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Avellino Calcio, Salvatore Di Somma: “Giovannone persona per bene. Avellino? A Latina chiuderà i conti”

L’Avellino e il mondo del calcio piangono la figura di Sergio Giovannone, scomparso nel pomeriggio di ieri a 62 anni, stroncato da un male incurabile. Due stagioni in Irpinia, in Serie A, per Giovannone, che è stato tra i protagonisti della salvezza memorabile 1980-81.

A parlare del calciatore e dell’uomo, ai nostri microfoni, è stato Salvatore Di Somma, bandiera dell’Avellino, che ha condiviso con Giovannone due stagioni bellissime in Serie A. Di Somma ha anche analizzato il momento in casa Avellino, parlando della rimonta compiuta sul Lanusei e di questo finale di stagione.

Questa la sua intervista a SportAvellino,it.

– Direttore Di Somma ieri pomeriggio è arrivata la notizia della scomparsa di Sergio Giovannone. Un suo ricordo di quei due anni trascorsi con lei ad Avellino?

“Ho saputo ieri della notizia e sono molto addolorato di questo. Sapevo che era malato da anni e stava lottando come faceva in campo, contro la malattia, senza risparmiarsi, ma purtroppo ha dovuto arrendersi. Sono dispiaciuto e mi stringo alla famiglia di Sergio nel loro dolore. Un ricordo? Sono tanti i ricordi belli, di quei due anni passati ad Avellino con Giovannone. Era un ragazzo per bene, un ragazzo umile, che non si risparmiava mai. Aveva una voglia d giocare incredibile e negli allenamenti faceva cose pazzesche per mettersi in luce al mister. Sergio era un amico vero, una persona per bene e di cuore. Mi lega un grande affetto, così come con tutti quei ragazzi che erano in squadra con me nella stagione 1980-81. Come sapete fu la stagione della salvezza storica del terremoto e dei -5 punti, e se non hai un gruppo unito, prima, oltre che ottimi calciatori, non puoi mai salvarti. Noi eravamo unitissimi tutti e questo legame lo abbiamo avuto per sempre da allora, perchè ci siamo compattati nelle difficoltà e siamo diventati una vera famiglia. Un tutt’uno, uniti l’un per l’altro. E credo che la gente di Avellino abbia apprezzato e che ancora oggi sia legata a quel gruppo del 1980-81, e anche al povero Sergio. Giovannone era un pò la mascotte del gruppo. Lo prendevamo anche in giro spesso per via di un suo modo di correre particolare, della sua voglia matta di giocare e di non fermarsi mai. Lo ricordo con tanto affetto e con dispiacere ora parlo di un amico scomparso”. 

– Tornando al presente direttore, l’Avellino ce l’ha fatta a rimontare il gap dal Lanusei. Lei lo aveva sempre detto, nel corso di alcune interviste, che questa squadra ritrovando carattere, grinta, compattezza, attributi, avrebbe fatto cose buone. Ora ci troviamo a 90 minuti dal termine della stagione e l’Avellino è primo insieme al Lanusei. Cosa pensa di questo duello finale?

“Parto da lontano e ripeto quanto dissi qualche mese fa. Io mi ero permesso di dire che questa squadra non si era ancora calata nella categoria, che mancavano attributi, mancava compattezza e grinta, tutte componenti che sono nel dna, nella storia dell’Avellino. A distanza di mesi sono felice che quanto detto si è trovato alla perfezione. Giovanni Bucaro è stato bravissimo a compattare non solo i ragazzi in campo ma anche l’ambiente, che poco alla volta ha ritrovato fiducia. E l’Avellino partita dopo partita ha rosicchiato punti al Lanusei, iniziando da febbraio una marcia straordinaria, è arrivata a 9 vittorie di fila e ha ottenuto il primo posto, cosa che in pochi avevano pensato. Siamo arrivati ora a 90 minuti dalla fine a pari punti, e io credo che l’Avellino chiuderà i giochi domenica a Latina. Non ci sarà nemmeno lo spareggio. Ovvio, c’è bisogno della concentrazione massima, ancora di più di quanto visto fino ad ora. Non bisogna allentare la tensione, pensando che sia fatta. Mancano 90 minuti, si va a Latina, campo difficile e ambiente ostico per le vicende che ho letto in queste settimane. Quindi attenzione e determinazione per portare a casa i 3 punti. E ripeto, per me domenica già sarà festa in caso di vittoria. E’ vero la Lupa Roma è già retrocessa ma credo che vorranno onorare il campionato al meglio e daranno del filo da torcere al Lanusei e non escludo sorprese in tal senso”. 

– Una componente dell’Avellino, che dai suoi anni in Serie A fino ad oggi ha sempre fatto la differenza, sono stati i tifosi. A Latina potranno andarne solo in 500, ma in caso di spareggio, si aspetta un esodo biancoverde?

“Lo spareggio innanzi tutto mi auguro che non si faccia, come ho detto, credo che l’Avellino chiuderà il campionato a Latina. Cosa dire dei tifosi. L’Avellino è dei tifosi, la loro storia, passione, calore, grinta, non sono parole a caso. Sono sempre stati la nostra arma in più, dalle salvezze miracolose, come quella citata prima, del terremoto e i -5, alle promozioni. Chiaro che se ci sarà spareggio io credo che il Lanusei non avrà possibilità. Verrà investito da un’ondata biancoverde, da un esodo come abbiamo già visto a Crotone, a Catanzaro, a Pescara. Non so dove si giocherà, ma partiranno almeno 10.000 avellinesi. Per tutta la Serie D sarebbe un qualcosa di mai visto, credo. Però sono fiducioso che questo spareggio non si farà e che a Latina sarà già festa”. 

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