiare. Bisogna saperlo fare velocemente e senza pensare di aver sbagliato. L’allenatore più bravo è quello che riesce a dare forma al proprio gioco ma anche a cambiarlo quando le cose non vanno bene.
