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Avellino e il peso delle assenze: quando le considerazioni da fare possono essere altre

L’Avellino della stagione 2016/2017 non si è presentato nel migliori dei modi. Agli ordini di mister Toscano e del suo staff si è lavorato tanto nel ritiro di Sturno ma i test che dovrebbero essere lo specchio di quello che sarà non hanno entusiasmato, hanno anzi fatto suonare un campanello di allarme. Qualche inizio gara in quel di Sturno un po’ morbido, l’eliminazione in Coppa Italia contro il Bassano che per lunghi tratti ha preso letteralmente a pallonate i lupi e l’ultimo “svogliato” match contro una compagine di serie D hanno come risultato la legittima contestazione dei tifosi con i giocatori già due volte a chiarire con i propri supporters a fine gara.

Sicuramente qualcosa è mancato dal punto di vista della mentalità alla truppa di mister Toscano che subito dopo il match perso contro il Bassano, aveva sottolineato la mancanza di cattiveria e di decisione a vincere il match espressa dai suoi uomini. Detto questo però bisogna sottolineare anche un aspetto importante del percorso fin qui affrontato dai biancoverdi. La squadra ha sofferto principalmente nella parte mediana del campo, costruendo poco per l’attacco e filtrando in modo non adeguato per la difesa spesso andata in difficoltà. Se circoscriviamo il problema a fattori tattici e tecnici non si può non mettere sul banco l’assenza di Gavazzi e Paghera, due giocatori titolari che saranno probabilmente l’anima dell’Avellino di Toscano. A questi aggiungi il tuttofare Jidayi che lo scorso anno tra difesa e centrocampo ha svolto al meglio i suoi compiti e inoltre ricordiamoci che manca ancora un centrocampista in sostituzione di Arini che completi il reparto più importante.

Non sono giustificazioni di sorta ma soltanto ulteriori considerazioni riguardo ad una rosa formata da giovani che probabilmente non andavano buttati nella mischia al pronti, partenza e via. Tra partenze e infortuni (metti anche le condizioni precarie di capitan D’Angelo) i vari Tassi, Omeonga, Belloni e D’Attilio se la sono dovuta vedere da soli. Qualcuno accoglie anche questa istanza ma si chiede: allora non consideriamo eventuali infortuni durante la stagione? La risposta arriva dalle intenzioni societarie: inserire i giovani con i giusti tempi e accentuando le giuste caratteristiche a seconda dell’avversario di turno. E’ indiscutibile che dal mercato dovrà arrivare qualcuno a breve (Lasik basterà?) e per la prima di campionato l’infermeria restituirà ruoli e gerarchie a qualcuno. In molti sperano che le considerazioni da fare possono essere queste e chissà che non siano quelle esatte.

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