Avellino Basket, ecco Buscaglia: “Un progetto così è difficile da rifiutare. Obiettivi? C’è ambizione, ma si lavora giorno per giorno”
Tanti i temi toccati alla presentazione, ma anche spazio all'ironia: "Tanti mi hanno chiesto scusa per gli insulti degli anni passati: tutti perdonati"

Tra una folla di tifosi, corsi al DelMauro per salutarlo, coach Maurizio Buscaglia si è presentato ad Avellino. Pronto ed elettrizzato per questa nuova esperienza, il tecnico ex Trento è sembrato subito calato a pieno nel contesto avellinese. Onore e gioia: queste, le due parole fulcro della sua presentazione all’Avellino Basket. Ma anche, e soprattutto, ambizione: quella di chi non vuole accontentarsi, ma vivere al massimo la propria esperienza.
Il benvenuto a Buscaglia di Lombardi: “Sono emozionato”
A prendere la parola, per dar il benvenuto a coach Buscaglia, è stato il presidente Lombardi. Parso molto emozionato, proprio nel giorno dell’anniversario della promozione dell’Avellino Basket in A2. Queste le sue parole: “Sono molto emozionato, oggi è uno dei tanti giorni in cui aggiungiamo pezzi importanti per la crescita di questo club e di questo progetto. In questo giorno, quello dell’anniversario della promozione, è bello che si celebri un altro pezzo di storia di questo club. Sono lieto di presentarvi coach Buscaglia: con Antonello abbiamo lavorato tanto, dalla fine del campionato. Ponderiamo e ragioniamo sempre tutto quello che bisogna fare, anche nei momenti di fermo. Questo mese è stato fondamentale per conoscerci, un tassello importante per dar via ai ragionamenti che hanno portato Maurizio qui. Nei primi 60 secondi di conoscenza abbiamo avuto la stessa visione, il dopo è servito solo per la formalità”.
Avellino Basket, Buscaglia si presenta: “Grazie per l’accoglienza, sono onorato di essere qui”
Tra sorrisi e visioni, coach Buscaglia ha dato il via alla sua esperienza in Irpinia. Idee chiare e voglia di lavorare. Questo il suo intervento, che ha spaziato tra le emozioni di essere ad Avellino, fino ai progetti da portare sul pitturato. Tanta fiducia, soprattutto nel blocco della vecchia guardia: Lewis, Jurkatamm e Mussini. Sull’ultimo il coach si è soffermato anche sulla sua posizione in campo.
Buscaglia: “Grazie per quest’accoglienza meravigliosa. Sono onorato di essere qui e di essere stato scelto. Quando una società compie un percorso del genere, e che ha le idee così tanto chiare, ti chiama, è solo un onore. Questo progetto mi ha preso moltissimo, quando ho parlato con il Presidente ho pensato: “Mi piace proprio, mi piace davvero”. Ho trovato un certo feeling, me la sono sentita addosso: nella pancia, nella testa. Poi quando abbiamo parlato di pallacanestro con Antonello, il feeling è cresciuto sempre di più. La mia voce è il misto di: gioia; responsabilità e consapevolezza”.
Il coach ha, poi, continuato. Anche un po’ di ilarità: “Quando c’è stato questo incontro, mi sono sentito di non poter dire no; di non voler dire di no. Stiamo lavorando a 360 gradi adesso. Ho incontrato tantissime persone che mi hanno detto: “Ora che la dobbiamo tifare, ci scusi per gli insulti passati”, tutti perdonati. Ma, tralasciando le battute, voglio diventare parte attiva del percorso. Nel mio futuro, ho visto l’inserimento in un contesto: parlare delle cose che si devono fare; non solo campo e giocatori. Nel futuro vedo: domani, che lavoriamo; dopodomani, che lavoriamo; e così via“.
Sui giocatori confermati: “Li eredito con grande gioia, mi piacciono tantissimo. Possono giocare insieme come con altri, quindi c’è un pezzetto che è già incastrato. Mi piace come Mussini si è inserito nel contesto; come Jurkatamm ha mantenuto solidità; e Lewis, che considero un ottimo elemento. Proprio la tipologia di giocatore”.
Sul ruolo di Mussini: “Deve avere dei giocatori vicino a lui che possano creargli delle spaziature che può usare ancor meglio. Crescere vuol dire avvinargli un altro giocatore: due frecce sono meglio di uno. Tutti ne agevolano. Non deve deresponsabilizzarsi dalla palla in mano, ma bisogna alzare il livello della squadra: aiutandolo con chi, come lui, ha caratteristiche simili. Poi delinei il profilo. Il playmaking è cambiato.”
Sul passato recente, le esperienze a Napoli e Pesaro: “Non è un problema di riscatti, non devo riscattarmi. Potevo ricominciare prima, ma dovevo trovare il feeling giusto. Avellino è tutto questo”.
Gli obiettivi e il gioco che porterà: “C’è ambizione, sono qui per questo. Il problema è che tutto questo va costruito giorno per giorno. Salire? Saremo in tanti a fare questo pensiero. Quindi, se da un parte pensiamo a questo, dall’altro lato c’è la voglia di costruire un cammino. Serietà, presenza, attitudine, energia: sta tutto qui. Gioco? Le leghe vanno una riscoperta sul gioco in velocità. Sicuramente atletismo, fisicità e gioco da tre punti cambiano sempre di più. Ma certi presupposti li ho sempre avuti. A me piace coinvolgere tutti i giocatori, avere coralità. Giocatori bidimensionali, attacco a canestro. Una volta andavo in post basso dall’1 al 5: certe cose ti rimangono”.