
di Massimiliano Zappella
Nuovo viaggio per la Sidigas Scandone Avellino che dopo l’amara trasferta in Polonia, proverà l’immediato riscatto a Brindisi. Con l’esclusione di Caserta dalla massima serie, quella con la compagine biancoblu rappresenta un po’ una sorta di nuovo derby per gli irpini, infatti, già in preseason le due squadre si sono sfidate svariate volte e quasi non hanno più segreti l’una per l’altra.
Quando ci si reca giù in Salento per assistere all’incontro, purtroppo, ormai da anni i tifosi ospiti devono adeguarsi al settore a loro dedicato che è non propriamente adatto per competizioni di questo livello. Ciò nonostante per i pochi fortunati che riuscissero a recarsi al PalaPentassuglia e ad accaparrarsi un biglietto la strada più comoda da seguire per raggiungerlo è ovviamente in auto: dalla superstrada Brindisi-Lecce sarà sufficiente prendere l’uscita Brindisi-La Rosa e non appena sarete arrivati alla fine della rampa della superstrada già scorgerete alla vostra destra il palazzetto.
Dal punto di vista storico-artistico varie sono le possibilità che la città offre ai suoi visitatori.
Il luogo più apprezzato tra questi, basandosi sull’attuale classifica di TripAdvisor, sono le Colonne terminali della Via Appia (strada che parte da Roma e passa anche per la provincia irpina a Mirabella e Aquilonia) che si trovano nel porto della città. La loro collocazione lì non è casuale, infatti, esse rappresentano non soltanto la fine della Via Appia ma anche la porta di ingresso per il prosieguo della via Francigena che conduce fino a Gerusalemme.
In realtà di Colonna superstite ne è rimasta soltanto una perché l’altra è andata distrutta nel XVI secolo, però tutti sanno che all’origine ne erano due e per questo ancora oggi sono chiamate al plurale.
Sempre sul porto della città salentina si trova l’enorme statua che rappresenta un timone e che è stata ribattezzata col nome di “Monumento al marinaio d’Italia” (alto circa 68 metri). Fu realizzata per volere di Mussolino per commemorare i circa 6000 marinai caduti durante il primo conflitto mondiale. Successivamente sulla stessa sono stati riportati i nomi non solo dei marinai caduti durante la Grande Guerra, ma anche quelli dei 33900 periti durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio in quegli anni, la città pugliese divenne anche sede di governo tra il 1943 ed il 1944 quando ospitò Vittorio Emanuele III e l’intera famiglia reale che era stata costretta a scappare da Roma.
Meritano una visita la Cattedrale, la chiesa di Santa Maria del Casale, la chiesa di San Benedetto ed il Tempio di San Giovanni al Sepolcro, tutte in stile romanico di epoca normanna e risalenti al XII secolo.
Immancabile è sicuramente una passeggiata tra il lungomare ed il porto della città dove potersi rilassare e anche provare alcune delle specialità tipiche in uno dei tanti ristoranti presenti in zona. I piatti a base di pesce la fanno da padrone, ma non mancano le alternative anche in termini di carne ed altre pietanze, il che rende la cucina brindisina variegata e facile da poter essere apprezzata da tutti. Provando ad elaborare un breve menù consiglio di provare le pettole (zeppoline fritte) come antipasto, le bavette di grano arso alla poverella come prima portata, la zuppa di pesce alla brindisina come secondo ed i cartiddati come dessert con un accompagnamento finale du cuetto (liquore tipico ai fichi o all’uva).








