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Finalista in Turchia, vincere in Europa: il focus sul Besiktas

Nel pomeriggio di domani, alle 18.30, inizierà il cammino della Sidigas Avellino in Champions League. Il club irpino, ormai giunto alla seconda partecipazione in questa competizione, è atteso da un impegno probante, contro i turchi del Besiktas. La squadra di Ufuk Sarıca è tra le migliori, almeno sulla carta, partecipanti alla coppa e, di certo, una di quelle con il miglior pedigree. I turchi, infatti, hanno chiuso l’ultima stagione perdendo in finale di playoff contro l’armata Fenerbahce e hanno una storia gloriosa, con due campionati vinti, l’ultimo nel 2012 quando a guidare la squadra in panchina c’era Ergin Ataman (il cui vice era proprio Sarica) e in campo c’erano Arroyo e Hawkins, vecchia conoscenza del campionato italiano. Anche in questa nuova versione non mancano giocatori transitati in Italia: a roster ci sono infatti Ryan Boatright, play americano ed ex giocatore di Capo d’Orlando, e DJ Strawberry, ex Fortitudo Bologna. Proprio la guardia che ha giocato nel capoluogo emiliano è stato uno dei maggiori protagonisti nella vittoria raccolta dal Besiktas nella prima giornata del proprio campionato in casa del Trabzonspor, chiudendo con 12 punti, 3 rimbalzi e 6 assist. I due cestisti nati negli USA non sono però le uniche armi a disposizione di Sarica che può contare su un roster profondo e ben allestito. Ci sono, infatti, elementi di spicco come Diebler, che ha chiuso con 14 punti e 7 rimbalzi la prima gara ufficiale della stagione e che è uno dei pretoriani dell’ex allenatore del Pinar con il quale ha vinto il titolo nel 2015, e Kyle Weems, altro giocatore americano che ha ben figurato contro il Trabzonspor. A completare il roster ci sono Lima, che ha un passato nel Real Madrid, e un giovane come Sanli, che è alla sua seconda stagione con il Besiktas e che è esploso in una clamorosa prova da 20 punti pochi giorni fa.  Per cui il Besiktas sarà un banco di prova importante per Sacripanti e i suoi che avranno a che fare con una seria candidata alla vittoria finale e, soprattutto, con una squadra abituata a giocare partite di un certo spessore, vista l’esperienza accumulata negli anni precedenti.

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