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Calcio Avellino – Franco Da Dalt: “Campionato in mano al Lanusei, non sono primi per caso. Vorrei avere un’opportunità in Serie C”

L’Avellino è reduce dalla sofferta e importante vittoria sul Budoni, con un gol di Sforzini nel finale. A commentare il successo biancoverde, ospite alla trasmissione di IrpiniaNews, Tifare Avellino è uno stile di vita, l’esterno dei lupi, Franco Da Dalt, ha analizzato il momento in casa biancoverde, ha parlato del futuro e della corsa al Lanusei.

Questi alcuni suoi passaggi nella trasmissione: “Ci crediamo ancora alla rimonta e al primo posto, quando arrivai a dicembre lo dissi che ci credevo e abbiamo recuperato alcuni punti. Chiaro che non mi aspettavo che il Lanusei avesse un ritmo del genere e faccio i complimenti a loro. Chiaro che ora 5 punti da recuperare in 3 partite, è difficile ma non impossibile. Loro dovrebbero fallire le due partite fuori casa, e noi ovviamente vincerle tutte e 3. Della rosa dell’Avellino chi mi ha impressionato? E’ sotto gli occhi di tutti, Alessio Tribuzzi. Soprattutto che è giovane, ma è un ragazzo che è già inquadrato, sa quello che vuole. Tralasciando il fatto che chi gioca qui ad Avellino è forte, perchè per giocare in una piazza simile devi avere delle qualità. Oltre Tribuzzi bene Parisi e Betti, che sono giovani e possono fare una bella carriera. Restare ad Avellino? Per me sarebbe un sogno, ma prima dobbiamo pensare a noi, a finire queste 3 giornate, poi vedremo cosa sarà dell’Avellino, in quale categoria saremo e poi deciderà la società. Per stile di gioco, mi piace molto Callejon del Napoli. Per il ruolo forse siamo simili ma non mi ispiro ne voglio fare paragoni con grandi campioni. Il gol? E’ una cosa che mi è sempre mancata, ho fatto 4 gol massimo in carriera a stagione, quindi è una cosa che ho sempre dovuto migliorare. Una piazza simile a quella di Avellino dove ho giocato? All’Hellas Verona. Una piazza che pretendeva, un tifo caldo, un pubblico appassionato, due piazze simili che mi hanno davvero colpito per la loro ambizione e la passione nel vivere il calcio. Bucaro? Non è facile per un giocatore che per un allenatore arrivare a campionato in corso. Io credo che il mister sia una persone eccezionale, rispetta tutti e ti dice le cose in faccia e fa bene, perchè è giusto il confronto e il dialogo, per acquistare la fiducia e il rispetto dello spogliatoio. Ha fatto un grande lavoro insieme a Cinelli e il fatto che conoscessero già la piazza ci è servito. Cosa vuol dire giocare ad Avellino? Significa giocare a calcio, vivere una piazza di grande calcio, si respira un clima stupendo. Io sono rinato ad Avellino. Ora ero in  una squadra da diversi anni e mi ero fossilizzato, o giocavo bene o male, nessuno mi diceva niente. Ad Avellino si sta bene, non è una grande città, non ti offre molto, ma è la piazza ideale per chi vuole fare calcio. Un’opportunità che desidero? Visto che sono maturato vorrei avere un’opportunità in Serie C, e magari farla con l’Avellino. Io ho iniziato dalla Serie B qui in Italia e forse non ero pronto. Ho fatto la gavetta inversa, cioè sono partito dall’alto per poi finire in basso. Invece esperienze del genere in Serie D le avessi fatte prima, ora probabilmente sarei molto più maturo e giocherei in Serie B. Lanusei? Non è lì per caso, mi ha impressionato davvero tanto anche nella gara di ritorno, anche se vincemmo. Stanno facendo davvero bene, e bisogna dirlo, il campionato è in mano a loro, possono perderlo solo loro. Noi possiamo solo vincere le 3 gare che restano e vedere come finirà. La gara che abbiamo completamente sbagliato al ritorno? Ne cito due, con la Torres in casa loro, giocammo male, una delle ultime dell’andata e anche quella con il Cassino a ritorno. Abbiamo perso punti importanti che ora ci sarebbero serviti”. 

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