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Lakovic: «Pecchiamo di intensità e concentrazione ma siamo pronti a voltar pagina»

Jaka Lakovic in azione
Jaka Lakovic in azione

Jaka, partiamo dalla sconfitta di sabato. Dean ha affermato che la squadra ha peccato di mancanza di “coraggio” in una gara così importante. Sei d’accordo con lui o a tuo avviso è mancato anche qualcosa altro?

«Non solo mancanza di coraggio. Prima di tutto abbiamo perso contro una buona squadra ma, come tutti hanno visto, soprattutto nel primo quarto abbiamo giocato senza nessun tipo di intensità e carattere. I primi dieci minuti sono stati ovviamente decisivi per l’andamento della partita».

La gara di Reggio Emilia ha messo sul banco degli imputati la difesa col primo quarto da incubi. Difensivamente non sembrate la squadra che lottava lo scorso anno su ogni pallone. Problemi di concentrazione o motivazioni?

«Sicuramente problemi di concentrazione. Concentrazione e intensità. Non perché pensavamo fosse una partita facile, ma perché Reggio Emilia è scesa in campo con maggiore intensità e concentrazione. Tutto ciò, le ha permesso, in pochi minuti, di scavare il solo decisivo».

Quali sensazioni hai provato dopo la sconfitta di sabato sera? Come l’hai vissuta? Cavaliero ha scritto su twitter di non esser riuscito a dormire…

«Anche le mie sensazioni erano ovviamente negative. Questo tipo sconfitta e la mancata qualificazione alla Coppa Italia non sono state facile da digerire. Ma adesso dobbiamo assolutamente voltare pagina e prepararci bene per la gara di Pesaro».

Alle spalle hai una lunga e prestigiosa carriera. Domenica si riparte col girone di ritorno. Da quali aspetti, secondo te, bisognerà ripartire per provare a risalire la china?

«Penso che dobbiamo giocare con maggiore intensità e concentrazione, ovvero le cose che sono mancate sabato scorso e che sono mancate in tutte le partite che abbiamo perso. Se andiamo a Pesaro e giochiamo con intensità e concentrazione penso che possiamo vincere».

 10Quale sarà per voi la difficoltà maggiore nel girone di ritorno?

«Per me il girone di ritorno sarà migliore dell’andata, ma ovviamente dipende da noi. L’andata ha dimostrato che noi siamo i peggiori nemici di noi stessi e adesso sappiamo che ogni volta che scendiamo in campo dobbiamo giocare con grande concentrazione per tutti i 40 minuti».

Questo perdurare della tendinite quanto incide psicologicamente sulle tue prestazioni in campo e negli allenamenti?

«Abbastanza. Sto combattendo con questa infiammazione da oltre un mese e purtroppo non riesce a guarire del tutto. Spero che torni tutto alla normalità in breve tempo».

Poco più di un anno fa sei arrivato ad Avellino. A distanza di dodici mesi, tenendo conto di alti e bassi, che giudizio dai di quest’esperienza? Qual è il tuo rapporto con la città e i tifosi? C’è qualche episodio in particolare che ricordi con piacere?

«Penso sia stata la scelta giusta. Ho tanti bei ricordi qui e ho anche tante belle persone con le quali sono diventato amico. In città sto molto bene perché è tranquilla e vivibile. I tifosi sono un fattore in ogni partita in casa ed è bello vedere che ci seguono in tanti anche in trasferta».

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