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Inchiesta – Il Belgio e il Qatar: quando il calcio è il nuovo petrolio

L’inchiesta di Michelangelo Freda

Qatar – La famiglia Al-Thani sa che il petrolio non potrà durare in eterno. I propri analisti spingono per la diversificazione dei provenienti dell’oro nero in vari settori

Tamim bin Hamad al-Thani (proprietario Psg)
Tamim bin Hamad al-Thani (proprietario Psg)

d’investimento. Dal 1994 in poi la famiglia Al Thani investirà ingenti somme di denaro nella creazione di compagnie aeree, la Qatar Airways, televisioni come l’emittente Al-Jazeera, o acquisendo notevoli somme di quote di società come la Walt Disney, Volkvswagen, Barclays, Siemens e tante altre istituendo il Qatar Investment Authority. Ecco. Una branca di questo fondo sovrano si chiama Qatar Sports Investments, quest’ultima possiede il 100% del Paris Saint-Germain.

Ritroviamo la stessa famiglia all’interno dello sponsor tecnico del Belgio Burrda: è un marchio creato nel 2007 dalla attuale emiro del Qatar, lo sceicco

Tamim bin Hamad Al Thani. “Burrda” che significa “tessuto” in arabo. E, una volta stabilito il collegamento con il Qatar, si può vedere come che nel logo faccia capolino il marrone e bianco della bandiera nazionale del Qatar. L’azienda è di proprietà della Qatar Sports Investments

 

La Qatar Sport Investments

Bene, la Qatar Sports Investments possiede la società Aspire Accademy con sede a Doha (Qatar). Fondata nel 2004 a Doha, l’accademia è costituita da uno 13288068_1145731022157359_1570615349_ostadio da circa 50mila posti, un centro sportivo indoor che detiene il titolo più grande del mondo, quattro piscine olimpioniche, innumerevoli palestre e campi da calcio all’aperto.

immagini della imponente struttura a Doha (Qatar)
immagini della imponente struttura a Doha (Qatar)

Ciò che colpisce è il progetto Football Dreams: un enorme scouting di mezzo milione di ragazzi che ingloba 16 Nazioni (11 in Africa5 in Asia) dove verranno scelti solo 40 ragazzi totali per un ulteriore scrematura a 20. Le statistiche dicono di 3,7 mln di ragazzi sono stati visionati fino ad adesso dal 2007. Ciò avviene per una questione statistica: il continente africano è il più povero al mondo come si sa, e con questo enorme scouting si ha la possibilità di ritrovare ragazzi che hanno grandi capacità ma con pochi mezzi di ascesa. Aspire presenta il progetto Football Dreams come una via di fuga dalla povertà. Ma una domanda sorge spontanea: oltre il fine nobile, ed ovviamente un rincaro economico a favore della detentrice del cartellino (Aspire), cosa ci cela dietro?

Partiamo dal presupposto che il Qatar ospiterà i Mondiali nel 2022, una Nazione dove il calcio è vissuto poco, se non negli ultimi anni, dove i fattori economici hanno prevalicato quelli sportivi con vari esempi, proprio in occasione dell’aggiudicazione dei mondiali, di corruzione o di pressioni economiche proprio ad opera dell’ Aspire o chi per esso verso le federazioni africane.

Possiamo iniziare a pensare che, come già accaduto in altre attività sportive, l’obiettivo principale sia quello di nazionalizzare dei giocatori, ricordando che la nazionalità qatariota si acquisisce dopo 5 anni in luogo dai 18 anni in poi. Non si tratta di una cosa tanta anomala o dalle sfaccettature complottistiche. Infatti, per la 24esima edizione dei mondiali di pallamano, il Qatar ha naturalizzato giocatori di varie nazionalità arrivando in finale aggiudicandosi il 2 posto!

 

Cosa c’entra il Belgio?

Possiamo affrontare ora il perché del Belgio e di questo mercato cosi fiorente di giovani calciatori.

Un esempio. Frontiera calcistica belga: non vi è alcun limite sul tesseramento di extracomunitari in squadra. Inoltre fino al 2013 ottenere la cittadinanza belga era piuttosto facile: bastavano appena 3 anni di residenza, ora ne servono 5.

Il logo Aspire
Il logo Aspire

Il caso – Eupen, cittadina di 18mila abitanti nella zona orientale del Belgio. Il KAS Eupen milita nella Proximus League, l’equivalente della serie B italiana, di proprietà proprio della qatariota Aspire. Su una rosa di 26 giocatori si evidenziano 16 giocatori stranieri. Ovviamente sono il frutto del progetto Football Dreams che arriva alla fase finale. Approdare in Europa e cercar di esser notati dai più grandi club del continente. Un po come la storia di Diagne, giovane calciatore cresciuto nell’ ASPIRE SENEGAL poi approdato il 6 luglio 2012 ed ora attende il 30 giugno 2016 per approdare nella sua nuova squadra, il Barcellona.

L’obiettivo dell’Aspire non è quello di rendere il KAS uno dei maggiori club europei. Infatti sono anni che sfiora la promozione investendo nel vivaio

“parallelo”. Ma Aspire ha un obiettivo: costituire il trampolino di lancio per i propri giocatori verso una carriera di alto livello. Vuole, in pratica, diventare il miglior vivaio del mondo.

Diciamoci la verità. Tutto ciò che si cela dietro, almeno a parer nostro, è una vera e propria nuova frontiera della “mercificazione dell’uomo”. Scandagliare  l’Africa alla ricerca di talenti. Investire in scout puntando sulla quantità, per poi arrivare alla qualità.  Il mondo calcistico vien visto come il nuovo Petrolio, una nuova forma d’investimento. Un investimento che può esser duraturo. Perché non si sfruttano risorse energetiche ma solo ed esclusivamente la mera capacità umana di svolgere attività atletiche. Ed il Belgio si mostra terreno fertile per questo genere di attività.

 

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Aspire, la sede

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