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Cala il sipario sulla regular season; le pagelle alla stagione della Sidigas Avellino

Archiviata la stagione regolare con la ventesima vittoria in campionato, per la Sidigas Avellino si apre lo scenario dei playoff scudetto. La partita contro Trento, terminata per 78-74, salvo qualche attimo nel secondo quarto quando gli ospiti sono stati avanti di 7 punti(e dunque hanno rischiato di ribaltare la differenza canestri, utile per il piazzamento al quarto posto) è stata un importante test in vista dei playoff,che vedranno il Lupo irpino opposto proprio all’Aquila trentina e che inizieranno domenica prossima, con Gara1 in programma al Paladelmauro alle 20,45.

La regular season, dunque, è terminata, e, pertanto abbiamo scelto di valutare i giocatori della Sidigas con una “pagella” che si riferisca a tutto il campionato appena concluso.

 

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RICH 9: Non si vince un premio MVP per caso; questo giocatore ha dimostrato tutto il suo talento a partire dalla prima gara, quella in casa contro Reggio Emilia. Ha trascinato la squadra quando era ancora in fase di rodaggio, permettendogli di vincere molte delle prime partite, per poi proseguire la stagione sempre con medie-punti molto alte. E’ stato quasi sempre lui a prendersi le maggiori responsabilità nei momenti più delicati delle partite e, nonostante alcune serate storte (che possono capitare a chiunque), ha compiuto diverse giocate che da sole valevano il prezzo del biglietto. E’ senza dubbio lui il leader assoluto della Sidigas 2017-2018.

FESENKO 8: stagione partita male per il gigante ucraino, alle prese con i postumi di un’operazione al ginocchio. Il centro, tuttavia, ha lavorato sodo fino ad acquisire una forma fisica mai avuta prima in questi due anni ad Avellino. Nella seconda parte della stagione, è risultato essere devastante in molte partite, tanto da guadagnarsi anche un premio individuale (miglior centro della FIBA Europe Cup). Avrebbe preso lo stesso voto di Rich se fosse stato continuo come l’americano, ma la sua stagione è sicuramente positiva.

LEUNEN 6,5 meno efficace rispetto al giocatore ammirato nelle due precedenti stagioni. A volte stanco, soprattutto perchè chiamato agli straordinari dal suo allenatore, è stato per ben 23 partite al di sotto della doppia cifra. Resta comunque un giudizio positivo per le sue qualità di passatore e di rimbalzista, nonchè per la sua capacità sempre superiore alla media, di “leggere” le situazioni di gioco. L’ottima ultima partita contro Trento, inoltre,fa ben sperare per un suo ritorno alla forma ottimale nei playoff.

FILLOY 6,5: stagione a due facce quella del play della Nazionale: dopo un inizio fiammante, condito dalla giocata dell’anno (la tripla impossibile allo scadere del match di Milano), l’ex Venezia si è progressivamente spento, anche per colpe non sue. Un fastidioso malanno fisico lo ha tenuto fuori dal campo per un paio di settimane, e ne ha dunque condizionato il prosieguo della stagione. Nelle ultime gare ha alternato prove convincenti (Bologna, Trento) ad altrettante negative (la doppia finale contro Venezia); insomma, un giocatore sicuramente con importanti qualità, ma che non ha forse ancora trovato la sua dimensione ottimale nella Sidigas.

SCRUBB 7: arrivato in punta di piedi, è stato il giocatore che maggiormente ha stupito tutti, per la sua duttilità ed energia, per il suo “saper-fare-un-po’-di tutto”. Dopo il premio MVP per il mese di gennaio, sembrava arrivata la consacrazione per il cestista anglo-canadese, invece proprio sul più bello è iniziata per lui una fase calante. Sarà dovuta probabilmente ad una stagione che per lui è iniziata molto prima degli altri, fatto sta che sarebbe un vero peccato non avere al meglio della condizione un’ala come lui nella fase cruciale della stagione.

 

 

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D’ERCOLE 7: come Scrubb, si parla qui di un atleta che pian piano è riuscito a conquistarsi un posto importante nelle gerarchie del roster, grazie al suo impegno e alla sua professionalità. Dopo le prime partite un po’ in ombra,  l’ex Montepaschi Siena è stato utilizzato prevalentemente come specialista, su entrambi i lati del campo; specialista difensivo, dunque, ma anche nel tiro da tre punti. Ha dimostrato, inoltre, di non temere le partite importanti, come accaduto nella sua miglior partita stagionale: la semifinale di ritorno della FIBA Europe Cup in Danimarca, nella quale ha segnato 5 punti consecutivi in un momento difficilissimo per i suoi. Ci mette sempre cuore e cervello, e pertanto è diventato anche un beniamino del pubblico. Peccato solo per il fisico……

FITIPALDO 4,5: il cestista uruguayano è stato il vero flop della stagione della Sidigas; arrivato in Irpinia con aspettative alte ed un ruolo centrale nel sistema di Sacripanti, si è progressivamente eclissato, anche per colpe non sue (infortunio al polso). Si è evinto che egli ha caratteristiche differenti dai playmakers della Sidigas delle passate stagioni, e ciò ha creato una sorta di “circolo vizioso” di cattive prestazioni che è andato sempre più ad aggravarsi, fino alla quasi totale perdita di fiducia dell’allenatore nei suoi confronti. Emblematica, a tal proposito, la partita di ritorno della finale di FIBA Europe Cup, con Brunito che è stato sul parquet per soli tre minuti.

