CALCIONEWSUS AVELLINO

“Da Gualdo vennero in mille, dall’Irpinia in 15mila: un’emozione da far vivere a questi ragazzi”

64 anni, 724 panchine e la grinta di un ragazzino. È un Walter Novellino entusiasta quello che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato emozioni e sogni che stanno accompagnando il suo percorso in biancoverde. Dopo aver ribadito ancora una volta la gioia per il suo approdo sulla panchina dei lupi nel novembre del 2016 (“Potevo andare in Romania, in Polonia, in Inghilterra… ma non poteva esserci scelta migliore di questa”), Novellino ha parlato anche di quelle che sono le potenzialità del suo Avellino. Un Avellino costruito a immagine e somiglianza del tecnico di Montemarano e che avrebbe potuto avere anche qualche punto in più: “Abbiamo sbagliato due rigori e a Cremona ci hanno annullato un gol valido”.

Guarda in alto il mister, ma al tempo stesso è perfettamente consapevole di come sia necessario restare con i piedi per terra: “Abbiamo un percorso: arriviamo a 50 punti e poi vediamo. Uso la metafora dell’alpinista: per scalare la montagna deve conoscerla, fare le mosse giuste, sapere dove può andare e dove no. I prossimi passi sono Bari e Salernitana”. Passi che bisognerà affrontare con lo stesso spirito visto contro l’Empoli dove i lupi, secondo il tecnico, spinti da una voglia incredibile e da un gran pubblico non hanno avuto paura di accelerare (“in quei momenti ti senti come Valentino Rossi in sella alla Yamaha”). Sarà stata la famosa legge del Partenio, che da calciatore ha punito lo stesso Novellino. Un Novellino che ricorda ancora bene la finale playoff tra l’Avellino e il suo Gualdo: “1995, spareggio per la B, a Pescara i nostri erano mille e gli irpini quindicimila. Vorrei farlo vedere ai miei ragazzi quel video”‘. Atmosfera di festa, come richiede una promozione. Ed è lì che torna sempre il discorso. Novellino ha un sogno: vincere un altro campionato. Ed è per questo che nel ricordare le sue quattro promozioni in A sottolinea come “Samp a parte, ho sempre avuto un animale che mi ha voluto bene. Il leone a Venezia, la lupa a Piacenza, il ciuccio a Napoli. Ecco, manca il lupo”. Perché va bene restare con i piedi per terra, ma i desideri e i sogni alla fine vengono sempre fuori.

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