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Giochi pericolosi e …Preziosi per l’Avellino

Voci contrarie da Genova. Nelle ultime ore un tam tam online rivede comparire il nome di Enrico Preziosi. Da chiarire le dinamiche di questi rumors che non darebbero ulteriori informazioni sul modo di questo avvicinamento, ma soprattutto è da valutare se sono veritiere.

Due le possibili soluzioni a questo rebus: la prima vedrebbe Preziosi entrare in società con delle quote minoritarie,quindi un ruolo d affiancamento, la seconda invece, più particolare, potrebbe veder Preziosi comparire come secondo Sponsor dell’Avellino Calcio. Sicuramente l’intento non è principalmente economico, ma indirizzato ad inquadrarsi come la nascita di un asse di giocatori fra Genoa ed Avellino, non ultimo l’interesse per il giovane talento spagnolo Raúl José Asencio Moraes (Leggi Qui del giovane talento) e per il portiere ex Pisa, Ujkanisempre di proprietà del Genoa con un contratto fino al 2018 (Leggi qui)

Possiamo anche aggiungere una terza ipotesi: questi rumors sono del tutto infondati.

A Genova la situazione non è idilliaca, come si apprende dalle pagine di pianetagenoa1893.net, il presidente del Genoa “Enrico Preziosi sta cercando un compratore per il Genoa: finora non lo ha ancora trovato. Ma non ci sono soltanto i problemi rossoblù per il presidente: Tuttosport sottolinea stamane che dovrà liquidare entro la fine di giugno il suo socio Michael Lee nella Giochi Preziosi. A breve, infatti, scadrà l’accordo con la Ocean Gold Global: Preziosi dovrà staccare all’imprenditore cinese un assegno di oltre 100 milioni di euro. Se non versasse questa somma, dovrebbe pagare una penale molto salata.”

Quindi tante gatte da pelare per Enrico Preziosi che oltre che trovare un socio/acquirente per la società rosso-blu, deve affrontare delle grane societarie con i propri Partners.

Ovviamente queste voci dovranno trovare un riscontro nella conferenza stampa di giovedì ad opera del Presidente Walter Taccone, per ora il presidente del Genoa Enrico Preziosi si limita solo ad attaccare, simpaticamente, il telefono in faccia. Non c’è due senza tre,dicevano.

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