Tutto sul nuovo corso biancoverde: i cinque punti che spiegano perchè Novellino può essere la scelta giusta per i lupi

Il destino biancoverde nelle sue mani. È una grossa responsabilità quella che, a partire da oggi, si è assunto Walter Alfredo Novellino. Tra classifica deficitaria, squadra da risvegliare e ambiente da ricompattare il lavoro che toccherà al nativo di Montemarano non è certo di poco conto. Portarlo a buon termine equivarrebbe ad un mezzo miracolo. E per questo i tifosi si interrogano: Novellino è l’uomo giusto? In attesa del verdetto del campo, ci abbiamo provato noi a rispondere e abbiamo trovato cinque punti a favore del nuovo tecnico biancoverde: carisma, esperienza, tattica, feeling con gli attaccanti e lavoro con i giovani. Cinque motivi per cui Novellino può essere l’uomo giusto per questo Avellino.

[tps_title]Carisma [/tps_title]
Nella maggior parte dei casi quando si cambia guida tecnica è perché si vuole dare una scossa alla squadra, che magari si è seduta perché non stimolata a dovere dal tecnico precedente. L’Avellino della gestione Toscano ha sì dimostrato forti carenze sotto il punto di vista del gioco, ma anche della personalità e della cattiveria agonistica. Toscano ha fallito anche nelle vesti di motivatore. Arrivato in Irpinia da “Cannibale” è andato via da agnellino. Novellino è invece da sempre noto per il suo carattere sanguigno e per le sue doti da sergente di ferro. È un tecnico che sa imporsi. Sia con la squadra che con la società (aspetto fondamentale in ottica mercato invernale…). Con lui giocherà chi merita, senza se e senza ma. Si affiderà a chi, come lui, non ha paura.

[tps_title]Esperienza [/tps_title]
Non solo personalità. Novellino ha dalla sua anche una grandissima esperienza. È un comandante che sa ben navigare tra le acque agitate della Serie B. Dopo Castori, il neo tecnico biancoverde è infatti l’allenatore con più panchine in cadetteria (317). Conoscere il campionato così a fondo è sicuramente un fattore importante. Significa sapere come approcciare al meglio alle gare. Significa saper come gestire al meglio le energie psico-fisiche in un campionato lungo e logorante. Inoltre Novellino ha dalla sua statistiche coi fiocchi. In 317 gare ha ottenuto 484 punti (125 vittorie e 109 pareggi), con una media di 1,53 punti a partita. Una media-punti che lo colloca al ventiquattresimo posto nella classifica degli allenatori più vincenti nella storia del torneo. Una media punti che, se mantenuta, permetterebbe all’Avellino di salvarsi con tranquillità.

[tps_title]Tattica[/tps_title]
Per fare punti e raggiungere la salvezza ci sarà bisogno di certezze, quelle che sono mancate nella gestione Toscano. L’allenatore calabrese ha alternato numerosi moduli senza mai riuscire a trovare la quadra e andando così a confondere ulteriormente la squadra. In questo senso l’Avellino trova in Novellino una certezza. L’ex tecnico del Modena è infatti un integralista. Ha sempre giocato un calcio semplice, impostando le sue squadre su un classico 4-4-2. A differenza del suo predecessore, inoltre, cerca sempre di schierare ogni calciatore nel proprio ruolo naturale. In poche parole, è un pragmatico. E in questo momento all’Avellino servono i fatti.

[tps_title]Il feeling con gli attaccanti [/tps_title]
Uno dei grandi problemi dell’Avellino targato Toscano è stato sicuramente lo scarso apporto degli attaccanti in zona gol. Quello che doveva essere il punto di forza della rosa biancoverde si è fin qui rivelato un flop. Dalle bocche di fuoco sono arrivati soltanto 5 gol: 1 di Castaldo e 2 a testa per Verde ed Ardemagni. Novellino, che predilige un attacco a due con una torre (Mokulu o Ardemagni) e un giocatore più mobile al suo fianco (Castaldo o Verde), dovrà risolvere anche questo problema. Le sensazioni in tal senso sono positive, visto che l’ex tecnico della Sampdoria ha sempre avuto un rapporto speciale con gli attaccanti nell’arco di tutta la sua carriera. Basti pensare a gente del calibro di Maniero, Schwoch, Caccia, Bazzani, Flachi, Quagliarella, Granoche o Babacar. Bomber implacabili, che sotto l’ala protettiva di “Monzòn” hanno cominciato a segnare raffiche di gol. Tra questi c’è anche un attaccante attualmente in forza all’Avellino. Nella stagione 2012-2013, infatti, Novellino (subentrato a Marcolin sulla panchina del Modena) allenò Ardemagni. Il bomber biancoverde realizzò 5 gol in 9 presenze. Il feeling tra i due già c’è. Non resta che rinvigorirlo.

[tps_title]Il lavoro con i giovani [/tps_title]
Per una società che ha deciso puntare sui giovani è di fondamentale importanza avere un allenatore che sappia lavorarci. Toscano ha dimostrato di non saperlo fare, facendoli accomodare in panchina alle prime difficoltà (Donkor, Diallo) o accantonandoli sin dall’inizio (Tassi). Con i giovani ci vuole pazienza: bisogna usare il bastone e la carota si, ma facendogli sentire sempre la fiducia. In carriera Novellino ha già ampiamente dimostrato di saperlo fare. Recoba, Amauri, Matuzalem e Palombo sono alcuni dei frutti di questa sua politica. Il suo Modena da play-off volava grazie ai gol di Babacar e alla fantasia di Mazzarani. Linea verde che diventa oro: Novellino sa come si fa.
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