Per il mio contributo mensile su sportavellino.it, offrirò qualche considerazione sull’esordio casalingo dell’Avellino in Serie B, “bagnato” da una grande prestazione culminata con il primo successo stagionale contro il Monza.
Avellino, la cronologia del successo con il Monza
Dopo la prima gara persa col Frosinone, si era invocata la necessità di fare tesoro degli errori e delle difficoltà incontrate per ripartire. Un invito prontamente colto da tecnico e squadra perché qualche segnale incoraggiante era già venuto dalla seconda trasferta pareggiata sul campo del Modena. Circostanza che comunque non aveva spento critiche e mugugni. Insomma, il campo mette ordine.
Ebbene, il rettangolo di gioco, venerdì sera, ha parlato chiaro e forte: buona la prima, questa volta si può dire. Dopo un’attesa lunga sette anni l’Avellino, in un Partenio Lombardi rinnovato e vestito a festa, brinda al nuovo debutto in cadetteria con il successo sul Monza, accreditato per essere una delle possibili regine del campionato. Un Monza a cui, dopo un’iniziale fisiologica fase di studio, i lupi tolgono la corona con una prestazione sontuosa.
Avellino-Monza: l’analisi della gara
Stante la naturale emozione della matricola, comunque ben celata, tutto è al proprio posto. Grande equilibrio in campo, distanze tra i reparti tenute bene e buon pressing, a tratti persino forsennato. Merito di un Biancolino che si assume il rischio, cambia modulo sorprendendo tutti, opta per le cose semplici e non sbaglia una mossa né all’inizio né in corso di gara, perché quando c’è da cambiare “il pitone” non temporeggia. Altro dato incontrovertibile, a merito del tecnico biancoverde, sta nella sua capacità di restituire dignità del ruolo ad ogni elemento della rosa a sua disposizione, scegliendo gli uomini per caratteristiche più congeniali all’occasione, sacrificando i suoi punti fermi.
Scelte logiche, necessarie, studiate minuziosamente dal tecnico e dal suo staff. Scelte che consentono di trovare nelle difficoltà le opportunità. Un professore alla guida di professori, insomma: un’orchestra in cui la melodia non è mai stonata. Se mi chiedeste di racchiudere in quattro aggettivi il Biancolino e l’Avellino apprezzati venerdì sera contro il Monza, vi risponderei senza esitare che ho osservato un Biancolino umile, pragmatico e concreto ed un Avellino operaio, anche per la gran mole di gioco prodotta nell’intero arco del match. Poi c’è il gol da cineteca, un gesto tecnico, che legittima la gara dell’Avellino, che suggella la serata perfetta. La compie il numero 10, come il suo voto in pagella, per una serata da ricordare.
Considerazioni finali
Dunque buona la prima, un successo utile per guardare oltre. Per riscrivere tutto, con intelligenza, cognizione di causa e coraggio, perché il coraggio delle scelte alla fine paga sempre: eccola la chiave per la svolta. C’è una strada da percorrere, ci sono idee da confermare, questo è il momento di insistere, di non cambiare rotta. Ora testa alla Carrarese.
Infine, il Biancolino osservato venerdì sera, mi ha ricordato Igor Tudor, allenatore della Juventus. Con un Biancolino così, ed un Avellino che segue con costante attenzione ed impegno il suo allenatore, ne sono convinto, avremo la garanzia di giocarcela fino alla fine, sempre. Anche per questo, dunque, sarà lecito sognare…