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“Tra color che son sospesi”: l’Avellino prova a concentrarsi, il presidente non arriva

Dopo la scadenza di ieri è inevitabile che il clima intorno all’Us Avellino sia di attesa e ansia. Ansia per la spada di Damocle nelle mani della Covisoc che pende sulla testa della società e del futuro biancoverde. Con questo peso ad Ariano Irpino si è aperto il secondo giorno di ritiro con Michele Marcolini e i suoi uomini che sul campo hanno svolto un leggero lavoro atletico e una partitella a centrocampo. Un clima di attesa che doveva terminare con l’arrivo al Pietro Mennea del presidente Taccone, annunci confusi avevano prospettato in mattina questa possibilità. “Operazioni importanti per l’Avellino calcio” però non hanno consentito al numero uno biancoverde di essere tra i suoi calciatori. Essere presente per spiegare cosa sta accadendo. Niente di fatto. I giocatori sono al corrente di tutto, dell’impegno della società sul fronte iscrizione e delle operazioni fatte ma traspare che la presenza del presidente sarebbe stata importante. Non solo per i giocatori che provano a concentrarsi. Il patron ha rinviato tutto a domattina.

Si lavora per il prossimo campionato in ogni caso. Chi ad Ariano chi in altri luoghi. Dante nel secondo canto dell’Inferno scrisse “..Io era tra color che son sospesi” prima di un percorso difficoltoso all’inferno. Lo stato d’animo del popolo biancoverde è lo stesso al momento, sperando che il viaggio si interrompa presto. Questo inferno non lo merita l’irpinia del pallone.

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