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[ESCLUSIVA] Avellino, Leo Criaco: “Avellino è una piazza che ti dà tanto. Chi indossa questa maglia deve ritenersi fortunato”

Intercettato telefonicamente da SportAvellino.it, ha analizzato il momento dell’Avellino l’ex difensore biancoverde Leo Criaco. Il giocatore, gladiatorico in campo, ha commentato il momento della squadra biancoverde, ma ha voluto ricordare i suoi trascorsi in Irpinia, ricordando cosa vuol dire giocare per questa gloriosa maglia.

questa l’intervista realizzata stamattina

– Buongiorno signor Criaco. L’Avellino, dopo il derby perso con la Salernitana ha raccolto due pareggi di fila. I tifosi criticano la squadra, ritenendola senza attributi e grinta. Lei che idea si è fatto del momento dell’Avellino?

E’ un momento non bello ma guardiamo al lato positivo. Dopo aver perso il derby non era facile rialzarsi subito. E’ positivo però aver fatto punti e aver mosso la classifica. Anche perchè erano due scontri diretti con Pro Vercelli e Pescara e quindi il pareggio, a volte, quando non puoi vincere, va bene. Credo che soprattutto ieri è stato preso un buon punto e aver confermato le distanze dalla Pro Vercelli, anzi se non sbaglio si è recuperato un punto sulla zona playout. Una sconfitta sarebbe stata una tragedia. Quindi, tutto sommato va bene così, con fiducia si guarda alle prossime gare. 

– L’Avellino quest’anno ha giocato due derby pessimi, perdendoli entrambi. Lei che ha giocato e vinto diversi derby fondamentali, tra cui quelli con il Napoli, ci può dire come si preparano gare così sentite e cosa è mancato all’Avellino nei derby con la Salernitana?

Io credo che i derby sono partite a sè e non ci vuole molto per prepararli. Basta giocare sulle motivazioni dei calciatori e scendere in campo con grinta e carattere. Con questo non dico che l’Avellino non ha uomini di carattere, o che abbia giocato i derby senza cattiveria e voglia di vincere. Ci sta purtroppo nel calcio di perdere due derby. Cosa è mancato? Penso che gli episodi siano girati tutti in negativo, sia a Salerno che in casa all’andata. Purtroppo basta poco poi per perdere le partite. Ma l’importante è reagire e andare avanti verso gli obiettivi prefissati. 

– Lei che di derby ne ha giocati tanti, ma in particolare contro il Napoli, in quella finale playoff del 2005, ci può raccontare qualche aneddoto e l’episodio famoso con Gennaro Scarlato in quella gara di andata al San Paolo?

Sono passati un bel pò di anni ma quelle gare sono nella storia dell’Avellino e quell’episodio con Scarlato è sempre fisso nella mia mente. Io ero uno che in campo non mollavo mai, avevo una carattere da vendere. Ci giocavamo tantissimo in quelle gare col Napoli, così come loro. E’ normale che la tensione la facesse da padrone e siano volate parole grosse e anche qualche scontro fisico un pò fuori le riga. Però, fa parte del gioco, ed è giusto che sia così, nel limite della professionalità. Il derby è bello anche per questo. 

-Avellino è una piazza calda e ambiziosa, vuole sempre il massimo dai suoi calciatori. Che ricordi ha della piazza avellinese? Quando può pesare avere la maglia dell’Avellino addosso?

E’ inutile ripetersi, lo dico sempre. Avellino è una piazza che dà sempre qualcosa a chi gioca in questa squadra. Credo che chi indossi la maglia dell’Avellino deve ritenersi fortunato di poter indossare una maglia così gloriosa. E’ una maglia che ti porta davvero a capire l’essenza del calcio. Il pubblico è normale che pretendi sempre il massimo impegno dai giocatori. La maglia biancoverde va portata con orgoglio, ma se un calciatore non ha carattere è una maglia pesantissima, perchè poi il pubblico giustamente chiede il massimo impegno e inizia a bacchettare questo o quello. Se un calciatore la indossa con onore e orgoglio, diverrà un beniamino di questa piazza straordinaria, capace di portarti davvero molto in alto. 

 

-Infine una domanda da tecnico, su mister Novellino. Coma valuta il suo lavoro in questa stagione così complessa per l’Avellino?

Onestamente non posso valutare mister Novellino. E’ un grande del calcio. Stiamo parlando di un grande allenatore. Purtroppo le difficoltà le incontriamo tutti, ci mancherebbe. Anche i vari Trapattoni, Lippi, Capello, Sacchi hanno avuto difficoltà in carriera, pur vincendo tutto, e ci mancherebbe non possa averle lui. Ma fa parte del calcio. Credo che però la sua esperienza e il fatto di essere irpino, possa fare solo che bene a questa squadra. 

-Grazie mister, in bocca al lupo per la sua esperienza all’Akragas

Grazie mille a voi. 

E vogliamo allegare il video di quel famoso episodio citato nell’intervista della finale col Napoli, per far capire, a chi magari è più giovane e non ricorda, chi era Leo Criaco e cosa significava avere attributi in campo.

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