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Ghemon e l’amore per l’Avellino: “Dopo la famiglia ci sono Juary e Barbadillo”

È un momento perfetto quello che sta vivendo Gianluca Picariello, in arte Ghemon. Dopo il successo del suo ultimo album, “Scritto nelle stelle”, e l’annuncio della partecipazione al prossimo Festival di Sanremo, per l’artista avellinese è arrivata anche la vetrina di una rivista importante come Vanity Fair. Sul periodico in edicola fino al prossimo 19 gennaio è apparsa infatti un’intervista accurata e profonda al cantautore, che si è messo a nudo parlando di passato, presente e futuro.

Tra i tanti temi trattati, Ghemon si è soffermato anche sul suo rapporto con la città di Avellino e con lo sport. Sollecitato dal giornalista sulla natura poco affascinante della sua città, l’autore di In un certo qual modo si è così espresso: “Perché nei paraggi la concorrenza è alta, compresi luoghi meno conosciuti come Benevento. E poi si sa, un terremoto l’ha quasi distrutta. Però la natura intorno è stupenda, si vive bene, e quando l’Avellino giocava in Serie A venivano da tutto il Sud per vederlo: giocatori come Juary, Barbadillo e Dirceu, nella scala dei miei affetti, vengono subito dopo i genitori e i nonni”.

Ancora una volta, dunque, Ghemon ha sottolineato il legame che ha con l’Irpinia e con i colori biancoverdi, ricordando poi anche il suo passato da ragazzo di curva: “Vivevo a pochi metri dallo stadio e dal palazzetto dello sport, e le gradinate le ho frequentate parecchio. Anche in trasferta, dietro uno striscione creato coi miei amici: gli 0825 FANS. Era senso di appartenenza, una forma di aggregazione. Poi, pian piano, ho lasciato”. A meno di due mesi dall’inizio del Festival di Sanremo, dove sarà protagonista, Ghemon ha voluto così  omaggiare le sue origini e la sua passione per il lupo.

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