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Guadagni da star, pensioni da “umani”: quanti ex calciatori riescono a vivere col calcio?

Essere calciatori, vivere il mito di una vita privilegiata fatta di ricchezza, lusso ed eccessi dati dalla notorietà e dai lauti stipendi percepiti quando si sale di campionato nella rispettiva carriera professionale. Non sempre, tuttavia, esser stati calciatori comporta uno stesso tenore di vita dopo che si è appesi le scarpette al chiodo. Si è parlato di questo ieri ad Udine nel convegno promosso dall’Associazione Italiana Calciatori dal titolo “Tempi supplementari, Aspetti traumatici e psicologici del dopo carriera”: al centro dell’attenzione le prospettive e i problemi cui devono fare i conti i calciatori una volta chiusa la propria carriera.

“Il calciatore professionista italiano – ha spiegato Massimo Paganin, ripreso dal portale calcioefinanza.it, ­ percepisce in media 50mila euro lordi a stagione. Quelli che a fine carriera hanno milioni in banca sono soltanto il 5 per cento del totale.” Un dato per nulla incoraggiante soprattutto per chi ha il sogno di fare del calcio una professione di vita oltre la mera passione. Un percorso che deve fare i conti con una situazione economica non del tutto florida: “L’ottanta per cento dice di rimanere nel calcio, ma la maggior parte di costoro ricopre incarichi su base volontaria, non remunerata” spiega Fabio Poli, direttore organizzativo dell’Aic.

Tradotto in soldoni la pensione di un ex calciatore ammonta a quella di un normale contribuente: “In media sarà di 1500 euro per chi avrà 16 anni e 8mesi di contributi, quota non facile da raggiungere per tutti” fanno sapere dell’Aic.


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