ZERINI 4,5: uno dei riconfermati dalla scorsa stagione, il lungo toscano, che alla pari di Fitipaldo ha progressivamente perso la fiducia dell’allenatore, e quindi anche un po’ in sè stesso. Ha avuto, tuttavia, poche occasioni per poter invertire la rotta, dato che gli sono stati concessi pochi minuti a partita; ma in ogni caso egli ha dimostrato che a certi livelli, e contro certi giocatori (Peric di Venezia, un nome su tutti) fa moltissima fatica a giocare al suo meglio.

LAWAL 5: Oggetto misterioso per buona parte della stagione, il suo recupero dal grave infortunio ha avuto un’accelerata nella seconda metà di marzo, quando la squadra è rimasta orfana di N’diaye. Certamente non si poteva pretendere il miglior Lawal, il centro che era una colonna portante della Sassari scudettata; ma senza dubbio, dopo oltre un mese di lavoro col gruppo e diverse partite giocate senza infamia e senza lode, sorge il dubbio che il nigeriano non possa più tornare ai suoi livelli, e dunque non possa spostare più di tanto gli equilibri delle partite. Ma questo, appunto, è solo un dubbio che potrà essere sciolto solo nelle prossime partite.

N’DIAYE 7: il senegalese, arrivato come rincalzo nel ruolo di centro,  è stato subito insignito dei gradi del titolare, date le indisponibilità di Fesenko e Lawal. Ha mostrato subito di essere un cestista valido, che riusciva a compensare alcune lacune tecniche con un’impressionante forza fisica, risultando essere una soluzione tattica preziosa in alcune partite. L’infortunio al piede giunto a fine febbraio ha di fatto concluso la sua stagione, ed è coinciso con il calo generale dell’intera squadra, tanto da alimentare più di un rimpianto sulla sua presenza nel roster. Rimpianti che forse sono eccessivi, data anche la crescita di Fesenko, ma nel complesso il giudizio sulla sua annata non può che essere positivo.

WELLS 6,5: giocatore eccentrico rispetto al sistema di gioco messo in piedi da Sacripanti, è partito in sordina, patendo tra l’altro alcuni problemi fisici alla schiena. Col passare della stagione ha comunque trovato la sua dimensione nella Sidigas 2017-2018, segnando molti punti (nove gare consecutive in doppia cifra) e dando a volte spettacolo con le sue pregevoli schiacciate. Restano comunque alcuni interrogativi, come l’atteggiamento difensivo rinunciatario, alcune pecche nelle letture delle situazioni di gioco e soprattutto la continuità, vero punto debole dell’esterno americano. Potrebbe tornare utile nei playoff la sua facilità di corsa, che potrebbe consentire ai suoi veloci transizioni e punti facili in contropiede.

 

sacripanti

SACRIPANTI 6,5: il coach canturino ha iniziato la stagione dopo la cocente delusione personale del mancato incarico come head coach della Nazionale, sul quale non sembravano esserci dubbi. Da gran professionista lavoratore quale è, Pino è comunque riuscito a dare un’impronta ben definita alla sua squadra, sulla falsariga di quanto accaduto nei due anni precedenti in Irpinia. Non sempre, tuttavia, le sue letture si sono rivelate azzeccate, e la cocente delusione dell’eliminazione alle Final Eight (alle quali la Sidigas era arrivata da prima in classifica)  pesa come un macigno sulla sua valutazione complessiva. Il coach, si sa, è una persona emotiva e vive anche di entusiasmo: alle prime difficoltà è accaduto che l’ambiente si demoralizzasse insieme a lui; pertanto egli dovrà essere bravo a ridare la giusta carica ai suoi per gli imminenti playoff. Il giudizio su di lui resta tuttavia positivo, se non altro perchè arrivare per il terzo anno consecutivo ai playoff è cosa mai accaduta nella storia della Scandone Avellino, oltre che nella sua carriera personale. Nessuno ha più dubbi sulla sua altissima conoscenza del gioco e sulla sua straordinaria capacità di migliorare i giocatori, ma dopo tre anni a lottare per il vertice ci si aspetta, lecitamente, la vittoria di un titolo, cosa che fino ad ora è mancata.

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