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Calcio e ludopatia: l’Inghilterra contro i betting sponsor

In Inghilterra c’è voglia di migliorare il sistema calcio, dopo il cambiamento della sessione del calciomercato estivo decisa ieri dalla federazione di calcio inglese, ora si punta a migliorare l’immagine del calcio inglese.

Il partito Laburista sta lavorando per limitare l’accesso alle sponsorizzazioni delle squadre di calcio per le società di betting. Si sa, in Inghilterra nasce la passione per il Betting, lo scommettere sugli eventi sportivi, e negli ultimi anni si è vista una crescita smisurata per tali attività che hanno creato enormi difficoltà ai vari sistemi giuridici dei singoli stati europei sia alla stessa Europa nella tutela del libero mercato.

Una situazione che va a discapito della popolazione degli stati europei, come in l’Italia, dove la ludopatia è in netta crescita, divenendo cosi una delle principali problematiche sociali al pari dell’assuzione di sostanze stupefacenti.

In Inghilterra situazione simile a quella italiana per quanto riguarda la dipendenza da gioco, con cifre che colpiscono la popolazione di poco inferiori all’Italia, che primeggia sul trono europea per dipendenza da gioco.

Ecco che il vice leader del partito laburista Tom Watson vuole inserirsi in questa problematica e porre dei freni alla crescita del gioco.

Watson evidenzia come nove club inglesi su venti, solo in Premier League, portino sulle proprie maglie la sponsorizzazione di società di betting. Molti appassionati di calcio scommettono sulle partite, ma in particolare le società di betting puntano sull’esposizione nel mercato asiatico, dove grazie alle scommesse online i numeri sono in crescita, anche grazie all’ottima reputazione della Lega considerata priva di corruzione da parte dei giocatori asiatici.

L’intenzione del partito laburista è quella di affrontare un “epidemia nascosta” della dipendenza e proteggere i bambini dall’inizio dell’esposizione al gioco d’azzardo.

“La sponsorizzazione della camicia invia un messaggio che i club di calcio non prendono seriamente il gioco d’azzardo nei loro fans. Mette le marche di gioco davanti a fan di tutte le età, non solo nelle partite, ma nelle trasmissioni e mette in evidenza i pacchetti sia sulla televisione commerciale che sulla BBC ” commenta il vice leader Watson

“Proprio come per le aziende di tabacco, alle quali è stato posto il divieto di sia di poter sponsorizzare qualsiasi competizione sportiva sia di poter sponsorizzare una singola società sportiva”

Watson afferma che osservando i dati della commissione per il gioco d’azzardo si evidenzia un sostanziale aumento del numero dei giocatori affetti da questa patologia, arrivando alla cifra di 430.000 casi nella sola Inghilterra. Un dato che evidenzia la serietà della problematica è che forse ci suggerisce che sia arrivato il momento per il calcio di distanziarsi da questo settore proprio come avvenne in passato con il mondo dei tabacchi lavorati.

Recenti ricerche da parte della Goldsmiths dell’Università di Londra hanno dimostrato che il gioco d’azzardo è ormai inestricabilmente legato al calcio, sottolineando come gli spettatori televisivi non possono evitare di entrar a contatto col un marchio dell’industria delle scommesse. Lo studio ha dimostrato che negli hightlights dei match, i marchi o i simboli dei giochi d’azzardo sono comparsi sullo schermo tra il 71- 89% del tempo di esecuzione del programma.

Adesso bisogna vedere come lavorerà il governo inglese per porre rimedio a questa situazione consapevole del fatto che eventuali restrizioni nei confronti delle società di scommesse si rifletterebbero sui pagamenti fiscali delle società di gioco.

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