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Calcio Avellino, Santiago Morero: “Avellino piazza calorosa come in Argentina, orgoglioso della scelta di restare”

In una bella intervista rilasciata ad IrpiniaNews, a Claudio De Vito nella trasmissione Mixed Zone, il capitano dell’Avellino, Santiago Morero, ha parlato della sua esperienza in Irpinia, un bilancio di questi primi mesi in Serie D e dei questo suo anno in biancoverde, con le differenze dei primi 6 mesi in B e i restanti in D. Il ricordo dei giorni difficili della scorsa estate, alcuni aneddoti e tante curiosità nella sua intervista.

“Indossare la maglia e la fascia da capitano dell’Avellino è un onore grandissimo. L’Avellino è una società che ha una storia, tanta gente che la segue e per me rappresentare questa squadra è un orgoglio. A ripensare ad agosto, ai giorni della non iscrizione, è difficile. Da una parte leggevamo i giornali, i siti, guardavamo le tv e capivamo che tutto poteva finir male. Dall’altra invece, la società ci diceva che tutto si sarebbe risolto per il meglio e che dovevamo stare sereni. Però non era facile allenarsi in quelle condizioni. Poi sappiamo tutti come è andata, sono stati giorni complicati, ma appena si è formata la nuova società non ho avuto alcun dubbio nel restare qui ad Avellino. Non mi pento della scelta fatta, sono molto orgoglioso. Piazza di Avellino? E’ una piazza che mi ricorda molto l’Argentina, molto calorosa, che regala emozioni uniche, che in altre piazze italiane non ho visto, forse solo a Cesena. La garra in campo? Si, serve, soprattutto in questa categoria. Ai ragazzi ho detto una cosa. Qui si può sbagliare anche un passaggio o due, ma alla gente resta negli occhi quello che corre, suda, lotta, sputa sangue per la maglia. Quindi, serve quell’agonismo e attaccamento per entrare nel cuore dei tifosi. Il fatto delle scarpe ad Ostia? No è stato un gesto spontaneo. C’era tanta acqua al nostro arrivo quando siamo andati a controllare il campo, e non volevo bagnarmi le scarpe per non tornare a casa con le scarpe zuppe e sporche di fango. Quindi le ho tolte e sono entrato scalzo in campo. E’ stato un gesto spontaneo, per far capire ai ragazzi che si sarebbe giocato e che bisognava pensare alla partita e vincerla. E tra l’altro in tanti mi hanno imitato. Le critiche? Ci stanno. Ormai ho la mia esperienza, ci sono passato. Ai ragazzini dico che non bisogna soffermarsi alla critiche o sentirsi Dio quando si viene elogiati. Bisogna rimanere tutti sul pezzo, e restare umili. Difficoltà anche in D? Certo, le si trovano ogni domenica, partendo anche dal ritiro dove ci dovevamo amalgamare essendo partiti a fine agosto. E lo stiamo vedendo che è una categoria difficile e bisogna lottare per uscirne fuori. Critiche a Graziani? Penso sia stato interpretato male, non voleva offendere nessuno o denigrare la storia dell’Avellino. Non dobbiamo pensare a queste cose ma bisogna guardare avanti e scrivere anche noi la storia dell’Avellino”. 

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