SERIE B

Analisi: Zona play off possibile fino a Natale. A Gennaio tutto di nuovo in gioco.

E’ la speranza di tutti i tifosi. Quella di proseguire il grande cammino intrapreso dalla troupe di Rastelli. Di farlo il più a lungo possibile da qui in avanti. Ma adesso la domanda che tutti si fanno è ovvia. E sorge spontanea nel cuore del tifoso e del semplice occasionale. Quest’Avellino può davvero continuare la sua marcia verso le zone alte della classifica? Dare una risposta certa è impossibile. Bisogna analizzare tutte le componenti, sia interne che esterne all’Avellino. Noi di SportAvellino vogliamo quantomeno provarci per capire quante possibilità abbia questa rosa di poter ambire ai vertici del torneo.

Il primo step da tenere sott’occhio è il rendimento dei ragazzi. Sotto la lente d’ingrandimento vanno le prestazioni di ogni singolo calciatore. Riusciranno Galabinov, Zappacosta, Arini e Izzo (solo per citarne alcuni) a confermarsi ad alti livelli? Ovviamente anche qui dare una risposta è pressoché impossibile. Possiamo ripercorrere il passato però. Izzo ad esempio fa della continuità la sua miglior arma. Come Arini. Galabinov invece viaggia a periodi, almeno qui ad Avellino. Non sfigura mai del tutto, sia chiaro. Ma a volte devastante, a volte no. Zappacosta nel recente passato ha risentito degli impegni in nazionale e quest’ultime convocazioni non saranno certamente le ultime. Ma più che analizzare il rendimento dei presenti, sarebbe opportuno capire gli assenti che possono dare all’Avellino. E qui torniamo ai soliti nomi. Abero e Togni. Dovevano essere i due top player degli irpini. Si son rivelati i due più grandi flop. Almeno finora. Per colpa di guai fisici. Il primo, promettente esterno che ha giocato appena 45 minuti. Prestazione indecente con la Ternana. Sostituito subito, si è pure fatto male e non lo si è più rivisto. Qui ad Avellino ha giocato solo l’ombra dell’Abero ammirato a sprazzi nella massima serie con la maglia rossoblu del Bologna. Passiamo a Togni. Lui ha almeno giocato l’inizio di stagione. Ha avuto anche modo di far vedere le sue qualità. La squadra con lui girava meglio. Giocava un calcio migliore e allo stesso tempo altrettanto efficace. L’ex Pescara con i suoi lanci sapeva dare profondità, e allo stesso tempo addormentare la partita, con un’accurata gestione del possesso palla. I lupi hanno dovuto praticamente fare a meno di due giocatori così per tutto il tempo. Inoltre i recenti infortuni di Castaldo e Terracciano mettono ancora di più in crisi Rastelli. Quest’ultimi hanno dimostrato di essere davvero forti. Le loro giocate hanno permesso all’Avellino di fare un notevole salto di qualità. Cosa sarebbe successo se gli infortuni non avessero stoppato il loro rendimento? Beh, sempre difficile dirlo, ma i biancoverdi sarebbero certamente stati ancor più competitivi. Lo stesso Fabbro è stata una perdita importante prima del suo infortunio, ma Peccarisi è definitivamente entrato in forma e non lo sta facendo rimpiangere. Ma forse l’unico limite che l’Avellino ha è proprio la sua panchina. L’avere una rosa tutto sommato corta. Lo si è visto con il Palermo. La contemporanea assenza di Peccarisi e Fabbro ha costretto Rastelli ad arretrare Bittante sulla linea dei difensori. Oppure lo stesso centrocampo irpino che con l’assenza di Togni gioca sempre con il trio D’Angelo-Arini-Schiavon. In particolare quest’ultimo è davvero insostituibile. Il mister non fa mai a meno di lui. Un calo di prestazioni è più che ovvio se un calciatore non riposa praticamente mai. E in quel frangente, chi sarà a sostituirlo? Forse Massimo, forse lo stesso Togni. Forse Rastelli opterà per una rotazione. Tanti nodi da sciogliere. Squalifiche e infortuni sono una minaccia costante. Il futuro è ancora tutto da scoprire.

Ma non tutto dipende dall’Avellino. Sono tante le squadre più forti sulla carta. Per ora solo sulla carta però. Tanti di questi squadroni attualmente lottano nei bassifondi. Il Palermo è la prima ad essere partita male. Ma hanno anche già risalito la china. Iachini ha dato equilibrio ad una squadra che non ne aveva. Organico da serie A, per i rosanero è più facile essere promossi che restare in B. Così come i siciliani, tante altre sono partite ben al di sotto delle aspettative e sono in attesa di trovare la giusta continuità. Varese, Cesena, Spezia, Novara, Pescara, Siena. Per tanti motivi questi team non sono li in alto dove tutti si aspettavano. Alcune di queste non tarderanno a tornare ai vertici. Altre forse faranno più fatica. Qualcuna nemmeno ce la farà. L’Avellino, dalla sua, gioca il suo onesto campionato e osserva. Ben consapevole dei propri limiti. Continuare a far bene è la chiave giusta per il successo. In un campionato, i veri valori vengono sempre fuori alla distanza. Figuriamoci in un torneo di 42 partite come quello cadetto. Ciò non significa che i lupi cederanno di schianto ad un certo punto. Ma significa che un eventuale calo irpino, in contemporanea ad un aumento di ritmo delle altre, sarebbe una cosa più che normale.

La nostra analisi, però, fino ad ora non tiene conto della più importante delle questioni. A fine Dicembre finisce la prima parte di campionato. A fine Gennaio è come se ne iniziasse un altro di torneo. Già, perché in B c’è un mese di sosta. Il mese dedicato al calciomercato. Tante squadre si rinforzeranno. Molte le società con a disposizione ingenti capitali. Taccone siamo certi che non farà mancare il suo supporto alla campagna acquisti. Ma oggettivamente ci sono piazze in grado di investire tanto in calciatori. Un calo in termini di risultati sarebbe da assoggettare anche a questo. E’ molto probabile che ci sarà un rafforzamento generale delle dirette concorrenti, soprattutto quelle che avranno deluso le aspettative fino a capodanno.

In conclusione possiamo affermare che l’Avellino ha tutte le carte in regola per viaggiare in zona play off almeno fino a Natale. Dopo la sosta parte davvero un altro campionato. Sarà dura poter ripetere anche solo i risultati delle prime 14-15 partite. Ma nulla è impossibile. La serie B è un campionato imprevedibile. Chi ben comincia è a metà dell’opera. Ci sarà un motivo se si dice così no?

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